01/11/2025
In questi giorni si è parlato molto di Halloween, spesso con leggerezza o con un tono che sfiora lo scherno verso ciò che non dovrebbe mai essere deriso: il mistero della morte, il mondo dei defunti, il passaggio della vita nei suoi cicli più sacri.
Non mi interessa entrare nelle dispute religiose tra ritualità pagane e tradizioni moderne.
Voglio soltanto spendere qualche parola per riportare quello che è stato della scorsa notte a un senso più profondo: non paura, non caricatura, non spettacolo del macabro, ma rispetto, ascolto e riconoscimento del momento di trasformazione che la natura e l’anima attraversano.
Perché la morte non è una maschera.
È un passaggio.
E ogni passaggio merita quiete, presenza e cuore. Halloween: la notte in cui il cuore incontra l’ombra
In questi giorni la terra si fa silenziosa.
La luce cede, le radici respirano più a fondo, e l’aria cambia pelle.
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Ci dicono che Halloween è la festa dei mostri, degli zombie, delle maschere e dei dolcetti.
Ma noi sappiamo che non è così semplice.
Dietro l’estetica dell’orrore c’è un linguaggio antico.
Una memoria di passaggio, non di paura.
Un varco, non un travestimento.
Questa non è la notte degli spettri.
Questa è la notte in cui il velo tra i mondi si assottiglia, ma e’ anche il tempo in cui il cuore può sentire più vicino chi non c’è più, non con paura né morbosità, ma con rispetto, amore e gratitudine.
I defunti non sono presenze da evocare per gioco: sono memorie vive, radici, fili sottili che continuano a nutrirci.
In questa soglia, la morte non è fine: è continuità, legame e ascolto silenzioso di chi ci accompagna oltre la forma!
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Samhain: la fine che prepara l’inizio
Per i Celti, Samhain era il capodanno.
Il tempo in cui il mondo si faceva cavo, come un seme che scende nella terra e affida il proprio futuro al buio.
La natura si ritira, ma non muore.
Si concentra. Si custodisce. Si riassembla.
Così anche noi.
Non siamo chiamati a festeggiare la morte.
Siamo chiamati a riconoscere ciò che deve finire dentro di noi per poter rinascere.
Ogni ciclo naturale lo insegna:
nessun ramo fiorisce se prima non ha lasciato andare le foglie.
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L’ombra non è il nemico
Nelle rappresentazioni commerciali l’ombra è mostro, zombie, minaccia.
Ma l’ombra vera è più sottile.
È la parte di noi che non abbiamo ancora voluto guardare,
la paura che aspetta un nome,
il dolore che chiede una forma,
la sensibilità che abbiamo protetto fino a diventare rigidi.
L’ombra non è cattiva.
È una stanza chiusa del cuore che desidera luce.
Non si viene inghiottiti dal buio:
si entra per ritrovarsi.
E quando lo attraversiamo cambia la qualità del respiro.
La mente non fugge più.
Il sistema si regola.
Il battito torna nel corpo.
La presenza diventa radice.
In naturopatia lo riconosciamo:
quando accogliamo ciò che respingevamo,
il corpo smette di difendersi e inizia a trasformare.
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La verità delle maschere
Le maschere di Halloween non servivano a spaventare gli altri.
Servivano a proteggere l’intimità del passaggio.
Non ci travestivamo per diventare altro,
ma per attraversare la soglia senza essere disturbati.
La maschera non è nascondersi.
La maschera è un atto sacro:
un tempo sospeso in cui possiamo lasciare andare un’identità per far spazio alla pelle nuova.
Quanti ruoli abbiamo indossato quest’anno?
Quanti di questi non vogliono più restare sul nostro volto?
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Il cuore: il ponte tra i mondi
In questa stagione l’energia scende, si interiorizza, si fa yin.
E il cuore ,che in medicina energetica custodisce la Coscienza , diventa portale.
Non c’è vero passaggio senza sentire.
Non c’è rinascita senza resa.
Non c’è luce che non sia passata attraverso il buio.
Il cuore non teme l’ombra.
La illumina dall’interno.
E allora ci fermiamo.
Respiriamo.
Lasciamo che ciò che è maturo per cadere cada,
come foglie che tornano alla terra per diventare humus.
Non è morte:
è compostaggio dell’anima.
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Una festa? No. Un invito.
Non ci interessa il folklore.
Non ci interessa il rumore.
Questa notte non si agita:
si ascolta.
È un invito a chiudere gli occhi e dire:
Io non scappo dal buio.
Io lo custodisco finché si trasforma in luce.
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Rituale interiore: semina nel silenzio
Prendiamo un momento.
Una candela, una stanza quieta, una mano sul cuore.
E chiediamoci ,senza fretta:
• Cosa nel mio cammino è pronto a essere lasciato andare?
• Quale parte di me chiede ascolto invece che giudizio?
• Dove posso scegliere presenza invece che paura?
E poi, con sincerità gentile:
Cosa vuole rinascere attraverso di me?
Non rispondiamo con la mente.
Lasciamo che il corpo parli.
Il cuore lo sa.
Halloween non è un carnevale gotico.
È un atto di memoria, di resa e di nascita silenziosa.
Oggi non celebriamo la morte.
Celebriamo il coraggio della trasformazione.
-Tiziana -