Dott. Marco Ugolotti, JSCC

Dott. Marco Ugolotti, JSCC Laurea in Fisioterapia, Certificazione in Medicina Manuale Osteopatica Americana Strain Counterstrain

Il Ciclo Vitale dei Nostri Dischi VertebraliI dischi intervertebrali, i cuscinetti ammortizzatori tra le nostre vertebre...
29/11/2025

Il Ciclo Vitale dei Nostri Dischi Vertebrali

I dischi intervertebrali, i cuscinetti ammortizzatori tra le nostre vertebre, funzionano come spugne. Seguono un ciclo di idratazione e disidratazione influenzato dalla gravità e dal carico.

Di giorno, stando in piedi o seduti, il peso corporeo comprime la colonna vertebrale. Questa pressione "spreme" l'acqua e i nutrienti fuori dai dischi (fase di disidratazione). Di notte, quando ci sdraiamo, la pressione scompare. I dischi possono così "ricaricarsi", riassorbendo per osmosi i liquidi (fase di idratazione).

Come la RMN Vede l'Idratazione

In un esame diagnostico come la Risonanza Magnetica (RMN), questo stato è chiaramente visibile. Nelle sequenze T2, un disco sano, giovane e ben idratato è ricco d'acqua e appare bianco e "alto". Al contrario, un disco disidratato o in fase degenerativa ha perso acqua, quindi appare nero e assottigliato.

Curiosità e Consigli

• Siamo più alti al mattino? Sì. Questo ciclo spiega perché al mattino, con i dischi completamente idratati, possiamo essere fino a 1-2 cm più alti rispetto alla sera, quando i dischi sono compressi.

• Consigli: Per mantenere i dischi sani è fondamentale bere molta acqua durante il giorno. Inoltre, il movimento moderato (come camminare o nuotare) e gli esercizi per il "core" aiutano a stimolare questo pompaggio di nutrienti, mantenendo la colonna stabile e riducendo il carico eccessivo.

Attività Motoria e Articolazioni: Un Rapporto Cruciale  L'attività motoria regolare è fondamentale per la salute delle n...
22/11/2025

Attività Motoria e Articolazioni: Un Rapporto Cruciale

L'attività motoria regolare è fondamentale per la salute delle nostre articolazioni, le strutture che collegano le ossa e permettono il movimento. La relazione tra esercizio e funzionalità articolare è un delicato equilibrio di benefici e potenziali rischi.

I Vantaggi per le Articolazioni

L'esercizio fisico nutre la cartilagine articolare, stimolando la produzione e la circolazione del liquido sinoviale, che agisce come un lubrificante e ammortizzatore. Mantenere i muscoli circostanti forti fornisce un supporto essenziale, stabilizzando l'articolazione e riducendo il carico diretto sulle superfici ossee. Inoltre, l'attività aiuta a mantenere una buona mobilità e flessibilità.
L'assenza di movimento, al contrario, porta a rigidità e deterioramento.

I Rischi e le Cautela Necessarie

Tuttavia, non tutte le attività sono uguali. Esercizi ad alto impatto o l'esecuzione scorretta dei movimenti possono sovraccaricare le articolazioni, aumentando il rischio di lesioni, usura accelerata o l'aggravarsi di condizioni preesistenti come l'artrosi. Anche l'eccesso di allenamento o l'uso di attrezzature inadeguate rappresentano potenziali pericoli.

Consiglio Finale

Per proteggere le tue articolazioni e massimizzare i benefici dell'attività motoria, scegli esercizi a basso impatto (come nuoto o bicicletta) e assicurati di eseguire sempre un riscaldamento adeguato e un defaticamento. Ascolta il tuo corpo: in caso di dolore persistente, consulta un medico o un fisioterapista.

Idratazione e Sistema Nervoso CentraleLa correlazione tra la corretta idratazione e il buon funzionamento del Sistema Ne...
15/11/2025

Idratazione e Sistema Nervoso Centrale

La correlazione tra la corretta idratazione e il buon funzionamento del Sistema Nervoso Centrale (SNC), che include cervello e midollo spinale, è fondamentale.
Pro della corretta idratazione per il SNC:

Il cervello è composto per circa il 75% di acqua, essenziale per l'efficace comunicazione neuronale, il trasporto di nutrienti e l'eliminazione delle tossine.

Un'adeguata assunzione di liquidi supporta:

• Funzioni Cognitive: Migliora concentrazione, memoria e attenzione.
• Umore e Stress: Aiuta a regolare i livelli di ormoni come il cortisolo (ormone dello stress) e supporta la sintesi della serotonina (l'ormone della felicità), riducendo affaticamento, nervosismo e confusione.
• Sonno: Può contribuire a una migliore qualità del sonno.

Contro e rischi della disidratazione:

Anche una disidratazione lieve (dall'1-2% del peso corporeo) può causare effetti negativi sul SNC, portando a:
• Deterioramento Cognitivo: Difficoltà di concentrazione, mal di testa e riduzione delle capacità di elaborazione.
• Irritabilità e Stanchezza: Peggioramento dell'umore, spossatezza e sonnolenza.
• Squilibrio Elettrolitico: La carenza di elettroliti, spesso correlata a una scarsa idratazione, può influenzare negativamente la trasmissione degli impulsi nervosi.

Attenzione all'eccesso:

Sebbene raro, un'iperidratazione estrema senza bilanciamento elettrolitico può portare a iponatriemia, che può causare gonfiore cerebrale e, in casi gravi, problemi neurologici. Mantenere l'equilibrio è la chiave.

⚕️ TAC e RMN: Due Strumenti Essenziali per l'Immagine Medica________________________________________La Tomografia Assial...
08/11/2025

⚕️ TAC e RMN: Due Strumenti Essenziali per l'Immagine Medica
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La Tomografia Assiale Computerizzata (TAC) e la Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) sono due tecniche di diagnostica per immagini cruciali, ma funzionano in modi molto diversi.

Come Funzionano

La TAC utilizza i raggi X per creare immagini dettagliate a sezione trasversale del corpo. Un tubo radiogeno ruota attorno al paziente, inviando raggi X che vengono assorbiti in modo diverso dai vari tessuti. Un computer elabora questi dati per ricostruire immagini 3D della struttura interna.

La RMN, invece, non usa radiazioni ionizzanti. Sfrutta un potente campo magnetico e onde radio per allineare i protoni all'interno delle molecole d'acqua del corpo. Quando il campo magnetico viene spento, i protoni rilasciano energia che viene rilevata e usata per creare immagini molto dettagliate.

Indicazioni Principali

La TAC è eccezionale per visualizzare ossa, emorragie acute (specialmente nel cervello in caso di traumi), e lesioni a organi solidi. È spesso la scelta preferita nelle emergenze per la sua rapidità e l'efficacia nel rilevare fratture e lesioni interne urgenti.

La RMN è superiore per l'imaging di tessuti molli come il cervello, il midollo spinale, i legamenti e le cartilagini. È l'esame standard per studiare patologie neurologiche, tumori ai tessuti molli e problemi articolari complessi, offrendo un contrasto tissutale nettamente superiore.

In sintesi, la scelta tra TAC e RMN dipende dal tipo di tessuto da esaminare e dalla condizione clinica del paziente.

Lo Schema del Passo: La Base del Movimento UmanoLo Schema del Passo, noto anche come ciclo del passo o Gait Analysis, ra...
01/11/2025

Lo Schema del Passo: La Base del Movimento Umano

Lo Schema del Passo, noto anche come ciclo del passo o Gait Analysis, rappresenta la sequenza ritmica e alternata dei movimenti che il corpo compie durante la deambulazione. Si definisce come il periodo che intercorre tra due successivi contatti con il terreno dello stesso piede.

Il ciclo si articola in due fasi principali:

1. La Fase di Appoggio (Stance) (circa 60% del ciclo), in cui il piede è a contatto con il suolo per sostenere il peso.
2. La Fase di Oscillazione (Swing) (circa 40% del ciclo), in cui il piede si solleva e avanza.
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Importanza dello Schema del Passo

L'analisi di questo schema è fondamentale poiché riflette la salute biomeccanica e neurologica dell'individuo. Un passo efficiente non solo consente una locomozione fluida, ma è anche cruciale per:

• Assorbire gli urti con il terreno.
• Mantenere l'equilibrio e la stabilità posturale.
• Minimizzare il dispendio energetico del cammino.
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Disfunzioni e Riabilitazione

Deviazioni dallo schema del passo fisiologico possono indicare problemi neurologici, ortopedici o traumatici, causando dolore, sovraccarico articolare e rischio di cadute.

La Rieducazione del Passo in fisioterapia è una terapia mirata. Attraverso esercizi funzionali e l'eventuale uso di ausili (come tutori o bastoni), il fisioterapista lavora per:

1. Recuperare la forza e l'articolarità.
2. Riprogrammare il corretto schema motorio.
3. Restituire autonomia e migliorare la qualità di vita del paziente.

Comprendere e correggere lo schema del passo è la chiave per un recupero completo.

I Nervi Cranici dell'Occhio: Funzione e DisfunzioneLa visione e la motilità oculare sono processi complessi, orchestrati...
25/10/2025

I Nervi Cranici dell'Occhio: Funzione e Disfunzione

La visione e la motilità oculare sono processi complessi, orchestrati principalmente da tre nervi cranici: il Nervo Oculomotore (III), il Nervo Trocleare (IV) e il Nervo Abducente (VI). Questi tre nervi sono cruciali, in quanto controllano i sei muscoli estrinseci che muovono il bulbo oculare e il muscolo elevatore della palpebra superiore (III).

La loro importanza risiede nella capacità di permettere i movimenti oculari coordinati, essenziali per la percezione della profondità e la messa a fuoco. Il III nervo gestisce anche la costrizione pupillare e l'accomodazione.

Una disfunzione, spesso causata da traumi, infiammazioni, diabete o problemi vascolari, può manifestarsi con sintomi debilitanti:

• Diplopia (visione doppia), a causa del disallineamento degli occhi (strabismo).
• Ptosi (abbassamento della palpebra superiore), tipico del deficit del III nervo.
• Difficoltà o impossibilità di muovere l'occhio in specifiche direzioni.

La Fisioterapia può aiutare?

Sì, la fisioterapia, in particolare la Rieducazione Visiva o Oculomotoria, svolge un ruolo fondamentale. Sebbene il recupero possa essere spontaneo in alcune paralisi (come quelle microvascolari), la riabilitazione è essenziale per:

1. Migliorare la coordinazione dei movimenti oculari (esercizi ortottici).
2. Ridurre la diplopia e le posizioni compensatorie del capo (torcicollo).
3. Supportare il recupero del nervo facciale (VII) nelle paralisi che influiscono sulla chiusura palpebrale.

L'approccio riabilitativo, spesso precoce e personalizzato, mira a ristabilire il miglior allineamento e controllo motorio possibile.

I Muscoli Multifidi: Stabilizzatori Profondi della Colonna VertebraleI muscoli multifidi sono un gruppo di muscoli corti...
18/10/2025

I Muscoli Multifidi: Stabilizzatori Profondi della Colonna Vertebrale

I muscoli multifidi sono un gruppo di muscoli corti e spessi che si trovano in profondità lungo l'intera colonna vertebrale, estendendosi dal sacro fino alla seconda vertebra cervicale (C2). Fanno parte della muscolatura intrinseca del dorso, un gruppo fondamentale per la stabilità e il movimento della colonna.

Il loro ruolo principale è la stabilizzazione segmentale della colonna. Agiscono su vertebre adiacenti, contribuendo a mantenere l'allineamento vertebrale, specialmente durante i movimenti. Sono essenziali per il controllo posturale fine e proteggono le articolazioni intervertebrali, lavorando in sinergia con i muscoli trasversi dell'addome e del pavimento pelvico per formare un "corsetto" stabilizzatore. Contribuiscono anche all'estensione e alla rotazione del tronco.

Quando i multifidi sono in disfunzione (ad esempio per debolezza, atrofia o scarso controllo motorio in seguito a dolore o inattività), la stabilità segmentale della colonna è compromessa. Questo può portare a un aumento del carico sulle strutture passive (dischi e legamenti) e sui muscoli superficiali, contribuendo significativamente al dolore lombare cronico o ricorrente. La disfunzione è spesso associata a una riduzione del loro volume (atrofia) e a un ritardo nella loro attivazione, rendendo la colonna più vulnerabile a lesioni e instabilità.

Consiglio per mantenerli in forma: Per mantenere i multifidi efficienti, è fondamentale eseguire esercizi specifici di stabilizzazione del core, concentrandosi sulla qualità del movimento piuttosto che sulla quantità. Esercizi come il bird-dog, il plank, di cui abbiamo parlato in post precedenti, eseguiti con attenzione a mantenere la colonna neutra, possono aiutare a reclutare e rafforzare questi muscoli profondi, migliorando la consapevolezza corporea e prevenendo disfunzioni.

Sindrome di Osgood-SchlatterLa sindrome di Osgood-Schlatter, spesso chiamata semplicemente Osgood-Schlatter, è una patol...
11/10/2025

Sindrome di Osgood-Schlatter

La sindrome di Osgood-Schlatter, spesso chiamata semplicemente Osgood-Schlatter, è una patologia muscolo-scheletrica comune che colpisce principalmente gli adolescenti durante i periodi di crescita rapida. Si manifesta come un dolore e gonfiore sotto il ginocchio, nella zona in cui il tendine rotuleo si inserisce sulla tibia.

Questa condizione è causata dalla trazione ripetitiva e eccessiva del tendine rotuleo sul tubercolo tibiale. Durante la crescita, le ossa e i tendini si sviluppano a ritmi diversi; attività fisiche intense come la corsa, i salti e gli sport che richiedono cambi di direzione (calcio, pallavolo, basket) possono generare una tensione che provoca una micro-infiammazione e, a volte, la formazione di una protuberanza ossea.

La risoluzione del problema è prevalentemente conservativa. Il riposo è fondamentale per ridurre l'infiammazione e il dolore. L'applicazione di ghiaccio può aiutare a gestire i sintomi. È consigliabile modificare o sospendere temporaneamente le attività che aggravano il dolore.

La fisioterapia gioca un ruolo cruciale. Un fisioterapista può aiutare a:

• Ridurre l'infiammazione con terapie fisiche.
• Migliorare la flessibilità e la forza dei muscoli della coscia (quadricipiti e ischiocrurali) attraverso esercizi mirati.
• Correggere la postura e la tecnica di movimento per ridurre la tensione sul ginocchio.
• Creare un programma di ritorno graduale all'attività sportiva.

La prognosi è generalmente eccellente; la maggior parte dei casi si risolve completamente con la fine della fase di crescita, anche se la protuberanza ossea può rimanere.

L'Ozonoterapia per la Colonna VertebraleL'ozonoterapia è una procedura medica che impiega una miscela di ossigeno e ozon...
04/10/2025

L'Ozonoterapia per la Colonna Vertebrale

L'ozonoterapia è una procedura medica che impiega una miscela di ossigeno e ozono medicale (O_2-O_3) per trattare patologie della colonna come ernie del disco e protrusioni. Nonostante il composto iniettato sia gassoso, il trattamento si è dimostrato efficace e poco invasivo.

La procedura più comune consiste in infiltrazioni paravertebrali. Il medico inietta il gas in prossimità della zona dolente, non direttamente nel disco, per sfruttare le sue proprietà terapeutiche. In casi rari e più complessi, si può optare per un'infiltrazione diretta nel disco (intradiscale) sotto guida radiologica.

Il meccanismo d'azione dell'ozono è duplice. Agisce innanzitutto con un potente effetto antinfiammatorio e antidolorifico, riducendo il gonfiore e la compressione sui nervi e migliorando la circolazione locale. Inoltre, nel caso dell'ernia, il gas ha un effetto disidratante sul nucleo polposo erniato, riducendone il volume e la pressione sulla radice nervosa.

I benefici principali includono una netta riduzione del dolore, un miglioramento della mobilità e, nel tempo, la risoluzione della causa del problema. È considerata una valida alternativa non chirurgica che, in molti casi, aiuta a evitare l'intervento.

Nervo Accessorio (nervo cranico n° 11)Il rapporto tra il nervo Accessorio e la tecnica di terapia manuale Strain Counter...
27/09/2025

Nervo Accessorio (nervo cranico n° 11)

Il rapporto tra il nervo Accessorio e la tecnica di terapia manuale Strain Counterstrain non è diretto, ma può essere compreso analizzando le funzioni del nervo e i principi della tecnica. Il nervo Accessorio è un nervo puramente motorio che innerva principalmente il muscolo sternocleidomastoideo (SCM) e il trapezio, due muscoli chiave per i movimenti del collo e delle spalle.

La tecnica Strain Counterstrain, sviluppata da Lawrence Jones, mira a trattare le disfunzioni muscolo-scheletriche riducendo la tensione muscolare e la sensibilità dei fusi neuromuscolari. Si basa sull'assunto che un muscolo iperattivo o in spasmo, spesso a causa di un riflesso di protezione, possa essere "riprogrammato" attraverso un posizionamento passivo e accorciato. Il terapista posiziona il corpo del paziente in una posizione di massimo comfort, riducendo al minimo la tensione nel muscolo target.

Sebbene la tecnica non agisca direttamente sul nervo Accessorio, può influenzare i muscoli da esso innervati. Ad esempio, uno spasmo del SCM o del trapezio, che può causare dolore al collo o alla spalla, può essere trattato con lo Strain Counterstrain. Posizionando il paziente in modo da accorciare il muscolo interessato, si riduce l'attività dei fusi neuromuscolari, interrompendo il ciclo di dolore e spasmo. In questo modo, la tecnica, pur non trattando il nervo in sé, può alleviare le disfunzioni dei muscoli che dipendono da esso per la loro funzione motoria.

Articolazione del gomitoIl gomito, una delle articolazioni più complesse del corpo umano, è essenziale per una vasta gam...
20/09/2025

Articolazione del gomito

Il gomito, una delle articolazioni più complesse del corpo umano, è essenziale per una vasta gamma di movimenti del braccio. Non è una semplice cerniera, ma un complesso sistema formato dall'incontro di tre ossa: l'omero, il radio e l'ulna.

Queste ossa si uniscono in tre articolazioni distinte:

• l'articolazione omeroulnare (che consente la flessione e l'estensione)
• l'articolazione omeroradiale (che supporta la flessione e la rotazione)
• l'articolazione radioulnare prossimale (che permette la pronazione e la supinazione dell'avambraccio).

Questa complessità lo rende vulnerabile a diverse problematiche, che possono essere acute o croniche. Tra le lesioni più comuni ci sono le fratture, spesso causate da cadute o traumi diretti. Anche le lussazioni sono frequenti, specialmente in sport che prevedono cadute.

Un'altra problematica comune è l'epicondilite laterale, più nota come "gomito del tennista", che è un'infiammazione dei tendini che si inseriscono sull'epicondilo laterale dell'omero. Non meno frequente è l'epicondilite mediale, o "gomito del golfista". Queste condizioni si sviluppano a causa di movimenti ripetitivi che sovraccaricano i tendini. Inoltre, l'artrosi e l'artrite possono portare a dolore cronico e rigidità, compromettendo significativamente la mobilità e la qualità della vita. La prevenzione, attraverso il riscaldamento e l'uso di tecniche corrette, è cruciale per mantenere l'integrità di questa complessa articolazione.

Il piede: quando si cammina e quando si correIl piede è una struttura biomeccanica eccezionale che si adatta dinamicamen...
13/09/2025

Il piede: quando si cammina e quando si corre

Il piede è una struttura biomeccanica eccezionale che si adatta dinamicamente alle diverse sollecitazioni del movimento, in particolare tra la camminata e la corsa. La differenza principale tra i due gesti risiede nella presenza di una fase di volo nella corsa, assente nella camminata, dove almeno un piede è sempre a contatto con il suolo.

Quando si cammina, il piede svolge una funzione di "ammortizzatore" e "propulsore". La sequenza di appoggio è generalmente tallone-avampiede; il tallone atterra per primo, e il piede prona (si appiattisce verso l'interno) per assorbire l'impatto. Successivamente, si irrigidisce nella fase di stacco, trasformandosi in una leva rigida che spinge il corpo in avanti.

Nella corsa, invece, le forze d'impatto sono notevolmente superiori (fino a 2-3 volte il peso corporeo). Il piede non si limita ad ammortizzare, ma deve immagazzinare e restituire rapidamente energia. L'appoggio può variare (tallone, mesopiede o avampiede), ma la biomeccanica del piede è più "elastica". Il piede agisce come una molla, sfruttando l'energia elastica immagazzinata nei tendini e nelle fasce plantari per una spinta più esplosiva e un minor dispendio energetico. Il ciclo è più veloce e dinamico, con una fase di contatto a terra molto ridotta.

Indirizzo

Via Andrea Doria, 4/5
Genova
16128

Orario di apertura

Lunedì 08:00 - 19:30
Martedì 08:00 - 19:30
Mercoledì 08:00 - 19:30
Giovedì 08:00 - 19:30
Venerdì 08:00 - 19:30
Sabato 08:00 - 12:30

Sito Web

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