21/10/2025
Lo sapete come iniziano le loro confessioni i ragazzi?
“Sembrerà una cosa banale...",
"Lo so che non è un problema grave…”,
“Forse esagero…”,
Eppure, nei loro occhi c’è il peso di qualcosa che per loro è enorme.
Frasi come
“sono problemi questi?” o “quando avrai i problemi miei allora capirai”
sono spesso pronunciate dai genitori con l’intento di ridimensionare le difficoltà dei figli, ma in realtà possono avere effetti profondamente invalidanti e tossici.
Ecco perché:
1. Svalutano il vissuto emotivo del figlio
Ogni età ha i suoi problemi e, per un adolescente, una delusione amorosa, un litigio con un amico o una bocciatura possono avere un impatto emotivo enorme. Dire che “non sono veri problemi” significa dire indirettamente: “non sei legittimato a soffrire”.
2. Caricano il minore di responsabilità adulte
Quando si paragona il carico di un figlio a quello di un adulto (“vedrai quando pagherai le bollette”), si impone un confronto ingiusto e si scarica su di lui una realtà che non è in grado di gestire, anticipando un peso che non gli compete ancora.
3. Creano distanza emotiva
Il figlio smetterà di confidarsi, sentendosi giudicato o non ascoltato. Invece di costruire un dialogo, si crea un muro.
4. Impediscono lo sviluppo dell’empatia
Un bambino o adolescente che cresce sentendosi sminuito rischia di replicare il modello, non imparando ad accogliere né le proprie né le altrui emozioni.
Cosa sarebbe più sano dire?
Frasi come:
“Capisco che per te questo è importante”
“Raccontami, ci sono per te”
“Anche se ora ti sembra enorme, troveremo insieme un modo”