25/11/2025
La violenza non è solo quella che colpisce il corpo.
Esiste una forma più sottile, più silenziosa, che scivola nella mente e nelle emozioni fino a far dubitare di sé. È la violenza psicologica.
Le ricerche sul trauma relazionale e sugli effetti del gaslighting raccontano una verità scomoda: la violenza può manifestarsi attraverso ambivalenza affettiva, svalutazione continua, critiche, freddezza emotiva, manipolazioni che confondono la realtà.
L’ambivalenza — ti voglio / ti respingo, ti cerco / ti ignoro — non è un semplice “carattere difficile”.
Il gaslighting , “esageri”, “ti inventi tutto”, “non è mai successo” , non è un malinteso.
La svalutazione , piccole punture che ti fanno sentire sbagliata ,non è ironia.
Sono dinamiche che logorano.
Modificano la percezione di sé.
Indeboliscono il sistema nervoso.
Spingono una donna a chiedersi continuamente se quella che vede è davvero la realtà o se il problema è lei.
Molti terapeuti italiani e internazionali lo ripetono con chiarezza: la violenza psicologica è reale, misurabile, documentata. E, proprio perché non lascia lividi, spesso viene ignorata o giustificata.
Oggi, nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, serve ricordarlo:
Una relazione in cui ti senti confusa, sminuita, non creduta, destabilizzata
non è una relazione sana.
Non è amore.
È terreno fertile per la violenza emotiva.
Ogni donna ha diritto a essere vista, ascoltata, creduta.
Ha diritto alla coerenza, non all’ambivalenza.
Alla verità, non al gaslighting.
Alla cura, non alla svalutazione.
Se qualcosa dentro di te ti dice che non stai bene, non stai esagerando.
Puoi chiedere aiuto.
Puoi essere sostenuta.
Puoi ritrovarti.
La violenza che non si vede fa male quanto quella che si vede.
E nominarla è già un atto di liberazione.