Dott.ssa Giada Braccesi - Psicologa Psicoterapeuta - Firenze

Dott.ssa Giada Braccesi - Psicologa Psicoterapeuta - Firenze Studio di Psicologia e di Psicoterapia
Sede: Via L. Di Credi 20 50136 Firenze Medicina e salute

26/11/2025

🟣La psicoanalisi interpersonale nasce intorno alla metà del Novecento dalle correnti innovative sorte all’interno del movimento psicoanalitico freudiano. La teoria delle relazioni oggettuali e le varie teorie del Sé ne furono le manifestazioni più importanti.

🔸Il modello psicoanalitico introdotto da Karen Horney fin dagli anni Trenta, si dimostrò dai suoi esordi una radicale rivoluzione all’interno del panorama della psicoanalisi dell’epoca.

Nel modello interpersonale di Karen Horney, la dimensione relazionale, attraverso i concetti del Sé e di ambiente, si afferma come promotrice e catalizzatrice dei processi interni.

🔸Karen Horney descrisse il vero sé come "il centro vivo, unico e personale di noi stessi" (1950), la cui attualizzazione è il significato della vita e la cui alienazione può essere definita una "morte psichica" (1945).

🔸“Lo scopo della terapia non sarà più quello di aiutare la persona sofferente a dominare i propri istinti, ma quello invece di diminuire la propria ansia in modo tale che egli possa liberarsi delle sue tendenze nevrotiche.
Di là da questo scopo appare all’orizzonte una meta terapeutica completamente nuova: il restituire l’individuo a se stesso, aiutarlo a riconquistare la sua autenticità e a ritrovare in se stesso il centro di gravità”
Karen Horney, Nuove vie della psicoanalisi,1939

ph. Karen Horney - Centro Veneto di Psicoanalisi

22/11/2025

🧸 C’è una domanda che oggi attraversa l’Italia come un vento freddo:
si può essere “troppo felici” nel modo sbagliato?

La storia arriva da Palmoli, un piccolo paese abbracciato dai boschi, dove il silenzio è più forte del traffico e la natura ti parla più di qualsiasi televisione accesa.
Lì viveva una famiglia “diversa”, come molti l’hanno definita. Diversa perché aveva scelto un’altra strada, quella che quasi nessuno percorre più: crescere i figli lontano dalle città, dai neon, dai rumori, dalle connessioni che ci tengono legati a tutto… tranne che a noi stessi.

Una bambina di otto anni.
Due gemelli di sei.
Una casa semplice, senza elettricità, senza acqua corrente, senza gas.
Una vita fatta di terra, alberi, piccoli gesti, e forse una felicità che non somigliava a quella che conosciamo noi.

E poi quel giorno.
Il giorno in cui la quiete si è spezzata.

Cinque pattuglie, assistenti sociali, voci basse e sguardi pesanti.
Il provvedimento del Tribunale dei Minorenni dell’Aquila:
i bambini vanno portati via. Subito.
Affidati a una comunità educativa, per un periodo di osservazione.

La potestà genitoriale sospesa.
Un tutore nominato.
Una madre che, grazie a una mediazione, può almeno restare accanto ai suoi figli, ma non può più chiamarli “suoi” nello stesso modo.

E in mezzo a tutto questo caos, c’è una foto.
Una foto che oggi pesa più di mille pagine di atti, più di qualsiasi sentenza.
Una foto dove i tre bambini sono abbracciati tra loro, felici, sorridenti, con quella luce negli occhi che solo l’infanzia sa regalare.
Una foto che racconta un amore semplice, istintivo, puro.
Una foto che fa male, perché contraddice tutto ciò che stiamo vedendo accadere.

E allora la domanda nasce spontanea, brucia nella gola:
quando una scelta di vita diventa un crimine?

C’è chi dice che vivere senza servizi essenziali significhi mettere i bambini in pericolo.
Che dopo l’intossicazione da funghi dello scorso anno fosse inevitabile intervenire.
Che non si gioca con la salute dei figli.

E poi c’è chi vede un’altra verità:
una famiglia che ha scelto un cammino puro, forse imperfetto, forse duro… ma sincero.
Una comunità di oltre 13 mila persone ha già firmato per difenderli, per dire che quella casa immersa nella natura non è una prigione, ma un sogno coraggioso.

Che crescere nei boschi non significa essere abbandonati:
significa essere parte del mondo nel modo più autentico.
E quella foto dei bambini abbracciati lo urla senza bisogno di parlare.

E mentre il paese discute, mentre i commenti volano, mentre i giudizi si moltiplicano…
ci sono tre bambini che vivono il cambiamento più grande della loro vita.
Tre piccoli che fino a ieri correvano tra gli alberi e oggi si ritrovano in una struttura estranea, guardando la madre come un porto, come l’unica cosa familiare rimasta.

Questa non è solo una storia di tribunali.
Non è solo una storia di scelte alternative.
È una ferita aperta nel cuore di una famiglia.
È il peso di un passato che diventa sentenza.
È la solitudine di chi si vede portar via il proprio mondo in un istante.

E allora, ancora una volta, la domanda si impone:
chi decide cosa significa “proteggere” davvero un bambino?
È protezione togliere?
È protezione spostare, separare, osservare?
È protezione quando lascia cicatrici invisibili?

Forse la società non ha paura della loro fragilità.
Forse ha paura della loro felicità così diversa dalla nostra.

E la storia oggi ci lascia con un eco che non smette di suonare:
erano davvero in pericolo… o erano semplicemente troppo liberi?

E tu, cosa ne pensi?

17/11/2025

Nell’articolo “Sul pensiero clinico: incontro tra psicoanalisi e salute mentale”, G. Saraò riflette sul divario culturale tra la psicoanalisi e il sistema sanitario. Secondo lui, ridurre la sofferenza psichica al solo sintomo significa perdere di vista il contesto umano e relazionale in cui il malessere vive. Propone infatti l’importanza di setting multipli (come comunità, ospedali, territorio) e la necessità di un “assetto mentale” dell’operatore che sospenda il giudizio, tolleri l’incertezza e si apra all’ascolto profondo.

Leggi l'articolo completo: https://www.spiweb.it/la-cura/sul-pensiero-clinico-incontro-tra-psicoanalisi-e-salute-mentale-g-sarao/

21/10/2025

𝐆𝐢𝐨𝐫𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐌𝐨𝐧𝐝𝐢𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐬𝐜𝐨𝐥𝐭𝐨
21 𝑜𝑡𝑡𝑜𝑏𝑟𝑒

“Ascoltare vuol dire capire ciò che l’altro non dice”
𝐂𝐚𝐫𝐥 𝐑𝐨𝐠𝐞𝐫𝐬

10/10/2025

𝐆𝐢𝐨𝐫𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐌𝐨𝐧𝐝𝐢𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐒𝐚𝐥𝐮𝐭𝐞 𝐌𝐞𝐧𝐭𝐚𝐥𝐞
10 𝑜𝑡𝑡𝑜𝑏𝑟𝑒

“La salute mentale non è un lusso, ma un fondamento del vivere civile.”
𝐅𝐫𝐚𝐧𝐜𝐨 𝐁𝐚𝐬𝐚𝐠𝐥𝐢𝐚

28/08/2025

🌍 𝐆𝐢𝐨𝐫𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐫𝐜𝐨𝐛𝐚𝐥𝐞𝐧𝐨
28 𝑎𝑔𝑜𝑠𝑡𝑜

“La bandiera arcobaleno è un modo per dire: ’Siamo qui e non andremo da nessuna parte’.”
𝐆𝐢𝐥𝐛𝐞𝐫𝐭 𝐁𝐚𝐤𝐞𝐫

13/04/2025

"L'emozione sorge laddove corpo e mente si incontrano.''
Eckhart Tolle

27/03/2025

Se nel sonno la coscienza si addormenta, nel sogno l'esistenza si sveglia.

(Michel Foucault)

Immagine: Dipinto di Jean-Claude Desplanques

18/02/2025

La casa non è un luogo, è una condizione della mente.
Essere realmente a casa vuol dire sentirsi a proprio agio nella propria pelle.

(Irvin D. Yalom)

Immagine: Opera di Karen Wilcox - "Flower People"

19/01/2025

"Non sono quello che mi è successo, sono quello che ho scelto di essere."
(Carl Gustav Jung)

16/01/2025

«Oggi la si chiama "resilienza", una volta la si chiamava "forza d´animo", Platone la nominava "tymoidés" e indicava la sua sede nel cuore.
Il cuore è l´espressione metaforica del "sentimento", una parola dove ancora risuona la platonica "tymoidés".Il sentimento non è languore, non è malcelata malinconia, non è struggimento dell´anima, non è sconsolato abbandono. Il sentimento è forza. Quella forza che riconosciamo al fondo di ogni decisione quando, dopo aver analizzato tutti i pro e i contro che le argomentazioni razionali dispiegano, si decide, perché in una scelta piuttosto che in un´altra ci si sente a casa. E guai a imboccare, per convenienza o per debolezza, una scelta che non è la nostra, guai a essere stranieri nella propria vita.
La forza d´animo, che è poi la forza del sentimento, ci difende da questa estraneità, ci fa sentire a casa, presso di noi. Qui è la salute. Una sorta di coincidenza di noi con noi stessi, che ci evita tutti quegli "altrove" della vita che non ci appartengono e che spesso imbocchiamo perché altri, da cui pensiamo dipenda la nostra vita, semplicemente ce lo chiedono, e noi non sappiamo dire di no. Il bisogno di essere accettati e il desiderio di essere amati ci fanno percorrere strade che il nostro sentimento ci fa avvertire come non nostre, e così l´animo si indebolisce e si ripiega su se stesso nell´inutile fatica di compiacere agli altri. Alla fine l´anima si ammala, perché la malattia, lo sappiamo tutti, è una metafora, la metafora della devianza dal sentiero della nostra vita. Bisogna essere se stessi, assolutamente se stessi.
Questa è la forza d´animo. Ma per essere se stessi occorre accogliere a braccia aperte la nostra ombra. Che è poi ciò che di noi stessi rifiutiamo.
Quella parte oscura che, quando qualcuno ce la sfiora, ci sentiamo "punti nel vivo". Perché l´ombra è viva e vuole essere accolta. Anche un quadro senza ombra non ci dà le sue figure. Accolta, l´ombra cede la sua forza.
Cessa la guerra tra noi e noi stessi. Siamo in grado di dire a noi stessi:
"Ebbene sì, sono anche questo". Ed è la pace così raggiunta a darci la forza d´animo e la capacità di guardare in faccia il dolore senza illusorie vie di fuga.
"Tutto quello che non mi fa morire, mi rende più forte", scrive Nietzsche.
Ma allora bisogna attraversare e non evitare le terre seminate di dolore.
Quello proprio, quello altrui. Perché il dolore appartiene alla vita allo stesso titolo della felicità. Non il dolore come caparra della vita eterna, ma il dolore come inevitabile contrappunto della vita, come fatica del quotidiano, come oscurità dello sguardo che non vede via d´uscita. Eppure la cerca, perché sa che il buio della notte non è l´unico colore del cielo.
Di forza d´animo abbiamo bisogno soprattutto oggi perché non siamo più sostenuti da una tradizione, perché si sono rotte le tavole dove erano incise le leggi della morale, perché si è smarrito il senso dell´esistenza e incerta s´è fatta la sua direzione. La storia non racconta più la vita dei nostri padri, e la parola che rivolgiamo ai figli è insicura e incerta.
Gli sguardi si incontrano solo per evitarsi. Siamo persino riconoscenti al ritmo del lavoro settimanale che giustifica l´abituale lontananza dalla nostra vita. E a quel lavoro ci attacchiamo come naufraghi che attendono qualcosa o qualcuno che li traghetti, perché il mare è minaccioso, anche quando il suo aspetto è trasognato.
Passiamo così il tempo della nostra vita, senza sentimento, senza nobiltà, confusi tra i piccoli uomini a cui basta, secondo Nietzsche: "Una vogliuzza per il giorno, una vogliuzza per la notte, fermo restando la salute".
Perché ormai della vita abbiamo solo una concezione quantitativa. Vivere a lungo è diventato il nostro ideale. Il "come" non ci riguarda più, perché il contatto con noi stessi s´è perso nel rumore del mondo.
Passioncelle generiche sfiorano le nostre anime assopite. Ma non le risvegliano. Non hanno forza. Sono state acquietate da quell´ideale di vita che viene spacciato per equilibrio, buona educazione. E invece è sonno, dimenticanza di sé. Nulla del coraggio del navigante che, lasciata la terra che era solo terra di protezione, non si lascia prendere dalla nostalgia, ma incoraggia il suo cuore. Il cuore non come languido contraltare della ragione, ma come sua forza, sua animazione, affinché le idee divengano attive e facciano storia. Una storia più soddisfacente».

Umberto Galimberti

15/01/2025

Sii gentile con le versioni passate di te stesso che non sapevano le cose che sai ora.

(Walt Whitman)

Immagine: Dipinto di Helene Beland - "Un capteur de lumière"

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Curriculum vitae

PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA (Iscriz. all’Albo degli Psicologi della Toscana al n° 5397)

CONSULENTE IN SESSUOLOGIA TIPICA ED ATIPICA 2° livello (Iscriz. all’Albo degli specialisti dell'Istituto Italiano di Sessuologia Integrata)

S.P.I.G.A. Società di Psicoanalisi Interpersonale e Gruppo Analisi:

- Corsi ECM sulle Adozioni, Firenze;