21/09/2025
IL 19 e 20 Settembre si è svolta la Web conference
ARTE BENESSERE E SALUTE. SAPERI IN CONNESSIONE.
L’evento ha visto una larga partecipazione. Aveva il Patrocinio di IAAPs, vedeva l’Associazione Affiliata ALAP tra gli organizzatori ed Enrico Marchi tra i relatori. Roberto Boccalon ha portato i saluti di IAAPs e sviluppato una breve riflessione di cui si riporta il testo.
“ La dichiarazione di Alma Ata nel settembre 1978 riconosce che: la salute è un diritto umano fondamentale; non è assenza di malattia, ma completo benessere fisico, mentale e sociale; è un risultato sociale; la sua realizzazione richiede il contributo di molti settori, oltre a quello sanitario. Attualmente, nel complesso, i sistemi sanitari sono più manchevoli di quelli esistenti nel 1978 per l’oggettivo impoverimento della rete di servizi pubblici, ma anche per la persistente insufficiente attenzione culturale alla integralità della salute e dei suoi fattori. Un salutare benessere richiede una creativa connessione di saperi che valorizzi anche lo spettro delle arti. Il corpus della medicina si è strutturato sull’orizzonte del teatro anatomico e delle sue rigide certezze. La letteratura e le arti da secoli ci hanno però indicato concordemente, come precisa W. Shakespeare, che “Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni”. Anche la natura si inscrive in tale prospettiva. Una foto di microscopia elettronica evidenzia che le due eliche abbracciate del DNA sembrano isomorfe alle due figure abbracciate nel quadro di Klimt” Il bacio”. Le parole sono pietre miliari dell’avventura umana e strumenti preziosi per la sua narrazione: W. Shakespeare ammonisce: “Date parole al dolore: il dolore che non parla bisbiglia al cuore sovraccarico e gli ordina di spezzarsi.” Si va, lentamente, facendo strada la prospettiva di una medicina più narrativa. Talora però le parole, da sole, non bastano a contenere e comunicare immediatamente l'emozione e per dialogare si deve ricorrere ad altri codici espressivi. G. M. Edelman riconosce che la produzione estetica dal Neolitico ai giorni nostri è una struttura intermedia lungo la via del linguaggio, che garantisce un ponte tra l’esperienza del mondo e la sua pensabilità.
Le arti sono una risorsa preziosa nel to Cure e del to Care. Un paziente ricoverato per un grave scompenso psicotico disegna e poi nel colloquio descrive e commenta l’opera evidenziando il profilo di un pittore e un fantasma, colorato di giallo perché altrimenti non si vedrebbe, che si aggira in una grotta al buio tra cose vive e morte. Con una certa soddisfazione dice che il fantasma ad un certo punto si spiaccica contro la parete, così lo possiamo vedere. La vivace girandola di forme e colori, creata dall’impatto sembra richiamare la cifra di Mirò. Il paziente era privo di formazione culturale ed artistica. Non conosceva il mito della caverna di Platone, nè la pittura contemporanea. Attraverso un’immediata, prelogica narrazione iconica ha ha però potuto rappresentare il nodo fantasmatico che sottende l’espressione del sintomo psicopatologico, rendendone possibile una focalizzazione, una ridefinizione in senso maturativo ed una narrazione verbale. La realizzazione di un cartellone ha offerto ad un gruppo di adolescenti la possibilità di condensare iconicamente un’esperienza creativa poliennale e di riflettere su di essa. Dopo averlo portato in aula il loro prodotto ed averlo appeso alla parete, sopra la lavagna scrivono: “Un cartellone questo è stato il nostro prodotto; un cartellone che racchiude tutti i nostri ricordi, desideri, aspettative, delusioni e novità, ma soprattutto un po’ della nostra vita un po’ degli anni vissuti assieme” (E.);“Chi entrando in classe vede appeso alla parete quello striscione, che per la varietà dei colori potrebbe sembrare un manifesto pubblicitario, non immaginerà mai il lavoro che vi è dietro.Vederlo appeso là in alto era come vederci in uno specchio che rimandava la nostra immagine, la nostra storia” (S.).
Il paziente ricoverato e gli allievi di una classe liceale sembrano confermare l’affermazione di Susanne Langer:” L’opera d’arte è un simbolo non discorsivo che riesce ad articolare ciò che risulta ineffabile in termini verbali, essa esprime consapevolezza diretta, emozione, identità, la matrices del mentale”. I linguaggi delle arti possono accogliere, trasformare e rendere intellegibile il magma emotivo originario e inconsapevole. Essi si offrono come schermo su cui proiettare in modo immediato i profili del mondo interno e come specchio che facilita, all’interno di una relazione d’aiuto, un’interiorizzazione più consapevole di contenuti mentali primitivi ed il loro accesso al pensiero ed al linguaggio.
IAAPs, seguendo la rotta tracciata da Graziella Magherini, cerca di coniugare arte e salute in una prospettiva psicodinamica. Produzione e fruizione estetica possono essere preziose risorse, all’interno di diversi contesti operativi, perché la mediazione artistica aiuta a vedere da vicino, usando le parole di Lucio Dalla, “Come è profondo il mar“ del mondo interno di terapeuti e pazienti. Gaetano Benedetti riconosce che: “L’attività espressiva può diventare espressione della terapia, perché tanto il paziente che il suo terapeuta possono esperire nelle immagini e nei gesti delle fasi del comune percorso del processo interiore”. L’accostarsi a tale prospettiva, in una relazione d’aiuto, richiede di avere come bussola la consapevolezza che il linguaggio delle arti è un universo sconosciuto da esplorare con la curiosità dello straniero e la discrezione dell'ospite.