Stefania Borrelli psicoterapeuta

Stefania Borrelli psicoterapeuta Informazioni di contatto, mappa e indicazioni stradali, modulo di contatto, orari di apertura, servizi, valutazioni, foto, video e annunci di Stefania Borrelli psicoterapeuta, Psicologo, Piazza dell'Indipendenza 21, Florence.

15/12/2024

Quando tornava mio padre da lavoro ci si chiudeva in camera oppure stavamo piu vicini a mamma mentre cucinava nella sua minuscola cucina e preparava per la cena, piu' delle volte era arrabbiato e stanco, musone e scuro per via delle "terribili avventure" che doveva vivere a lavoro, era arrabbiato e stanco anche quando era felice, a volte cantava in macchina ma mamma lo rimproverava perche' era intonato ma non sapeva dire bene le parole...la d..era sempre a posto della t e viceversa..poi si seccava e stava muto perche' lei non lo faceva cantare...
La sera da mangiare era quasi sempre la pasta per papa' e qualcosa per noi, sabato sera la festa era la mafaldina calda con dentro l uovo fritto con il pepe e il sale, oppure il pomodoro e origano o melanzane fritte o pane cunzato, davanti la tv che era una sola ed era in camera dei miei genitori, mamma portava il pane nel vassoio e si mangiava.
Non era raro che a tavola si era muti perche' era arrabbiato, parlava con la mamma mentre mangiava e ripeteva le cose dette nella giornata, lei ascoltava e non diceva perche' sapeva che non l'avrebbe fatta parlare..magari si poteva essere felici ma ce lo tenevamo dentro il cuore, ognuno nella sua maniera e nel suo mondo interiore.. non c'era sole...non c'era luce..
Il tradimento era la l'ignoranza dei sentimenti che non li si sapeva dire...NON VI HO FATTO MANCARE MAI NIENTE....senza sapere che anche un abbraccio ci poteva scaldare il cuore..
Erano tante le giornate in cui si doveva nascondere la vita e vivere quella dei miei genitori...con il silenzio in bocca il cuore serio...a volte la troppa rabbia faceva scivolare lo sguardo sotto il tavolo tanto che non ci si poteva nemmeno guardare, volavano parole amare...Dumani non si nesci...niente televisore...susiti da tavola e vattinni a cuccari... era troppo arrabbiato e stanco dI TUTTO IL MALE..
Mille e mille volte mi sono sempre sentita che non mi si voleva bene..." se era per me manco uno ...lei ne ha voluti quattro...
Eravamo troppi...e lui era l unico a portare IL PANE a casa...eravamo i "figli della mamma"...eravamo troppi da fare mangiare...e lui da solo ha fatto troppo ...il cane per campare...
Sono troppi...
A volte le parole sono spade che offendono un equilibrio gia' precario di un'infanzia priva quasi di amore
Ad oggi non mi sono mai sposata e non ho avuto figli...perche' nel caso non avessi avuto nulla da mangiare, non avrei voluto mai offrire loro questo grande peso dentro il cuore.

Caterina
Dalla pagina "Donne in rinascita"

28/02/2023

Il Piemonte, a partire dal mese di marzo, inizierà ad offrire cure psicologiche con il progetto 'Psicologo delle cure primarie', che avrà l'obiettivo di individuare, per ogni Asl, psicologi che diventino punto di riferimento continuativo sul territorio per chi necessita di una prima presa in carico.
I crescenti bisogni psicologici di cui ogni giorno abbiamo testimonianza, continuano a trovare risposte attraverso le iniziative delle singole Regioni.
Risposte locali per i cittadini, che stanno a testimoniare ancora una volta l’esigenza di una legge quadro che riesca a istituire la figura dello Psicologo di base in tutto il Paese.
Per approfondire 🔽
https://www.quotidianosanita.it/piemonte/articolo.php?articolo_id=111205

13/02/2023

Sentirsi fatti di due metà apparentemente inconciliabili. Esiste davvero qualcuno che non l'abbia mai provato? Riconoscere in noi una parte che ama il nuovo in tutte le sue forme. Che ama nutrirsi esplorando la vita a caccia di tesori nascosti e aprendo costantemente nuovi capitoli della propria esistenza. Ma allo stesso modo sentire che un'altra parte non va d’accordo con la “fine” delle cose: ogni decisione o scelta che comporti una “chiusura” la spaventa. Nel dilemma si scatenano la paura di scegliere male, di affrontare un distacco, di pentirsene in futuro. Nel dilemma ci sentiamo paralizzati. Così, piuttosto che cambiare pelle, preferiamo indossare la nuova sulla vecchia. È succede che la nostra vita assomiglia sempre di più ad un armadio che straripa di vestiti, dove se scavi bene trovi anche la felpa del liceo, un po’ perché “mi ricorda un bellissimo periodo” e un po’ anche perché "non si sa mai, magari può tornare utile"...Eppure la vita, in realtà, è un baro, si diverte a cambiare le carte in tavola, ad imporre una scelta verso una direzione, a impedirci di continuare a tenere due piedi in una scarpa.
E allora che si fa? Decidiamo di dedicarci ad una scelta con tutti noi stessi solo perché è più semplice? Perché è razionalmente più sensata o,magari, perché è moralmente più condivisa? Oppure, al contrario, proprio quando il gioco si fa serio, ci rendiamo conto che ce l’eravamo fatta stare bene ma che, in fondo, non è la nostra scelta? Perché se è vero che le grandi scelte implicano di per sé l’abbandono di tutte quelle alternative che sono incompatibili, pronunciare i nostri “sì” ed il nostri “no” davvero autentici richiede consapevolezza e coraggio
E sono proprio le grandi scelte che ci fanno crescere perché ci avvicinano ad una versione migliore di noi stessi, più viva, attuale e soprattutto più vicina ai nostri desideri. E certe scelte, certe decisioni si muovono dentro di noi da talmente tanto tempo da essersi ingigantite ai nostri occhi. Da sembrare che rappresentino conquiste fuori dalla nostra portata, ma in realtà sono molto più semplici e naturali di quanto pensiamo.

Perché è così difficile ascoltare? Senz’altro perché ascoltare non è un bisogno, anzi. Ascoltare significa rinunciare a ...
07/01/2023

Perché è così difficile ascoltare? Senz’altro perché ascoltare non è un bisogno, anzi. Ascoltare significa rinunciare a soddisfare il proprio bisogno di esprimersi. Ma non è questo l’unico motivo.
Ascoltare vuol dire rinunciare a controllare (tutto). Significa accettare di lasciarsi guidare, dirigere e toccare dall’altro. Vuol dire concedere all’altro una libertà e un potere su di sé , come pure rinunciare (almeno momentaneamente) a utilizzare sull’altro il proprio potere.
Più profondamente, ascoltare significa anche correre il rischio di sentirsi confusi, di non capire l’interlocutore, di non riuscire ad aiutarlo e soprattutto di non poterlo salvare. C’è quindi una specie di lutto da vivere, quello della nostra onnipotenza“.

Patrice Ras

07/01/2023

Molti di noi ritengono che il trauma consista in grandi avvenimenti che compaiono nelle cronache. Veterani di guerra, sopravvissuti a catastrofi naturali e attentati (…); tuttavia, di fatto, per definizione, il trauma è qualsiasi evento abbia prodotto un effetto negativo duraturo.
(…) Quando si perde la pace interiore o non si è mai avuta, possono verificarsi importanti conseguenze fisiche e psicologiche, qualunque sia la causa. Al margine dei fattori scatenanti “triggers”, le cause possono essere rintracciate generalmente in antiche esperienze di vita.
Chiamiamo queste esperienze “trauma”.

Francine Shapiro

15/11/2021

Quando non sai più chi sei, riparti dal tipo di persona che vuoi essere. E poi mettiti in cammino.

"A prescindere da cultura alto o bassa, è il racconto della realtà che ti incunea la realtà nella testa, e te la fa espl...
01/07/2021

"A prescindere da cultura alto o bassa, è il racconto della realtà che ti incunea la realtà nella testa, e te la fa esplodere dentro. I fatti diventano tuoi o quando ti schiantano la vita, direttamente, o quando qualcuno te li compone in racconto e te li spedisce in testa. Che vuol dire anche: raccontare non è un vezzo da dandy colti, è una necessità civile che salva il reale da un'anestetizzata equivalenza. Il racconto, e non l'informazione, ti rende padrone della tua storia".

A. Baricco.
..la mappa non è il territorio. Ma è infinitamente più affascinante.

L’essere umano pur essendo un’entità distinta e separata dal tutto, in realtà è parte di un sistema più vasto costanteme...
30/06/2021

L’essere umano pur essendo un’entità distinta e separata dal tutto, in realtà è parte di un sistema più vasto costantemente in connessione con tutte le sue parti.

La mente quantistica: in questo breve scritto vorrei mettere in relazione due scienze all’apparenza molto distanti tra loro: psicologia del profondo e fisica quantistica. Queste due discipline sono nate da una base filosofica, culturale e sociale molto simile anche se si sono sviluppate attraverso...

22/06/2021

"Per spiegarci quali sono i meccanismi che le persone usano per rendersi difficile (se non un incubo) la loro vita quotidiana, Paul Watzlawick, psicologo e filosofo austriaco, in modo molto originale, evita la classica formula da manuale di auto-aiuto, quel “Per essere felici, dovete…”, e gioca con la natura paradossale della nostra mente. Attraverso le sue Istruzioni per rendersi infelici e, in modo molto semplice e divertente, ci suggerisce idee come le seguenti

- Afferratevi al passato, in modo da non avere tempo di occuparvi del presente.
- Fate dei pronostici su qualcosa che temete che accada, e prendetelo per certo. In questo modo, accadrà tutto il contrario di ciò che vorreste.
- Rifiutate ed evitate come la peste le situazioni che vi sembrano un rischio, anche se tutti vi dicono che non c’è nessun pericolo.
- Convincetevi del fatto che esiste una sola opinione corretta, la vostra, e accertatevi che le cose vadano sempre di male in peggio.
- Anche se le circostanze cambiano, mantenete sempre le strategie che in passato si sono rivelate vincenti.
- Cambiate i vostri pensieri per cambiare le vostre emozioni

L’arte di “rendersi infelici”, dunque, si può riassumere nell’abilità che abbiamo tutti di generarci da soli sentimenti negativi. La disillusione, la delusione, la frustrazione o la rabbia sono stati d’animo che ci rendono infelici, e peggiorano la nostra vita. Gli stati emotivi determinano i nostri comportamenti, che dipendono a loro volta da quello che pensiamo. Che fare allora? Agiamo sui nostri pensieri.
Se qualcuno ci “fa innervosire”, cerchiamo di cambiare il nostro modo di pensare e i preconcetti che abbiamo prima di relazionarci con quella persona.
Manteniamo il controllo sul "rumore" dei nostri pensieri irrazionali e coltiviamo un dialogo interno più costruttivo, obiettivo e, soprattutto, più positivo. Il cambiamento è sempre un percorso arduo e complesso, ma se ci ostinano a non uscire dalla nostra comfort zone (che, tutto sommato, se ci fa stare male tanto comfort non è!) e di cambiare certe idee e credenze radicate da tempo, ci sarà difficile cambiare e migliorare la qualità della nostra vita quotidiana. E in questo modo ci trasformeremo nei nostri principali nemici, ostacolando la nostra libertà personale ed emotiva.

L’unico cambiamento impossibile da portare a termine è quello che noi stessi non desideriamo.

10 regole per rendere la nostra coppia infelice1. Siate ipercritici! Tutte le critiche sono l’ideale per mantenere in st...
20/06/2021

10 regole per rendere la nostra coppia infelice

1. Siate ipercritici! Tutte le critiche sono l’ideale per mantenere in stato di allerta le difese del vostro compagno. Sputando sentenze sarete certi di non ottenere ciò che davvero volete da lui. Sminuire il valore delle sue parole quando siete arrabbiati o frustrati stimolerà lo scontro o la reazione di fuga.

2. Pretendete che il vostro compagno sia esattamente come voi. Voi e il vostro compagno dovreste avere gli stessi bisogni, desideri, simpatie e antipatie. Dovreste avere le stesse percezioni, sentimenti, esperienze. La compatibilità assoluta è la chiave di un rapporto noioso.

3. Evitate l’intimità impegnandovi in altre cose. Occupatevi di qualsiasi attività, pensiero o sentimento che evitino il coinvolgimento fisico o emotivo con il vostro compagno.

4. Quando siete arrabbiati usate per quanto possibile la seconda persona. Evitate di dire come vi sentite e descrivete invece le azioni per voi frustranti del vostro compagno. Utilizzate espressioni come “tu fai sempre…” e “tu non sei mai…” per assicurarvi che rimanga sulla difensiva e contraccambi sollevando gli occhi al cielo, emettendo profondi sospiri.

5. Decidete di fare qualcosa per il vostro compagno solo se vi promette di darvi qualcosa in cambio. La contrattazione è il metodo che assicura una minima crescita della vostra relazione.

6. Non fate progetti da fidanzatini. Evitate di dedicarvi ad attività divertenti e accogliete il senso di vuoto a dimostrazione del fatto che avete scelto la persona sbagliata.

7. Accentuate i difetti della vostra relazione. Quando siete lontani dal vostro compagno, pensate a quanto è cambiato da quando l’avete conosciuto. Concentratevi su ciò che sta andando storto nella vostra relazione e su tutto quello che lui non fa per voi.

8. Evitate di imparare nuove tecniche di comunicazione. Continuate a fare quello che fate, e impegnatevi in un monologo a senso unico. Parlate al vostro compagno come se tutto quello che dovesse fare fosse stare ad ascoltarvi. Non fate alcun tentativo di ascoltarlo. Così il vostro compagno si sentirà invisibile.

9. Assicuratevi di non dire al vostro compagno quello di cui avete bisogno o che desiderate. Dopo tutto ormai dovrebbe saperlo. Non diteglielo mai, ma proprio mai. Non lasciato intuire quello che vi tocca veramente il cuore. Confessare ciò di cui avete bisogno potrebbe indurre il vostro compagno a darvelo davvero, costringendovi poi a rifiutare la sua offerta perché avete dovuto dirglielo.

10. Pretendete che la vostra relazione sia una fiaba romantica. Vivete nell’illusione che l’attrazione romantica debba durare per sempre. Una volta che questa finisce e il vostro compagno non vi ravviva più l’amore, chiedete che ritorni al vostro sogno. E quando fallirà vi renderete conto che il sogno si è trasformato in incubo. Congratulazioni! Siete arrivati a destinazione!

E ora, se desiderate essere una coppia felice fate tutto il contrario.

Indirizzo

Piazza Dell'Indipendenza 21
Florence

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