Alessio Bassi Fisioterapista

17/09/2019

Video illustrativo con ragionamento clinico e trattamento in caso di tendinopatia nell'atleta di forza.

03/07/2018

Super novità prossimamente.

30/01/2018

La Rieducazione Posturale Globale è una buona arma per combattere sintomi e cause della sindrome del tunnel carpale.

Essa è determinata dall'intrappolamento del nervo mediano all'interno del tunnel carpale, formato dalle ossa del polso e dal legamento trasverso del carpo. L'intrappolamento è causato dalla borsa dei tendini flessori, che se infiammata, comprime il nervo mediano.

La sintomatologia è prevalentemente neurologica con parestesie (formicolio), perdita di sensibilità e dolore.

Nelle forme croniche abbiamo perdita di forza e trofismo a carico dei muscoli della mano.

Il trattamento con RPG prevede il riposizionamento corretto dell'arto superiore con focus su gomito, polso e mano per distendere i muscoli della loggia anteriore dell'avambraccio e scongiurare un peggioramento dei sintomi.

Phalens Test per il con i polsi in flessione ed i dorsi delle mani a contatto ed in leggera spinta uno contro l’altro . Il test è positivo se entro 1 minuto compare o aumenta la sintomatologia di formicolio o intorpidimento alle dita. Prima della chirurgia eseguire

06/01/2018

In tre parole: rieducazione posturale globale.

Esempio di globalità: Il tilt posteriore del bacino è un dismorfismo che può essere la causa di ulteriori dismorfismi di compensazione ed innescare una sintomatologia dolorosa locale o a distanza e la ha le risposte grazie al suo approccio globale

31/12/2017

Cosa cambierà per i cittadini in seguito all'istituzione di un albo professionale per i fisioterapisti?

Avranno a disposizione elenchi pubblici completi e ufficiali di chi è veramente fisioterapista. Quindi il cittadino potrà vedere direttamente sul sito dell’Albo chi è fisioterapista e chi no.

Avranno maggiore certezza di rispetto delle regole del Codice Deontologico da parte dei professionisti, che avrà valenza normativa per tutti i professionisti e le cui violazioni potranno essere oggetto di sanzioni disciplinari interne all’Ordine.

Avranno neo-professionisti con livelli formativi maggiormente verificati e omogenei su tutto il livello nazionale, visto il maggior ruolo degli Ordini rispetto all’esame abilitante alla professione.

Approvato il DDL Lorenzin! E ora? AIFI – FAQ 31 Dic 2017 | 0 Approvato il DDL Lorenzin! E ora?AIFI – FAQ Frequently Asked Questions Venerdì 22 dicembre 2017: una data storica per centinaia di migliaia di professionisti che da quasi vent’anni aspettavano l’istituzione di Albi e Ordini delle ...

08/11/2017

08/11/2017

05/11/2017

RIABILITAZIONE ORTOPEDICA.

L'ortopedia (dal greco "ortos" = diritto, e "paideia" = educazione) è quella branca della medicina che tratta le malformazioni del sistema osseo.
Quindi, in seguito a traumi che interessano l'apparato scheletrico è necessario un consulto con un medico ortopedico, che deciderà come intervenire.

In seguito al trattamento ortopedico, che sia chirurgico o conservativo, molto spesso è necessario un percorso riabilitativo.
Questo perché la guarigione della parte interessata implica periodi di immobilità e non uso dalla durata variabile. Al termine della convalescenza, l'intervento del fisioterapista mira a recuperare le funzioni ottimali del distretto (forza, mobilità, stabilità, propriocezione) e permettere alla persona di tornare alla sua vita di tutti i giorni, senza il pericolo di cadere in recidive.

05/10/2017

VALUTAZIONE E DIAGNOSI FUNZIONALE.

Parte essenziale del lavoro di un buon fisioterapista è la valutazione e l'elaborazione di una diagnosi funzionale.

Banale da dire, ma deve essere il più accurata e approfondita possibile. Perché solo con una buona valutazione si avranno i dati per stilare un valido programma terapeutico.

Esistono molti tipi di valutazione. In linea generale, gli step che non dovrebbero mai mancare sono i seguenti:

- ANAMNESI: in questa fase è il paziente che parla, spiegando la natura del problema. Il terapista ascolta e pone poche e semplici domande che lo aiutano ad inquadrare la patologia.

- OSSERVAZIONE: il terapista osserva il paziente, prima ci si affida ad un'osservazione più generica, che dà un'idea dell'atteggiamento posturale della persona, per poi indagare specificamente la parte dolente.

- ESAME OBIETTIVO: è la parte finale della valutazione e quella che si differenzia di più tra tutti i fisioterapisti, in base alla scuola di provenienza. Tutte però hanno il fine ultimo di verificare la natura della patologia e chiarire le cause che la hanno provocata.

Come ultima parte della valutazione possiamo avere la lettura da parte del fisioterapista dei referti degli esami strumentali compiuti dal paziente, a conferma della valutazione appena effettuata.

Una valutazione accurata permette di stilare la cosiddetta diagnosi funzionale, che evidenzia le limitazioni funzionali del paziente derivanti dalla patologia e consente di approssimare le possibilità di recupero (= area di recupero prossimale).

04/10/2017

Manifesto dei servizi offerti.

Ritengo fondamentale informare il paziente sul percorso riabilitativo scelto. Un paziente consapevole è un paziente che partecipa più attivamente al trattamento.

Per questo nei prossimi post, descriverò dettagliatamente ogni tipo di terapia.

28/09/2017

Piccola riflessione di un giovane (?) fisioterapista.

Credo sia capitato a ogni fisioterapista che l'amico, il conoscente, il parente o qualsiasi altra persona che venga a conoscenza della nostra professione, ponga la ovvia domanda:

"Ho male qui, cosa posso fare? Mi dici qualche esercizio per far passare il male?".

Per evitare giri di parole, la risposta più onesta e sincera è questa: probabilmente, non lo sa nemmeno il fisioterapista cosa diamine avete in quel momento e cosa diamine potete fare per far passare il dolore.

Ma questo non perché il fisioterapista sia un incapace.
Semplicemente perché per capire un problema di una qualsiasi natura, occorrono tempo e ragionamento. Quindi sappiate che il fisioterapista non è in grado di farvi diagnosi guardandovi, né di darvi esercizi per curare un problema che potrebbe avere mille cause diverse.

Però ecco cosa si può fare, a mio modo di vedere le cose.
Concedere al fisioterapista (o a qualsiasi altra figura sanitaria) il tempo di ragionare sul problema, affidarsi alle sue cure e seguire le sue indicazioni.

Perché sembra banale da dire, ma automedicamenti, ricette fai da te non solo sono inutili, ma addirittura dannose. Il corpo è pigro e piuttosto che risolvere la causa di un problema, preferisce nasconderla, creando così una catena di eventi destinata a mandare in tilt il sistema.

In conclusione. Sì al counseling e all'orientamento del paziente, no alle domande in stile "quiz a premi" e ai rimedi fai da te.