07/04/2022
Oggi proponiamo un articolo molto interessante ….🐞
Inibitori di p***a protonica e Ipomagnesia 💊
Gli inibitori di p***a protonica o PPI sono dei farmaci utilizzati nei casi di acidità gastrica ed elevati livelli di acido cloridrico. Tra i PPI più famosi ritroviamo l’omeprazolo, Esomeprazolo, Lansoprazolo, Rabeprazolo, Pantoprazolo, tutte molecole che agiscono andando a legare e inibire irreversibilmente le pompe protoniche, responsabili della produzione di HCl. Hanno un profilo di sicurezza abbastanza alto che ha consentito nel tempo l’ampia prescrizione di questi attivi.
Ma in realtà, in letteratura negli ultimi anni, sono comparsi vari case report di ipomagnesemia insorta dopo terapia prolungata con IPP. Nonostante la casistica sia ormai nutrita, non è ancora stato possibile identificare in via univoca la causa precisa di tale ADR.
Ma cos’è l’ipomagnesia ⁉️
Si tratta di una condizione di carenza di magnesio che può comportare gravi sintomi come tetania, convulsioni, aritmie cardiache, ipoparatiroidismo ed ipocalcemia/ipopotassiemia.
Il magnesio è, infatti, uno dei cationi più importanti che introduciamo attraverso gli alimenti e che viene assorbito a livello intestinale in due modi:
✅Trasporto passivo (attraverso spazi paracellulari, secondo gradiente di concentrazione)
✅Trasporto attivo mediato da proteine canale TRPM6 e TRPM7, che intervengono qualora vi sia un basso apporto alimentare di magnesio e si renda necessario un recupero maggiore del catione. Sono situati a livello del colon ma anche a livello renale.
⚠️Si è quindi ipotizzato che in corso di terapia con IPP, l’ipomagnesia sia dovuta più ad un malassorbimento intestinale che ad una perdita renale, in quanto nei casi esposti in letteratura è stata valutata la magnesiuria, che risultava bassa. Inoltre l’aumento di apporto orale di magnesio ha normalizzato la magnesemia, per cui il problema non è nel trasportatore passivo ma in quello attivo, che ha perso la funzione di regolare l’assorbimento intestinale e/o il riassorbimento renale del catione. L’ipotesi più accreditata quindi è che gli IPP, abbassando la concentrazione di acido cloridrico, altererebbero (down-regulation) l’espressione ed il funzionamento del TPRM6. L’ipocloridria da sola pero’ non rende ragione del fatto che a fronte di un numero elevato di pazienti in terapia con gli IPP, solo un numero ridotto presenta ipomagnesemia: probabilmente si tratta di pazienti geneticamente predisposti, in seguito ad una mutazione (eterosomica) genetica del trasportatore. In condizioni fisiologiche quindi questi pazienti sarebbero asintomatici, ma con una terapia a base di IPP potrebbero sviluppare ipomagnesemia.
✅Il deficit di assorbimento del magnesio è reversibile, con la sospensione degli IPP ma in molti soggetti con problematiche gastriche serie, l’utilizzo degli IPP è fondamentale. In questo caso è auspicabile un utilizzo intermittente degli stessi, in modo da non incorrere nell’ipomagnesemia e un’eventuale utilizzo di integratori a base di magnesio.