29/08/2022
Maria è una ragazza di 35 anni che, dopo questa richiesta d'aiuto, ha cominciato con me un percorso di psicoterapia psicodinamica. Ha voglia di comprendersi e paura di trovare in lei "qualcosa che non va".
Dopo qualche tempo dall'inizio del lavoro terapeutico, Maria si impegna molto, dà alla terapia tutte quelle informazioni che reputa importanti e riflette sulle sedute tra l'una e l'altra. Improvvisamente, dopo una seduta emotivamente impegnativa, Maria arriva tardi alla successiva, attacca sarcasticamente la terapeuta e la terapia e sembra sottrarsi al lavoro.
Attraverso un accurato ed approfondito lavoro basato su una buona alleanza terapeutica, io e Maria cominciamo a lavorare sul transfert, rendendo evidente come il comportamento messo in atto con il suo compagno sia stato riprodotto nel lavoro terapeutico. Dopo alcune sedute, Maria ammette di essersi sentita in fase di chiusura, difesa, murata, arrabbiata. Cosa succede?
Nella sua esperienza di crescita psichica, Maria ha sperimentato con le sue figure di riferimento rapporti nei quali si è sentita alternativamente accolta e poi respinta, sentendosi profondamente tradita. I suoi Modelli Operativi Interni si sono strutturati attorno a questo vissuto: l'altro è imprevedibile, spaventante, subdolo, respingente se ti avvicini troppo, lancia frecce addosso proprio quando ti sei esposto. Lei, Maria, è spinta verso l'altro, ha bisogno di una sana accoglienza, di una percepita reciprocità, e, proprio come in terapia, si coccola nel rapporto con l'altro e si impegna affinché tutto possa funzionare, prima di murarsi, indietreggiare, attaccare. "Ho capito che quando mi apro all'altro lo faccio con spontaneità, perché ne ho un bisogno profondo. Poi, all'improvviso, è come se dentro di me scattasse una paura molto forte, una voce che mi dice . Comincio ad essere certa che verrò tradita, di non essere amata abbastanza, comincio a pensare che sono stata la più stupida del mondo a dare ciò che ho dato, ad essere arrabbiata con me stessa tanto che vorrei cancellarmi, comincio quasi a meditare vendetta per cose che in realtà non esistono. Il punto è che sono talmente convinta di ricevere sofferenza, che mi convinco di dovermi preparare a farvi fronte".
Maria sta per concludere il suo percorso terapeutico, e riporto la sua storia così come lei ha chiesto e dopo aver lavorato anche su questo.
Ovviamente questo stralcio riportato non rende giustizia nè al lavoro svolto da Maria nè alle complesse dinamiche di una psicoterapia psicodinamica; vuole essere, invece, un invito alla riflessione sulle possibilità di un percorso di psicoterapia.