Dott.ssa Marina Izzo - Psicoterapeuta

Dott.ssa Marina Izzo - Psicoterapeuta Psicologa - Psicoterapeuta Sistemica Relazionale. Psicodiagnosta. Esperta in Criminologia

⏳A Settembre rallenta...respira...ma soprattutto: NON PRENDERE DECISIONI! ⛔✋🏼Nelle immagini 👇🏼 vi spiego il perchè 😊
16/09/2025

⏳A Settembre rallenta...respira...ma soprattutto: NON PRENDERE DECISIONI! ⛔✋🏼

Nelle immagini 👇🏼 vi spiego il perchè 😊

Un evento gratuito aperto alle famiglie della X municipalità per esplorare con attività ludiche e creative le varie sfac...
06/06/2023

Un evento gratuito aperto alle famiglie della X municipalità per esplorare con attività ludiche e creative le varie sfaccettature della relazione padre - figlio...

Il polo territoriale per le famiglie della X Municipalità del comune di Napoli è lieta di invitarvi l'11 giugno 2023 dalle ore 10:00 fino alle ore 13:00 all'iniziativa "Come nasce un papà? Il viaggio all'incontro- dall'arrivo alla partenza.



Iniziativa gratuita aperta a tutti i genitori della X municipalità del comune di Napoli!!!
15/03/2023

Iniziativa gratuita aperta a tutti i genitori della X municipalità del comune di Napoli!!!

Sapevate che il 10 Ottobre è la giornata mondiale della Salute Mentale?Ma cos'è la salute mentale? Quando Freud dovette ...
10/10/2021

Sapevate che il 10 Ottobre è la giornata mondiale della Salute Mentale?
Ma cos'è la salute mentale? Quando Freud dovette spiegare la differenza tra salute e malattia mentale rispose che “una persona è sana quando è in grado di lavorare e quando riesce ad amare”, non escludendo pertanto il dolore o l'assenza di sintomi dalla sua definizione. Partendo dal presupposto che per lavoro non intendesse il lavoro in sé ma la capacità di perseguire un obiettivo e che per amore non intendesse l'innamoramento ma la capacità del prendersi cura, ne consegue che la sanità mentale non è uno stato d'essere... bensì è un processo! Non è qualcosa da raggiungere e conservare ma un percorso di approfondimento, una strada su cui stare e una scelta da ribadire. E in tale percorso non è importante l'assenza di dolore, ma bensì la sua consapevolezza.
Francesco Burdin nel "Un milione di Giorni" scrive: "La gente preferisce la salute del corpo a quella dell'anima. Perché le magagne del corpo, oltre che destare sofferenza a chi ne è l'usufruttuario, sono visibili e destano ribrezzo e pietà. Quelle dell'anima si occultano benissimo". Ecco io penso che la vera Salute Mentale sia la capacità di non occultare il "ribrezzo dell'anima", ma di comunicarlo e di condividerlo, la sofferenza non è mostruosa...ma è una parte stessa dell'esistenza umana.

Settembre.Il primo gennaio.Il primo giorno di ogni mese. Il lunedì. I solstizi e gli equinozi.Abbiamo continuamente biso...
01/09/2021

Settembre.
Il primo gennaio.
Il primo giorno di ogni mese.
Il lunedì.
I solstizi e gli equinozi.
Abbiamo continuamente bisogno di nuovi inizi. Di qualcosa che ci dica: “Non importa se hai fallito, ora puoi ricominciare”.

(Fabrizio Caramagna)

Si Ricomincia!

La felicità non è un posto in cui arrivare ma una casa in cui tornare...cita un proverbio arabo...ma proprio recentement...
23/07/2021

La felicità non è un posto in cui arrivare ma una casa in cui tornare...cita un proverbio arabo...ma proprio recentemente mi sono soffermata su come si sia stravolto il senso della parola "casa" nell'ultimo anno e mezzo. La casa infatti non è stato più il rifugio in cui tornare...ma la prigione in cui siamo stati obbligati a rimanere. I luoghi individuali e comuni si sono trasformati: la cucina si è trasformata in aula scolastica...il salotto nell'ufficio...e la camera da letto nella palestra. Le tecnologie rappresentano ancora di più il prolungamento di noi stessi...dal: "stai sempre con il cellulare in mano" siamo passati a "muoviti accendi il cellulare e collegati alla lezione...equipe...meeting...ecc" e con quali conseguenze? Come dice Fausto Gianfranceschi uscire di casa e tornare a casa...sono due gesti quotidiani in apparenza banali ma invece hanno un formidabile senso simbolico: se non esci ti avveleni, se non torni ti perdi.
E forse in questo periodo storico così particolare...in cui tutte le certezze...perfino il senso di casa è stato stravolto...ci sentiamo così: avvelenati e persi.

Lunedì 28 Giugno alle ore 15.00 interverrò al Seminario "Crescere Insieme: dalla gabbia al trampolino" in qualità di Coo...
23/06/2021

Lunedì 28 Giugno alle ore 15.00 interverrò al Seminario "Crescere Insieme: dalla gabbia al trampolino" in qualità di Coordinatrice del Centro per Le Famiglie dell'ambito 12.
L'evento si terrà a Pozzuoli (in via martini) ma potrà essere seguito in diretta facebook sulla pagina della Cooperativa Il Quadrifoglio.

Il 28 Giugno alle ore 15.00 saremo in diretta facebook sulla pagina della Cooperativa Il Quadrifoglio con il nostro seminario "Crescere insieme: dalla gabbia al trampolino"...vi aspettiamo ☺️

Siamo abituati a dire ‘io mi chiamo ‘ ma in realtà sono gli altri a chiamarci: i nostri genitori scelgono un nome per no...
08/03/2021

Siamo abituati a dire ‘io mi chiamo ‘ ma in realtà sono gli altri a chiamarci: i nostri genitori scelgono un nome per noi alla nascita, e noi impariamo a identificarci con quello. I nomi hanno sempre un significato, non soltanto in senso etimologico, e ognuno porta con sé una storia con un’origine e, probabilmente, un destino…...
Proprio per questo motivo ogni bambino che nasce dovrebbe essere considerato come una nuova vita, una nuova coscienza vergine da ogni peso o trauma del passato; purtroppo, spesso accade il contrario: capita che il bambino appena nato abbia sulle spalle un’eredità pesante da portare e che condizionerà il suo futuro: il suo nome potrà essere lo specchio di una ferita del suo albero genealogico.

Il nome da dare al bambino è una scelta importante perché lui lo porterà per tutta la sua vita, ma in alcune circostanze sembra che a farci scegliere un nome piuttosto di un altro, sia il nostro inconscio, che proietterà sul nascituro le nostre speranze ma anche le nostre ferite.

Molte persone portano lo stesso nome di un membro deceduto della loro famiglia (lo zio deceduto da giovane in un incidente, la nonna tanto amata, ecc.) come se si cercasse inconsciamente di riportare una parte di loro in vita attraverso il nuovo membro della famiglia. A questa giovane vita che si apre al mondo, si carica già sulle spalle il fardello di chi è passato prima di lui e che portava lo stesso nome.
Il passato condiziona così inevitabilmente presente e futuro incastrando il nuovo nascituro nella trappola più perversa dell’albero genealogico: la ripetizione.
Questa ripetizione e tutto ciò che comporta incanalerebbe in qualche modo la vita del nuovo membro su un sentiero che lui non sceglie ma che gli viene imposto, e così la sua capacità di creare, innovare, inventare, verrebbe ridotta, bloccata, a volte completamente castrata.
La creazione di qualcosa di nuovo nell’albero genealogico è ostacolata dall’imitazione del passato: non c’è l’apporto di linfa nuova. Il ciclo della vita non si apre più verso l’esterno ma si chiude e si concentra in sé: in un ciclo involutivo e non più evolutivo.
Al nuovo membro non è permesso essere se stesso, l’albero lo costringe ad essere una mera fotocopia di chi è venuto prima di lui, a perseguire l’operato dell’altro e non il suo. E così, questa nuova vita viene “sacrificata” per rispondere ai nodi dell’albero genealogico: lui è solo un mezzo per ripetere il passato, non è riconosciuto come persone, come coscienza individuale.

In quest'ottica risulta pertanto importante che il nome del bambino sia UNICO come lui. Ogni bambino che nasce deve avere il diritto di portare un nome che sia esclusivamente suo. È una creatura unica, portatrice di una coscienza individuale irripetibile e le va riconosciuta la sua unicità e autenticità. Non dovrebbe essere il clone di un membro scomparso della famiglia e nemmeno dovrebbe farsi carico delle ferite o delle nevrosi dell’albero genealogico.

Chi mi conosce bene sa della mia passione per Harry Potter e per il magico mondo di Hogwarts. Per cui capita sovente che...
18/01/2021

Chi mi conosce bene sa della mia passione per Harry Potter e per il magico mondo di Hogwarts. Per cui capita sovente che appena ho bisogno di rilassarmi e di staccarmi temporaneamente dalla realtà mi dedico una full immersion sia dei film che dei libri.
In questo weekend ho finito di leggere il terzo libro in cui compare un peculiare oggetto magico...ovvero la Giratempo!
Tale oggetto aiuta i protagonisti ad andare indietro nel tempo...non possono interferire direttamente con le proprie azioni...ma guardarle da un'altra prospettiva e laddove possibile modificare alcune cose accadute.
Quando il Preside Silente suggerisce l'utilizzo di tale oggetto afferma: "Sapete...quando si è in dubbio trovo che tornare sui propri passi e riflettere sia un modo saggio di cominciare".
Alla luce degli anni di esperienza e di formazione questa frase sentita milioni di volte assume tutto un altro aspetto e mi fa pensare a come un viaggio con la Giratempo sia simile ad un percorso psicoterapeutico in cui terapeuta e paziente analizzano da un'altra prospettiva quanto accaduto nel passato...concedendosi l'opportunità di ritornare sui propri passi... acquisendo così una consapevolezza diversa non solo degli eventi ma anche di sé stessi!!!
Molti dicono andare in terapia è inutile perché non puoi cambiare il passato! Verissimo!!! Ma puoi capire dal passato in che modo ci siamo mossi nello spazio...nel tempo...nelle relazioni...per poi SCEGLIERE...in che modo vogliamo continuare a farlo nel futuro!
Non possiamo cambiare il passato...ma ciò che può cambiare è il finale!

Ci sono legami che vanno oltre il contatto fisico, la vicinanza e la vista. Percorrono strade invisibili, fino ad arriva...
24/12/2020

Ci sono legami che vanno oltre il contatto fisico, la vicinanza e la vista. Percorrono strade invisibili, fino ad arrivare nella testa...

Forse quello che può insegnarci questo Natale...Natale del 2020...anno in cui siamo stati messi tutti noi a durissima prova...possiamo sicuramente consolarci del fatto che i legami non hanno bisogno di vicinanza o presenza per esistere...ma conoscono altre strade per esprimersi...

Auguro a tutti voi un sereno Natale ♥️🎄

Lo sapevate che i bambini provano emozioni?Banale come domanda...eppure durante il mio lavoro mi sono accorta di come gl...
01/12/2020

Lo sapevate che i bambini provano emozioni?

Banale come domanda...eppure durante il mio lavoro mi sono accorta di come gli adulti tendano a riconoscere solo la gioia come unico stato d'animo accettabile per un bambino.
Spesso ad un pianto si corre subito al: "dai non piangere? Che hai da piangere tu?". In altre occasioni ho lavorato con genitori che raccontavano di case devastate e distrutte tra una eccessiva vivacità o la diagnosi già pronta di disturbo del comportamento...e quando si chiede loro: " come mai questo bambino è così arrabbiato"...shock... "rabbia in un bambino? Impossibile... perché mai dovrebbe esserlo...certo io e il padre litighiamo...non andiamo d'accordo...il nonno è malato...la zia ha problemi...ma lui mica lo sa"
Invece no!!!! I bambini percepiscono ogni cosa...e in base a ciò che percepiscono hanno una reazione... ingiustizia - rabbia...pericolo - paura/rabbia...e così via....
Il vero problema però e che loro a differenza nostra non sanno riconoscere le emozioni...anzi spesso non sanno proprio cosa siano le emozioni. Per cui qual è il ruolo dell'adulto?
Beh innanzitutto bisogna sapere che i bambini imparano a regolare le emozioni all'interno della relazione con l'adulto, che costituisce un importante modello a cui ispirarsi.
Il valore delle emozioni sta nella capacità di poterle vivere liberamente ma al contempo in modo adattivo, tale possibilità è influenzata, nella primissima infanzia, dalla risposta che i bambini ricevono dal mondo degli adulti, ne consegue che è importantissimo non negare al bambino il diritto di essere arrabbiato...impaurito...triste...

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