Psicoterapeuta Silvia Fossati

Psicoterapeuta Silvia Fossati Silvia Fossati, psicologa psicoterapeuta, Iscritta all’Ordine degli psicologi della Liguria (n.2080) e docente nella scuola primaria.

Master in Disturbi Specifici dell'Apprendimento.

14/10/2024

Buon Sabato e buona sesta giornata della Settimana Europea della Dislessia. Siamo quasi agli sgoccioli di questa settimana e quindi vorremo parlare di quando la diagnosi arriva un po’ tardivamente. Come riconoscere i segnali della Dislessia negli Adolescenti?

La dislessia può manifestarsi in modo diverso man mano che i bambini crescono, e spesso può non essere individuata fino all’adolescenza. Se sei un genitore di un ragazzo più grande, ecco alcuni segnali che potrebbero indicare difficoltà di apprendimento legate alla dislessia:

1. Difficoltà a leggere testi complessi: anche se tuo figlio ha imparato a leggere, potrebbe continuare a faticare con testi più lunghi o complessi, rallentando notevolmente il ritmo di lettura o commettendo errori nella comprensione.

2. Problemi con la scrittura e la sintassi: l’adolescente potrebbe continuare a fare errori grammaticali, ortografici o avere difficoltà a scrivere frasi coerenti, nonostante l'età.

3. Lentezza nello svolgimento dei compiti: il ragazzo dislessico potrebbe impiegare molto più tempo rispetto ai suoi coetanei per completare i compiti, soprattutto quelli che richiedono lettura, scrittura o memorizzazione di informazioni.

4. Difficoltà nell’organizzazione: i ragazzi con dislessia spesso hanno problemi a organizzare il proprio lavoro scolastico, a gestire il tempo o a ricordare scadenze importanti.

5. Evitamento della lettura ad alta voce: anche se sono in grado di leggere, molti ragazzi con dislessia evitano di farlo in pubblico, perché sanno che la lettura ad alta voce può essere più difficile per loro, con balbettii o errori che li mettono a disagio.

6. Bassa autostima scolastica: a causa delle difficoltà legate alla lettura e alla scrittura, molti adolescenti con dislessia sviluppano una bassa autostima in ambito scolastico, sentendosi meno capaci dei loro coetanei.

7. Memorizzazione difficile: anche con uno sforzo notevole, il ragazzo potrebbe avere difficoltà a ricordare date, formule o definizioni, e fatica a immagazzinare informazioni a lungo termine.

8. Scarse prestazioni nei test a tempo: i ragazzi con dislessia spesso trovano particolarmente difficile completare test a tempo, perché il loro ritmo di lettura e scrittura è più lento rispetto ai coetanei.

Se noti uno o più di questi segnali nel tuo adolescente, potrebbe essere utile approfondire con uno specialista per valutare la presenza di dislessia.

💡 La diagnosi di dislessia non è un limite!!


13/01/2024
01/10/2023
Nara, Japan
14/08/2023

Nara, Japan

29/07/2023

Io ve dovrei seguì cor lettino.

🛏

03/06/2023

È bene ricordarlo. Buona festa a tutti.

🇮🇹 Freud Ignorante

03/06/2023

🤨 “Il bambino mi sfida”, “Lo fa apposta per mettermi alla prova”, “Aspetta e guarda la mia reazione”, “lo sgrido e poi mi guarda e lo rifà !”.
Come viviamo tutto ciò?
Ma soprattutto, siamo proprio sicuri di dare a quel loro comportamento la giusta interpretazione?

👧🏻 Il bambino a due anni entra fisiologicamente in una fase critica che durerà per qualche tempo, in cui cerca con tutto se stesso di costruirsi la propria identità e di manifestarsi come individuo separato dall’adulto.
Come può farlo a partire dagli strumenti che possiede? Se ci fermiamo a riflettere egli non ha ancora un linguaggio articolato, non ha capacità metacognitiva, l’unico strumento a cui fa affidamento per relazionarsi e conoscere il mondo è il suo corpo (picchia, morde, abbraccia, pesta i piedi, coccola…), è immerso in un mondo per lui totalmente fluttuante e magico in cui tutto si basa su tre parole: “IO, MIO, NO!”.

👩‍🍼Come può costruirsi l’identità se non misurandosi con l’adulto? Un adulto che di punto in bianco non lo riconosce più e si ritrova con un bambino che prima era da accudire e che ora si arrabbia tremendamente se non gli viene concesso di fare tutto da solo e come desidera. Il genitore molto spesso resta tarato sul vecchio schema, ovvero quello di provvedere ai bisogni primari del bambino “mangiare, dormire, la cura igienica, ecc…” e il bambino in questo contenitore così stretto non ci sta più!

👦Egli si sta affacciando al mondo, è sempre più padrone del suo movimento e sta verificando che il linguaggio, benchè con poche parole, ha una portata sociale. Il bambino chiede di esprimersi, di essere attore e non spettatore della costruzione del suo percorso esistenziale.
Ha bisogno che l’adulto si muova su un nuovo approccio: “Aiutami a fare da solo!”. Fateci caso, tantissime volte i bambini ci dicono:“Mamma, guardami!”, “Guarda Maestra guarda!”. Ed è proprio un: “Guarda me, io esisto, io sono competente, io ci sono!”.
Il bambino non ci sta sfidando, il bambino sta costruendo la sua identità!
Provate a rileggere quest’ultima frase e a ad ascoltare come cambia il sentimento dentro di voi. Se lo leggiamo come sfida allora succede che ci sentiamo minati alla base: scatta la paura, il timore di perdere l’autorità e proiettiamo già tutto all’adolescenza: “se fa così a tre anni figurati a quindici, bisogna che lo metta subito in riga!” “Deve capire!”.
Non ci va proprio giù che un esserino così piccolo riesca a farci vacillare nel nostro ruolo di adulti, ci fa una paura tremenda l’idea di non essere rispettati, ci spaventiamo perché non lo riconosciamo più e cerchiamo di riportarlo nei ranghi con un’urlata, un castigo, a volte una sculacciata (che giustifichiamo dicendo che non ha mai fatto male a nessuno e che anche noi siamo stati cresciuti così eppure non siamo traumatizzati).

🥴Pena il nostro senso di colpa e la nostra sensazione di essere sguarniti di strumenti e completamemte in balia degli eventi. A quel punto occorre fermarsi perché se noi siamo in balia delle nostre emozioni, il bambino non ce la può fare a procedere con serenità e continuerà a mettere in atto comportamenti per verificare se siamo coerenti (il no diventa si?), per accertarsi che lo amiamo incondizionatamente nonostante il suo atteggiamento “provocatorio”, per verificare se quell’adulto è per lui un porto sicuro e un faro o se, come lui, è in balia delle onde.

🌷Allora in quest’ottica, nell’essere collaboratori nella costruzione della sua identità e della sua unicità, cerchiamo di coltivare in loro l’AUTOSTIMA. Perché un individuo con una buona autostima saprà farsi rispettare senza rancori, sarà consapevole del proprio valore e di ciò che porta nel mondo, si focalizzerà sulla sua crescita personale e sui suoi obiettivi con assertività.

Laura Mazzarelli

⚜️Per chi volesse approfondire meglio: “I capricci: una sola parola per troppe emozioni”: https://www.ilcamminopedagogico.it/webinar/i-capricci-una-sola-parola-per-troppe-emozioni/

Indirizzo

Viale Aspromonte
Genova
16128

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