10/08/2025
8 agosto: Giornata Internazionale del Gatto0
By isp on 8 Agosto 2025News
Il gatto e la mente: cosa ci insegna sul nostro equilibrio interiore
La Giornata Internazionale del Gatto, celebrata ogni 8 agosto, è un’occasione non solo per coccolare i nostri amici felini ma anche per riflettere su quanto la loro presenza possa influire sul benessere psicologico. Il legame tra uomo e gatto, infatti, può migliorare l’umore, ridurre la solitudine e favorire una migliore qualità della vita.
Il gatto come specchio emotivo
Dal punto di vista psicologico, il gatto è uno specchio silenzioso delle emozioni umane. Riesce spesso a cogliere gli stati d’animo senza parole: si avvicina nei momenti di tristezza, si ritira quando percepisce tensione.
Questa sensibilità invita a una maggiore consapevolezza emotiva proprio perché i gatti “sentono” ciò che spesso si ignora (McNicholas & Collis, 2006). A differenza dei cani, i gatti sanno stare da soli, scegliere quando essere presenti e quando ritirarsi.
Questo è un messaggio psicologico potente: la solitudine è percepita non come isolamento ma come spazio personale. Prendersi tempo per sé, come fa un gatto che si rifugia tranquillo, è un atto di equilibrio mentale.
Osservare un gatto mentre si stira, osserva il mondo dalla finestra o dorme avvolto in sé stesso può diventare un piccolo esercizio di presenza, un memo per tornare a vivere nel “qui e ora”, come insegna anche la mindfulness (Siegel, 2012).
Un legame di attaccamento “quasi umano”
Studi recenti mostrano che gli esseri umani possono sviluppare con i propri gatti legami affettivi simili a quelli osservati nei rapporti di attaccamento umano. È stato, infatti, riscontrato che i gatti mostrano comportamenti coerenti con lo stile di attaccamento sicuro, cercando la vicinanza del proprietario in situazioni di stress (Edwards et al., 2007).
Regolazione emotiva e riduzione dello stress
Il contatto con i gatti – come accarezzarli o ascoltare le fusa – può ridurre i livelli di cortisolo (ormone dello stress) e aumentare l’ossitocina, un neuropeptide coinvolto nella regolazione del legame sociale e della riduzione dell’ansia, favorendo calma e connessione sociale (Beetz et al., 2012; Friedmann & Son, 2009). Questi effetti sono particolarmente rilevanti per persone sole, anziani e studenti sotto stress.
Numerose ricerche dimostrano i benefici psicologici della presenza di animali domestici, in particolare dei gatti, che offrono una presenza calmante e rassicurante. Il “ronronare” del gatto (fare le fusa) – un suono a bassa frequenza prodotto quando l’animale è rilassato – può avere un effetto simile alla musicoterapia, influenzando positivamente i ritmi corporei del proprietario (McNicholas et al., 2005).
Le interazioni quotidiane con un gatto, infatti, aiutano nella regolazione emotiva, soprattutto a chi soffre di disturbi dell’umore o alta reattività allo stress (Barker et al., 2010). Un’indagine condotta presso un campus universitario (Pendry & Vandagriff, 2019) ha rilevato che brevi sessioni di interazione con animali domestici, inclusi gatti, comportano una significativa riduzione dello stress percepito e un miglioramento dei marcatori di benessere psicologico.
Il legame terapeutico: pet therapy e relazioni affettive
Per molte persone, i gatti, contribuendo alla riduzione dell’ansia, all’abbassamento della pressione sanguigna ed all’aumento della serotonina, diventano ancore emotive.
Sebbene i gatti siano meno presenti nei programmi di pet therapy rispetto ai cani, stanno guadagnando attenzione in ambito clinico per il loro potenziale come animali da supporto emotivo, specialmente in persone con disturbi d’ansia e depressione che preferiscono relazioni meno invasive (Goleman et al., 2012).
Grazie alla loro indole indipendente e discreta, i gatti possono essere efficaci per pazienti con difficoltà relazionali o tratti evitanti, offrendo un tipo di legame che rispetta i bisogni di autonomia e favorisce un attaccamento sicuro (Zilcha-Mano et al., 2011).
Inoltre, la loro presenza può facilitare l’autoregolazione emotiva, contrastare l’isolamento sociale e fornire scopo e responsabilità, fattori protettivi contro la tendenza ad atti contro la vita (Brooks et al., 2018). Alcuni terapeuti stanno iniziando a integrare i gatti in setting clinici residenziali o ambulatoriali, anche se sono necessari ulteriori studi per definire protocolli efficaci (Chur-Hansen, 2010).
Conclusione
La Giornata Internazionale del Gatto non è solo un’occasione celebrativa ma può fungere da spunto per riflettere sul valore psicologico del rapporto uomo-gatto. La ricerca suggerisce che i gatti contribuiscono al benessere psicologico in modi specifici e che meriterebbero maggiore attenzione anche in contesti clinici e sociali ancora poco esplorati.
Celebrare i gatti significa anche imparare da loro a rallentare, ad ascoltarsi, a creare uno spazio sicuro dentro e fuori di sè.
Dr. Maria Cristina Bartolucci
Dr. Cristina Colantuono
Bibliografia
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