Dott.ssa Claudia Rosi Psicologa-Psicoterapeuta

Dott.ssa Claudia Rosi Psicologa-Psicoterapeuta Mi occupo di di psicoterapia individuale per adolescenti e adulti, familiare, terapia di coppia e sostegno alla genotorialità.

Fare autobiografia è attivare processi di consapevolezza e cura di sé. ✒️📔Sono aperte le iscrizioni al laboratorio di es...
15/03/2022

Fare autobiografia è attivare processi di consapevolezza e cura di sé. ✒️📔

Sono aperte le iscrizioni al laboratorio di espressione autobiografica "Arte e parole"

‌Dal 1 aprile tutti i venerdì alle 17.00

6 incontri con cadenza quindicinale

a Pontassieve in via Montanelli 37

Per informazioni:
Claudia 3395757342
Rachele 3342808917

03/03/2022

DICHIARAZIONE DEL WORLD COUNCIL FOR PSYCHOTHERAPY AL GOVERNO RUSSO
Il World Council for Psychotherapy invita il governo russo a cessare immediatamente l'invasione dell'Ucraina, fermare la guerra, rispettare il diritto internazionale e riportare tutte le truppe e le armi russe nel proprio paese d'origine.

Come psicoterapeuti è nostra convinzione che un'invasione militare non permetta mai di risolvere i problemi e non raggiunga mai gli obiettivi prefissati.Crea invece danni immensi e provoca distruzione su più livelli, che possono riverberarsi di generazione in generazione.

Ne scaturisce sofferenza interiore ed una dimensione traumatica profonda, sia nelle famiglie che nell'individuo, a livello somatico, mentale ed emotivo.

Il mondo della psicoterapia crede fermamente nell'impegno in negoziati pacifici,nel dialogo e nel dibattito per la risoluzione dei conflitti, e condanna guerra e violenza.

Chiediamo al governo russo di fermare la guerra e ristabilire la pace con diplomazia, in modo ponderato e con rispetto reciproco.

Ci auguriamo che prevalgano i più alti principi dell’umanità, e auspichiamo con tutto il cuore che si possa trovare una soluzione che ripristini la libertà.

NO WAR! 🌈🕊️

Nuove collaborazioni🥰
11/02/2022

Nuove collaborazioni🥰

05/12/2021

Molto spesso scegliamo di non pensare alle perdite, ci riempiamo la vita di cose perchè non vogliamo attraversare il dolore . Non è facile, questo è chiaro, ma non attraversare quel dolore, non piangere è un alimento incredibile per la tristezza che puo' portare alla depressione . Bisogna piangere, urlare e abbracciarla la signora, solo cosi' lei se ne andrà.

Si parte con una nuova avventura!! 😍😍
07/02/2021

Si parte con una nuova avventura!! 😍😍

Nuovi progetti all'orizzonte in casa Iaf.f- Dall'inizio di questo nuovo anno, l'equipe di VALUTAZIONE SISTEMICA è al lavoro nel progetto "PSYCHÈ", con la supervisione del Direttore, dott. Gianpaolo Lombardi.

"" ..per una comprensione sistemica della complessità e specificità della persona nel suo universo relazionale"

Certe separazioni innescano conflitti che sembrano non esaurirsi mai. Il legame con il partner che non può essere tenuto...
07/12/2020

Certe separazioni innescano conflitti che sembrano non esaurirsi mai.

Il legame con il partner che non può essere tenuto in vita in altre maniere trova come unica via la strada della rabbia. L'altro diviene la causa di tutti i mali, colui verso il quale vengono riversate tutte le colpe.
Questo riflettere una difficoltà ad elaborare il lutto per la storia finita.

'In questa condizione di blocco del processo di elaborazione del lutto che si attiva il “legame disperante”, ovvero quel particolare tipo di legame in cui, accanto a un elevato livello di conflittualità e all’assenza di forme di cooperazione, permane una segreta speranza di riconciliazione con l’ex-partner (Cigoli, Galimberti e Mombelli, 1988)'

IL “LEGAME DISPERANTE”: QUANDO LA SEPARAZIONE DIVIENE INACCETTABILE
(S.Timitilli)
"Quando una coppia si separa ciò implica che almeno uno dei due coniugi o entrambi siano giunti alla conclusione che quella crisi, che si trascina ormai da tempo, non sia più risolvibile e che ciò che si ha di diverso sia maggiore di ciò che si ha in comune. La fine della relazione sembra portare a più vantaggi rispetto al suo proseguimento e si decide così di separarsi.
Dal momento, però, che la soglia di discriminazione del “punto di non ritorno” è soggettiva, nella maggior parte dei casi ci troviamo dinnanzi a una decisione impari e unilaterale, ovvero uno dei due coniugi è più determinato nella propria scelta, mentre l’altro la subisce.
Indipendentemente che la separazione sia scelta attivamente o subita, essa costituisce un lutto per la persona coinvolta: “muore” un progetto di vita e con esso tutti gli investimenti emotivi e affettivi connessi.
Così come quando viene a mancare una persona cara, ciascun coniuge dovrà affrontare il lutto, ovvero quel processo di adattamento che ogni individuo mette in atto per affrontare una perdita. Gli ex-coniugi dovranno allora attraversare tutte le quattro fasi di elaborazione che lo contraddistinguono (Bowlby, 1983), passando dallo shock iniziale alla graduale presa di coscienza della perdita, caratterizzata dallo spasmodico tentativo di recuperare il bene perduto o di non perderlo ulteriormente. Emozioni di rabbia lasceranno col tempo spazio a sensazioni di sconforto e disperazione, derivanti dalla lacerante consapevolezza che ciò che è perso non è più recuperabile. Questo doloroso processo si concluderà, nel lutto sano, con l’accettazione della perdita e la riorganizzazione del proprio mondo interno (Rainone e Mancini, 2018).
Un lutto, però, può anche non risolversi in modo funzionale e, in questo caso, ci troviamo dinnanzi a un lutto complicato in cui la persona risulta bloccata in una delle fasi di elaborazione, senza mai giungere all’accettazione dell’evento e alla riorganizzazione della propria vita.
Come un lutto può essere affrontato e superato, la stessa cosa vale per la separazione. Ciò avverrà quando le persone coinvolte riusciranno ad elaborare il lutto legato alla perdita di quel particolare progetto di vita, raggiungendo quello che Bohannan (1973) ha chiamato “divorzio psichico” ovvero la possibilità di sperimentare fiducia in se stessi e nelle proprie capacità a prescindere dalla presenza dell’ex-partner. Il raggiungimento del divorzio psichico consente agli ex-coniugi di investire con consapevolezza sul proprio futuro e sviluppare nuovi progetti e nuove possibilità di vita.
Non tutte le coppie, però, riescono a raggiungere tale step, rimanendo immerse nella sofferenza e nella rabbia per ciò che si è perso e per il torto che si sente di aver subito. Gli ex-coniugi rimangono così bloccati nella fase di protesta, in cui prevalenti sono le emozioni di rabbia, la percezione di ingiustizia per il danno subito e il desiderio di vendetta. Lo scopo che guiderà l’azione sarà allora quello di ottenere il giusto risarcimento e l’iter processuale manterrà l’investimento su questo scopo: il giudice verrà investito dagli ex-coniugi della funzione di decretare chi è colpevole e chi è innocente, chi ha torto e chi ha ragione. Le persone rimangono in questo modo prigioniere della non accettazione e dell’incapacità di vedere se stessi in un’altra dimensione che non sia quella del conflitto con colui che si considera essere la “fonte di tutti i mali”.
È in questa condizione di blocco del processo di elaborazione del lutto che si attiva il “legame disperante”, ovvero quel particolare tipo di legame in cui, accanto a un elevato livello di conflittualità e all’assenza di forme di cooperazione, permane una segreta speranza di riconciliazione con l’ex-partner (Cigoli, Galimberti e Mombelli, 1988). Il rapporto con l’ex-partner non può più essere mantenuto in vita, ma spezzarlo definitivamente comporterebbe una profonda angoscia che viene evitata perché portatrice di troppa sofferenza. L’altro diviene allora il “male”, a cui si resta legati attraverso l’attribuzione di tutte le colpe all’altro ed è proprio questa visione che alimenta il desiderio di distruggerlo per vendicarsi del torto subito, utilizzando tutti i mezzi a disposizione dal punto di vista giuridico, economico e psicologico. Laddove siano presenti dei figli, anche questi diverranno un mezzo per colpire e denigrare l’ex-partner, mantenendo così in vita il legame con lui.
In quest’ultimo caso la persona, presa dal conflitto e dal desiderio di vendetta verso l’ex-partner, perde la visione di sé come genitore, perdendo la consapevolezza delle proprie responsabilità e dei propri compiti in veste di madre o padre. Come sottolineano Bogliolo e Bacherini (2005), il disordine relazionale pervade l’area della genitorialità e gli ex-coniugi non riescono più a tenere conto e rappresentarsi quelli che possono essere i bisogni dei loro figli. Questi ultimi, con le loro emozioni e la loro sofferenza, rimangono sullo sfondo mentre la scena viene interamente occupata dal conflitto genitoriale.
In questa condizione, spesso, ciascuno dei due ex-coniugi ritiene di essere anche il genitore più idoneo a prendersi cura dei figli, non ponendosi in discussione e pretendendo al tempo stesso che ciò venga riconosciuto a livello legale tramite l’esercizio dell’affidamento. Questo meccanismo alimenta ulteriormente il conflitto che si sposta nell’aula di tribunale e che può condurre a fenomeni quali le false denunce (“l’altro presenta stili di vita non idonei per un minore”, “l’altro è negligente nei confronti dei bisogni del figlio”), nel tentativo di screditare l’altro coniuge e vincere la battaglia dell’affidamento.
Riuscire a superare un evento come una separazione e, in particolare, una separazione conflittuale richiede innanzitutto un lavoro su se stessi: attraverso l’elaborazione e la comprensione del fallimento del legame di coppia ed entrando in contatto con il dolore di questa perdita, si potrà procedere con l’accettazione di questo evento, iniziando col tempo a investire su di sé e sulle proprie risorse. Riuscendo a raggiungere il divorzio psichico, la persona si libererà dal legame disperante in cui era imprigionato e potrà tornare a svolgere in modo funzionale anche il suo ruolo di genitore".
Bibliografia:
Bogliolo, C. e Bacherini, A. M. (2005). Bambini divorziati. Separazione, figli, controversie tra genitori. Elementi di mediazione familiare. Edizioni Del Cerro.
Bowlby, J. (1983). Attaccamento e perdita. Boringhieri.
Cigoli, V., Galimberti, C. e Mombelli, M. (1988). Il divorzio come dramma di genitori e figli. Raffaello Cortina Editore.
Luberti e C. Grappolini (2017). Violenza assistita, separazioni traumatiche, maltrattamenti multipli. Erikson
Rainone A. e Mancini F. (a cura di) (2018). La mente depressa. Franco Angeli.
Vito A. (2017). La perizia nelle separazioni. Franco Angeli

Sul desiderio...Talvolta ci sembra difficile guardare al lungo periodo. Momenti. Come quelli che stiamo vivendo o nei qu...
25/11/2020

Sul desiderio...

Talvolta ci sembra difficile guardare al lungo periodo.
Momenti. Come quelli che stiamo vivendo o nei quali le contingenze sembrano obbligarti a rimanere lì, concentrati sul problema, e non si riesce ad alzare lo sguardo. In tutti quei momenti sembra impossibile riuscire a coltivare una dimensione del desiderio.

Desiderare deriva dal latino _de-sidera_ e significa "mancanza di stelle", nel senso di _avvertire la mancanza di buoni presagi_. Questa mancanza ha però anche un'accezione positiva, quella di una spinta che caratterizza, in ogni direzione, la ricerca di altro.

E allora è vitale riuscire a trovare, anche in momenti in cui non è semplice guardare lontano, questo spazio del desiderio.
Che siano piccoli o grandi progetti, coltivare una dimensione dove continuare a sognare permette di mantenere lo sguardo all'orizzonte. E al futuro.

"Anche il sogno più inatteso è un rebus che nasconde un desiderio, oppure il suo rovescio, una paura. Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure, anche se il filo del loro discorso è segreto, le loro regole assurde, le prospettive ingannevoli, e ogni cosa ne nasconde un'altra."

Italo Calvino. Le città invisibili

"Senza la scuola, i ragazzi rischiano di rimanere in uno stato fluido dove possono provare tante strade e sensazioni, se...
19/11/2020

"Senza la scuola, i ragazzi rischiano di rimanere in uno stato fluido dove possono provare tante strade e sensazioni, senza canalizzarle nel giusto modo."

Intervista alla psicoterapeuta Oliverio Ferraris: "I giovani hanno spirito d'iniziativa, ma va indicata loro una strada da seguire"

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Martedì 09:00 - 20:00
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