22/11/2025
I meccanorecettori sono una parte notevole del sistema fasciale. Sono le microscopiche "stazioni di ascolto" sensoriali incastonate nella fascia che rilevano costantemente pressione, allungamento, tensione, vibrazione e movimento. Permettono al corpo di percepire se stesso dall'interno. Senza meccanorecettori, il movimento sarebbe goffo, scoordinato e disconnesso. Con loro, il movimento diventa fluido, reattivo e intelligente.
La fascia è ricca di vari tipi di meccanorecettori, ognuno dei quali comunica con il sistema nervoso in modo unico. Le terminazioni di Ruffini rispondono a una pressione lenta e prolungata e creano un effetto calmante parasimpatico. I corpuscoli di Pacini rispondono alle vibrazioni e ai rapidi cambiamenti di pressione, aiutando il corpo a coordinare i movimenti improvvisi. I recettori interstiziali monitorano sottili allungamenti, tensioni e spostamenti interni; costituiscono quasi l'ottanta percento degli input sensoriali fasciali e influenzano direttamente la percezione del dolore. I recettori del Golgi, presenti in prossimità dei legamenti e delle inserzioni tendinee, rispondono all'allungamento profondo e contribuiscono a ridurre la tensione muscolare.
Quando un terapista tocca la fascia, questi recettori sono le prime strutture a rispondere. Un contatto lento e prolungato aiuta a sciogliere l'ipertonicità perché le terminazioni di Ruffini segnalano al sistema nervoso: "È sicuro ammorbidirsi". L'allungamento profondo o direzionale attiva i recettori del Golgi, segnalando ai muscoli di allungarsi. Una leggera vibrazione o oscillazione stimola i recettori di Pacini, migliorando la propriocezione e consentendo alle articolazioni di muoversi con maggiore sicurezza. Anche la tecnica più silenziosa, una tenuta fasciale immobile, stimola i recettori interstiziali, che possono modulare il dolore e ridurre l'iperattività simpatica.
I meccanorecettori sono la ragione per cui il corpo può adattarsi, coordinarsi, stabilizzarsi e muoversi con grazia fluida piuttosto che con forza meccanica. Trasformano ogni sottile cambiamento di tensione in informazioni che il cervello utilizza per perfezionare la postura, l'equilibrio e gli schemi di movimento