26/09/2018
A seguito del tragico crollo del ponte Morandi, la Valpolcevera - dove risiedono 90mila cittadini - è rimasta isolata e criticità rimaste troppo a lungo dimenticate sono tornate ad essere evidenti: una delle più drammatiche riguarda l'emergenza sanitaria.
Il modello ospedalecentrico comincia a scricchiolare:
● l’ospedale di Sampierdarena Villa Scassi, da tempo unico sbocco della zona, ora risulta di difficilissimo accesso, considerate le problematiche collegate alla viabilità;
● è necessario ripensare un sistema sanitario di prossimità perché l'ospedale non può essere l'unica soluzione per soggetti affetti da patologie croniche, e la Valpolcevera ha una percentuale molto elevata di donne e uomini ultra 65enni, di cui moltissimi vivono da soli.
Per questo venerdì in consiglio regionale chiederemo l'introduzione - a partire dalle zone maggiormente colpite dal dramma della caduta del Ponte Morandi - della figura professionale dell’infermiere di famiglia e di comunità, che garantirebbe un’assistenza capace di rilevare i bisogni dei pazienti, monitorare la continuità e l’aderenza alla terapia, favorire la deospedalizzazione e, così facendo, migliorare la qualità di vita di individui affetti da malattie croniche.
Dobbiamo cogliere l'opportunità di ripensare il nostro sistema sanitario, perché ne va della sicurezza e della salute dei nostri cittadini e cittadine.