Dottoressa De Luca Arianna Psicologa

Dottoressa De Luca Arianna Psicologa Psicologa clinica iscritta all'Ordine degli Psicologi Toscana (n° iscrizione 7711, sezione A). Spec Sono esperta in mindfullness per bambini.

In qualità di psicologa, esperta in neuropsicologia dello sviluppo, mi occupo della valutazione e del trattamento dei Disturbi Specifici dell'Apprendimento, del potenziamento delle abilità scolastiche e delle funzioni cognitive. Organizzo un Doposcuola Specialistico per i bambini e ragazzi con DSA poiché intendo fornire loro strumenti e metodi per raggiungere la piena autonomia nello studio. Mi occupo di dare sostegno psicologico nelle seguenti aree:
- Difficoltà emotivo relazionali e del comportamento.
- Difficoltà di attenzione e concentrazione.
- Faticabilità e demotivazione scolastica.
- Scarsa autostima.
- Difficoltà nella socializzazione.
- Bullismo.
- Fobia scolare.
- Abbandono scolastico.
- Orientamento scolastico
- Sostegno alla genitorialità.
- Ansia.
- Sviluppo di autonomie. Scrivo sulla rivista italiana Cambiamenti che si occupa di fare informazione sui disturbi del neurosviluppo. Mi sto formando per diventare un RBT.

CELLULARE SÍ O CELLULARE NO?Voi cosa ne pensate?
16/11/2025

CELLULARE SÍ O CELLULARE NO?

Voi cosa ne pensate?

E tu, adulto, che fai?
Ti metti in fila anche tu dietro al “tutti”?
O ti ricordi che educare non significa obbedire alle mode, ma avere il coraggio di andare controcorrente?

Perché la verità è semplice:
lo smartphone non è un problema dei bambini.
È un problema degli adulti che hanno paura di dire NO
e ancora più paura di dire SÌ con responsabilità.

Un telefono non serve a crescere un figlio.
Serve un adulto presente, scomodo, coerente.

Vediamo come dovrebbe funzionare per davvero.

Prima cosa: smetti di giustificarti. Ascolta tuo figlio.

Dietro “ce l’hanno tutti” non c’è la voglia di un oggetto.
C’è il terrore di sentirsi escluso.

Guardalo negli occhi, non nel telefono che ti chiede.

Dì semplicemente:
«Capisco perché lo vuoi.»

E poi smetti di sentirti in colpa.
L’educazione non è una trattativa al ribasso.

Se dici SÌ, ricordati che non stai dando un telefono.

Stai dando potere.

Potere di confrontarsi, perdersi, imitare, sbagliare.
E questo potere va dato solo se sei disposto a esserci, davvero.

Quindi il SÌ funziona solo così:
• non glielo butti addosso per liberarti
• lo accompagni
• fissi confini che non si discutono
• ti prendi la responsabilità di guardare cosa fa e come sta

La tecnologia non cresce nessuno.
Gli adulti sì.
Ma devono volerlo.

Se dici NO, devi voler reggere la sua frustrazione.

E la tua.

Un figlio senza smartphone non muore.
Un figlio senza limiti sì.
Muore dentro, piano, senza nemmeno accorgersene.

Il NO va detto così:

«Non ancora.
E non perché non ti reputo capace, ma perché non voglio buttarti in un mondo che non sei pronto a reggere.»

Non si educa per paura di essere impopolari.
Si educa per amore del futuro dei figli.

La frase che gli dovresti lasciare addosso

Non importa cosa decidi.
Importa cosa gli arriva.

«Io scelgo per te.
Non per gli altri.»

Se tuo figlio capisce questo,
lo smartphone potrà anche averlo tardi.
Ma avrà qualcosa di molto più raro:
un adulto che ci mette la faccia,
non uno che segue la mandria.

POTENZIAMENTO DELLE FUNZIONI ESECUTIVELe funzioni esecutive sono un insieme di abilità cognitive che aiutano i bambini a...
13/11/2025

POTENZIAMENTO DELLE FUNZIONI ESECUTIVE

Le funzioni esecutive sono un insieme di abilità cognitive che aiutano i bambini a regolare pensieri e comportamenti per raggiungere un obiettivo. Includono la capacità di pianificare, mantenere l'attenzione, controllare gli impulsi, passare da un compito all'altro, ricordare e manipolare informazioni, e adattarsi ai cambiamenti.
Queste funzioni sono fondamentali per affrontare situazioni complesse, sia a scuola che nella vita di tutti i giorni.

Le modalità per strutturare un percorso di potenziamento cognitivo sono molteplici e possono essere adattate alle diverse fasce d’età.
Solitamente vengono usati:
1. training strutturati con programmi computerizzati o esercizi carta-matita o ancora attività guidate da professionisti.
2. Giochi cognitivi: cruciverba, labirinti, giochi di logica, memory, sudoku, giochi da tavolo (es. Jenga, Dobble, Monopoli).

Ricordate che non tutti i professionisti possono fare questa tipologia di lavoro.
Affidatevi a psicologi e neuropsicologi esperti così da non avere brutte sorprese! 😉

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09/11/2025

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I figli non soffrono perché mamma e papà si separano. La vera ferita non nasce da una firma su un foglio o da due case diverse. Nasce quando assistono a due persone che un tempo si amavano e che ora si feriscono. I figli stanno male quando vedono il padre e la madre parlarsi con rabbia, guardarsi con rancore, combattere una guerra che non li riguarda, ma che finisce per colpirli ogni giorno. Un bambino non ha bisogno di una coppia a tutti i costi. Ha bisogno di un papà e di una mamma che sappiano rispettarsi anche da lontano.
La sofferenza non è la separazione, ma il veleno dei litigi, delle parole cattive, del dolore che si respira in casa. Quando un genitore sceglie di restare in una relazione solo per i figli, in realtà non li protegge, li carica di un peso che non dovrebbero portare. Un giorno quei figli sentiranno il peso di una colpa che non è la loro, convinti che la loro felicità abbia tolto libertà ai genitori. La verità è che un figlio cresce sereno solo quando vede due adulti capaci di guarire da soli le proprie ferite, perchè solo così imparerà che la sua felicità non dipenderà mai da qualcun altro, ma dalla forza che porta dentro di sè.

08/11/2025

IL PDP PUO' DEVE ESSERE VISIONATO A CASA PRIMA DELLE FIRMA.

Tutti gli anni ricevo la stessa domanda dai genitori dei nuovi ragazzi che seguo.
Molti docenti affermano che il PDP non può essere visionato prima della data della riunione né da loro né dai professionisti esterni alla scuola, tipo me.

Ecco la legge.

Il Decreto Legislativo 33/2013, come modificato dal D.Lgs. 97/2016, riguarda la trasparenza e la pubblicità dell’attività amministrativa. Nelle scuole si applica ogni volta che un atto amministrativo (come il PDP) riguarda dati personali di un minore e diritti della famiglia.

Ora, veniamo al punto.

Il Piano Didattico Personalizzato (PDP) è un atto amministrativo a tutti gli effetti, elaborato dal Consiglio di Classe e da firmare anche dai genitori (art. 5 del DM 5669/2011, Linee guida della Legge 170/2010).
Il documento:

deve essere redatto con la partecipazione della famiglia;
non può essere imposto come un modulo già chiuso;
e deve poter essere visionato prima della firma, per assicurare il consenso informato.

[Addirittura la Legge Regionale Sicilia n. 13/2018, art. 8, comma 2, lettera c, lo dice in modo ancora più chiaro:
“La famiglia ha diritto a ricevere copia del PDP prima della sottoscrizione, anche al fine di una presa visione e di eventuali osservazioni.”]

Questo significa che il genitore ha tutto il diritto:
di vedere il PDP con calma (sì, anche 2–3 giorni o più, se serve);
di chiedere chiarimenti o modifiche;
e di riceverne una copia, anche in formato digitale, prima della firma.

Quanto all’uscita del documento dalla scuola:
✔️ Sì, può uscire.
Il genitore, in quanto titolare della responsabilità genitoriale e della privacy del minore, può richiederne copia.
La scuola può oscurare nomi dei docenti, ma non può negare la consegna del documento, perché il contenuto riguarda direttamente il minore e rientra nei diritti di accesso ai dati personali (artt. 15–22 del GDPR e art. 7 del D.Lgs. 196/2003).

In breve:

✅ il genitore può chiedere copia del PDP prima di firmarlo;
✅ la scuola deve concedere tempo per la visione;
✅ il PDP può uscire dalla scuola, su richiesta del genitore;
🚫 la scuola non può obbligare a firmarlo “subito” o “in sede”.

Da Gianluca Lo Presti - Psicologo

ℙ𝕠𝕥𝕖𝕟𝕫𝕚𝕒𝕞𝕖𝕟𝕥𝕠 𝔽𝕌ℕℤ𝕀𝕆ℕ𝕀 𝔼𝕊𝔼ℂ𝕌𝕋𝕀𝕍𝔼 & 𝕆ℝ𝕋𝕆𝔾ℝ𝔸𝔽𝕀𝔸Grazie al materiale di  e HomeMadeMamma le sessioni di potenziamento pre-ha...
30/10/2025

ℙ𝕠𝕥𝕖𝕟𝕫𝕚𝕒𝕞𝕖𝕟𝕥𝕠 𝔽𝕌ℕℤ𝕀𝕆ℕ𝕀 𝔼𝕊𝔼ℂ𝕌𝕋𝕀𝕍𝔼 & 𝕆ℝ𝕋𝕆𝔾ℝ𝔸𝔽𝕀𝔸

Grazie al materiale di e HomeMadeMamma le sessioni di potenziamento pre-halloween sono sicuramente più stimolanti e divertenti!

LA METAMORFOSI DEGLI OCCHIALI 👓 Faresti mai leggere un libro a un bambino miope senza i suoi occhiali?No.Perché non sare...
09/10/2025

LA METAMORFOSI DEGLI OCCHIALI 👓

Faresti mai leggere un libro a un bambino miope senza i suoi occhiali?
No.
Perché non sarebbe giusto.
Perché non riuscirebbe a vedere le parole.
Perché non è una questione di impegno, ma di strumenti.

Eppure accade.
Ogni giorno.
Quando chiediamo a un bambino dislessico di studiare senza mappe, senza sintesi vocali, senza tempi aggiuntivi.
Quando gli diciamo che “deve farcela da solo”, come se l’autonomia nascesse dal sacrificio e non dal supporto.

La Legge 170/2010 è chiarissima: il diritto allo studio per gli studenti con DSA passa attraverso strumenti compensativi e misure dispensative.
Non sono privilegi. Sono diritti.
Sono gli occhiali della mente, quelli che permettono di leggere il mondo con le proprie modalità.

Negare una mappa concettuale a uno studente dislessico è come togliere l’ossigeno a chi deve correre.
Vuol dire chiedergli di arrivare dove tutti arrivano, ma con le gambe legate.

E allora sì, accade.
Ma non dovrebbe più accadere.
Perché una scuola che toglie strumenti non insegna autonomia.
Insegna ingiustizia.

Da: Gianluca Lopresti

X Edizione della Settimana Nazionale della Dislessia: dal 6 al 12 ottobre.                        Il tema scelto per que...
07/10/2025

X Edizione della Settimana Nazionale della Dislessia: dal 6 al 12 ottobre. Il tema scelto per questa edizione è “Vivere la dislessia: tra opportunità e ostacoli”.

05/10/2025

FONTI SCIENTIFICHE SUI DSA

📌 DSA: dati, non opinioni.
Da: Lo Presti Gianluca

Negli ultimi anni si parla di “boom” di diagnosi DSA. La verità, confermata dalla ricerca scientifica, è diversa.

🔎 Gli studi epidemiologici dimostrano che i DSA non sono aumentati.
Già nel 1950, Rutter e Yule trovarono una prevalenza di dislessia fino all’8% nella popolazione scolastica (Rutter & Yule, 1975). Dati confermati da Critchley (1964) e da numerosi studi successivi, fino a meta-analisi moderne (Snowling & Hulme, 2012; Peterson & Pennington, 2015). Le percentuali restano stabili: tra il 3% e il 7% per la dislessia, a cui si aggiungono disortografia, disgrafia e discalculia.

📚 Perché allora sembra un “boom”?
Perché fino a pochi decenni fa erano invisibili: non c’erano strumenti diagnostici diffusi, né una legge che li tutelasse. La svolta arriva con la Legge 170/2010 e le Linee Guida MIUR 2011, che hanno imposto alle scuole di riconoscere i DSA e predisporre piani personalizzati. Non un’invenzione, ma finalmente un riconoscimento.

🧠 La causa non è la tecnologia né l’educazione familiare.
Le evidenze scientifiche mostrano che i DSA hanno basi neurobiologiche (Shaywitz, 1998; Gabrieli, 2009). Non dipendono dall’uso dei tablet né da genitori troppo “protettivi”. Strumenti digitali, anzi, se usati bene, possono essere un supporto compensativo.

📖 Il meccanismo sociale è ricorrente:
– I mancini erano etichettati come “pigri”.
– La balbuzie era considerata un difetto di carattere.
– L’autismo ridotto a “freddo affettivo dei genitori” (Bettelheim, 1967).
Oggi lo stesso pregiudizio tocca ai DSA.

👉 La scienza ci dice chiaramente che i DSA non sono una moda, ma una realtà stabile e documentata.

E-DUCAREPremessa:La parola "educare" deriva dal latino educere e significa "trarre fuori", "allevare" o "condurre fuori"...
29/09/2025

E-DUCARE

Premessa:
La parola "educare" deriva dal latino educere e significa "trarre fuori", "allevare" o "condurre fuori".
A differenza dell'istruzione (instruere, "mettere dentro"), che consiste nel trasmettere nozioni, l'educazione si concentra sull'aiutare una persona a sviluppare le proprie capacità e qualità interiori.

Quando l'apprendimento diventa solo una corsa al voto non ha efficacia.
L'apprendimento passa dalle emozioni.
La curiosità accende la mente.

Educare significa, quindi, accendere menti, non riempire pagelle.

NUOVI INIZI 🔑🧠📚Sono felice di poter condividere con voi, in maniera ufficiale, questo nuovo inizio lavorativo nell'équip...
25/09/2025

NUOVI INIZI 🔑🧠📚

Sono felice di poter condividere con voi, in maniera ufficiale, questo nuovo inizio lavorativo nell'équipe accreditata alla Regione Toscana CentroanchIO (che amo tanto e cui ho aspirato nel tempo).

Dopo anni di studi post lauream, di sacrifici economici e non, di notti passate a studiare per gli esami e per far quadrare tutto al lavoro e in famiglia, ore e ore di tirocini formativi da frequentare, sono arrivata al mio obiettivo!

Con tutta la mia umiltà e la mia forza di volontà ho sempre cercato di mettere insieme le mie competenze per arricchire la mia professione a 360°.

Sono cosí grata a chi ha creduto in me.

Che emozione vedere il mio sogno prendere forma!
Queste chiavi valgono tantissimo per me.

LETTERA A UN BAMBINO PER SIEGARGLI COS'È QUESTA COSA DELLA GLOBAL SUMUD FLOTILLAFacciamo un gioco. Tu hai 6 anni e io pr...
22/09/2025

LETTERA A UN BAMBINO PER SIEGARGLI COS'È QUESTA COSA DELLA GLOBAL SUMUD FLOTILLA

Facciamo un gioco. Tu hai 6 anni e io provo a spiegarti cos’è la Global Sumud Flotilla. Oppure sei già grande e hai un figlio, o una sorella più piccola, e stai cercando le parole giuste per raccontargli la più grande missione umanitaria a memoria umana.
Bambino, bambina, io provo a condividere con te le mie parole, e tu promettimi di impastarle con qualcuno dei tuoi sogni.

Partiamo dal nome.
Global Sumud Flotilla sono due parole inglesi e una araba. Global significa che non ci sono persone da un solo Paese, ma da 44 diversi Paesi, che partecipano a un’unica missione. È così che intendiamo la globalità. Flotilla significa insieme di navi, nel nostro caso soprattutto barche, che viaggiano insieme, principalmente a vela. E Sumud è la parola più bella, di origine araba, diventata simbolo della resistenza e della perseveranza del popolo di Palestina. La parola è araba ma ha acquisito senso soprattutto qui, in ambito palestinese: indica tenacia di fronte all’occupazione israeliana, e la volontà di esistere e per questo la necessità di resistere.

Bambina, bambino, i nomi sono importanti ma quello che ci metti dentro è ancora più importante. E dentro il nome Global Sumud Flotilla ci sono persone che hanno scelto di prendere un mese della propria vita e mettersi in viaggio, tutte insieme e su tante barche, per portare qualcosa da mangiare a chi ha molta fame. Per questo la nostra è una missione umanitaria. Niente di più, niente di meno.

Bambino, bambina, questa è la parte più straziante della storia: perché esistono persone che hanno fame e non possono mangiare? Inizio da qui: l’accesso al cibo e all’acqua non contaminata non è un problema locale, ma c’è un particolare Paese nel mondo – che tra l’altro ancora non è neanche riconosciuto come Paese, infatti non lo trovi su tutte le cartine geografiche – che sta subendo una fame indotta. Significa che non sarebbe un Paese povero, o con terre così aride da non poter avere cibo a sufficienza; però lo diventa perché c’è un altro Paese vicino – e questo sì che si trova su tutte le cartine geografiche – che impedisce agli abitanti della prima striscia di terra di procurarsi il cibo. O ad altri di farglielo arrivare. E anzi: sta affamando quelle persone cercando proprio di cacciarli via da quella terra e di prendersela loro. Come se fosse un risiko in cui questo Paese vicino ha già tutti i carri armati e vuole anche la proprietà dei dadi, e non gli basta vincere ma vuole proprio cacciarti dalla stanza e da casa tua.

In altre parole: c’è un Paese – si chiama Israele – che sta impedendo alle persone di Palestina di nutrirsi.

Bambino, bambina, Israele agisce così: immaginati pronto per il pranzo, hai molta fame e nel momento in cui mamma o babbo, la zia o un vicino di casa arrivano da te con un piatto di pasta al pomodoro, ci fosse qualcuno che dice loro: “Non si può, non è sicuro. Potrebbe mangiarle qualcun altro. Dallo a me quel piatto che glielo porto io”. E con la minaccia delle armi, tante armi, Israele si prende il piatto di pasta e lo butta via. Oppure te lo consegna e mentre mangi spara un po’ intorno a te e ogni tanto ti colpisce.

Bambino, bambina, noi oggi su queste barche siamo quelli che portano il piatto di pasta, diversi sughi e molti medicinali a chi oggi ha fame.

Ti diranno che siamo in vacanza e non è vero.
Ti diranno che siamo velleitari, inutili, sciocchi, utopici, e avranno invece un po’ di ragione. Perché le possibilità di riuscita di questa missione umanitaria, sono pochissime. L'esercito israeliano quasi sicuramente ci fermerà prima. Ma ti dico anche un’altra cosa: non sarà stato inutile perché avremo comunque tracciato una via, mostrato che scendere in piazza e per mare ha ancora un senso quando riesce ad aggregare persone intorno a un’idea. E che questa è un'idea giusta: aprire un varco, rompere un assedio. E che gli equilibri si possono cambiare solo così, facendo cose e costringendo i Governi a smettere d’ignorare il primo genocidio in diretta social.

Bambino, bambina, ti racconto questo.
Io sono il padre di due ragazze, una ha appena compiuto dieci anni e l’altra tredici, li ha compiuti questa settimana e oggi – domenica – mi ha mandato le foto della caccia al tesoro che sta preparando per i festeggiamenti di oggi pomeriggio, con le sue amiche. Avrei dovuto preparargliela io la caccia al tesoro, e invece oggi sono su una barca in direzione Gaza, con un po’ di mal di mare e la voglia di raccontare il mondo che cambia, trovando le parole adatte ogni giorno, per aiutarlo a cambiare davvero.

Bambina, bambino, mi sa che mi hai scoperto. Sto scrivendo a te pensando alle figlie mie, e non è così strano: io credo che tutte le bambine del mondo, tutti i bambini, debbano avere gli stessi diritti. Palestinesi, israeliani, italiani, ovunque si siano trovati a nascere, con un passaporto oppure con un altro. Tutti i bambini devono avere diritto di andare a scuola, come te. Mangiare come fai tu. Giocare ed essere felici, che per noi è importante e non è un'appendice.

La Flotilla è un canto intonato in mezzo a note stonate. Non siamo dissidenti, o disobbedienti. Siamo obbedientissimi alle leggi della comunità umana: dare da mangiare a chi ha fame e da bere a chi ha sete. Non sono slogan di un centro sociale, sono i principi di chi crede nelle parole e nelle azioni, e pensa che queste debbano viaggiare insieme.

Bambino, bambina, non ti ho detto tutto. Non ti ho raccontato delle azioni di guerra, dei bombardamenti e dei droni, delle immagini strazianti che girano, perché per spiegare quelle azioni non ho parole adatte per te, bambino, ma neanche per un adulto. Non so spiegarlo neanche a me stesso.

Poco forse so, ma quel poco lo racconto. Perché ricorda sempre: "Qualunque cosa si dica in giro, parole e idee possono cambiare il mondo!" come diceva il professor John Keating, alias Robin Williams ne L'attimo Fuggente, un film che dovresti vedere perché non è soltanto un film, e ha segnato i sognatori e le sognatrici della mia generazione.

- Saverio Tommasi -

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