Dott. Fabio Biviglia

Dott. Fabio Biviglia Psicologo cognitivo-comportamentale: consulenze, somministrazione test, diagnosi sostegno e riabilitazione psicologica.

23/09/2025

Negli ultimi anni è circolata l’idea che l’uso di paracetamolo (acetaminofene) in gravidanza possa aumentare il rischio di autismo. Anche Donald Trump ha gettato benzina sul fuoco citando uno studio osservazionale come “prova” del legame.

Tuttavia, lo studio citato da Trump (Bauer et al., 2021) è debole: pur trovando un’associazione statistica è solo uno studio osservazionale, e non dimostra nessuna causalità , non tiene conto di fattori confondenti come febbre o infezioni materne, per come è stato condotto presenta potenziali bias di selezione ed i risultati non sono stati replicati.

Al contrario, uno studio molto più solido pubblicato su JAMA (Ahlqvist et al., 2024) ha analizzato oltre due milioni di bambini nati in Svezia tra il 1995 e il 2019 usando un disegno metodologico innovativo, il confronto tra fratelli, per ridurre fattori familiari e genetici.
Risultato: nessuna associazione significativa tra paracetamolo e autismo, ADHD o disabilità intellettiva.

Altri studi di coorte su larga scala, come il Danish National Birth Cohort (Liew et al., 2016) e il Norwegian Mother and Child Cohort Study (Brandlistuen et al., 2013), hanno riportato risultati incoerenti, rafforzando l’idea che eventuali segnali osservati in passato possano essere spiegati da condizioni cliniche sottostanti piuttosto che dall’uso del farmaco.


Le istituzioni sanitarie internazionali, inclusi l’OMS e l’American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG), ad oggi confermano che non ci sono prove di un legame causale e ribadiscono che il paracetamolo rimane il farmaco di prima scelta per dolore e febbre in gravidanza, se usato correttamente.

17/09/2025

La tutela del benessere psicologico dei giovani costituisce una priorità per l’intera comunità educativa.

La Dottoressa Claretta Femia, Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Liguria e consigliera CNOP, è intervenuta sul caso del 14enne che si è tolto la vita in provincia di Latina dopo episodi di bullismo.

«Oggi rispetto al passato, la scuola deve essere un luogo che accolga e non solo che faccia valutazioni rispetto alla performance dei ragazzi». ha sottolineato. Un richiamo che riguarda anche le famiglie: «Noi adulti dobbiamo leggere oltre i cali di rendimento, perché spesso rappresentano segnali di un disagio».

«Gli adulti hanno delle responsabilità, tanto più se i ragazzi le segnalano. Il nostro ruolo è quello di un ascolto attento, senza giudizio». E ha evidenziato come «alla base del bullismo vi sia una mancanza di empatia, che rende necessario investire seriamente nell’educazione all’affettività».

Un impegno che richiama la responsabilità di tutta la comunità educativa nel garantire ascolto, sostegno e prevenzione.

02/09/2025

Siamo diventati esca per una finta empatia digitale.
I chatbot ci lusingano, i social ci promettono connessioni, ma ci ritroviamo sempre più soli.

Luca Bernardelli, Psicologo dell’esperienza digitale, avverte: “Il nostro bisogno di appartenenza è stato hackerato. Non per darci un amico, ma per generare profitto. E così il corpo smette di fare esperienze autentiche, mentre il cervello si abitua a un interlocutore artificiale sempre compiacente”.
Una dinamica che colpisce in particolare gli adolescenti, travolti da strumenti pensati per menti adulte. Smartphone, social e chatbot spesso ipersessualizzati diventano canali di isolamento, dipendenza e manipolazione.

Serve un’educazione digitale che restituisca centralità alle relazioni vere. Riscoprire il valore di un’amicizia in carne e ossa è oggi un atto di resistenza.

Per leggere l’articolo 👉🏼 https://www.ilgiornale.it/news/politica/siamo-esca-finta-empatia-virtuale-torniamo-ad-avere-amici-2529770.html

07/08/2025

L'arte può fare bene. Non è un'intuizione recente, ma un dato sempre più consolidato dalla ricerca.

Lo conferma anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità: secondo il Rapporto OMS 2019, le attività artistiche e culturali contribuiscono in modo significativo alla prevenzione, gestione e trattamento di numerose condizioni di salute fisica e mentale.

La "prescrizione culturale" è un approccio che integra esperienze artistiche, naturalistiche e culturali nei percorsi di promozione della salute. Non sostituisce la cura, ma la accompagna, la rafforza, la rende più accessibile e partecipata.

In Italia, esperienze pubbliche e sperimentazioni locali stanno dimostrando che musei, siti archeologici e spazi verdi possono diventare luoghi di rigenerazione emotiva e relazionale. Il contatto con l'arte, se accompagnato e contestualizzato, può sostenere processi terapeutici, migliorare la qualità della vita, attivare risorse personali.

La psicologia può contribuire a valorizzare queste attività, misurarne l'impatto, integrarle in politiche pubbliche orientate al benessere collettivo. Anche la cultura, se fondata su una visione relazionale e inclusiva, può diventare prevenzione.

Leggi l'articolo 👉🏼 https://bit.ly/arteculturale

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Via Monte Acuto 49
Foligno
06034

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