29/11/2025
FISIO… CHE SERATA! – Ritorno in campo
Ieri sera si è tenuto l'ultimo appuntamento con "L'autunno della prevenzione"
La serata, intitolata “Ritorno in campo”, è stata un momento intenso e profondamente umano dedicato alla fisioterapia sportiva, ma soprattutto al significato più ampio del “ritornare in gioco” dopo un infortunio o una difficoltà della vita.
Hanno condotto gli interventi 👉🏻il dott. Corrado Bertolo (ortopedico)
👉🏻la dott.ssa Anna Maria Padovan (psicologa), moderati con grande sensibilità e competenza.
Il messaggio centrale: RITORNO IN CAMPO = RITORNO ALLA VITAI relatori hanno usato il recupero da un infortunio sportivo come metafora perfetta di qualunque ripartenza esistenziale.
«Ogni rientro dopo un infortunio è identico ai problemi della vita», ha detto Bertolo.
Tre domande fondamentali accompagnano entrambi i percorsi:
Quando intervenire?Come intervenire?Cosa evitare?
Ma la vera chiave di volta non è “risolvere il problema” con la soluzione tecnica perfetta: è riconoscere il momento giusto per agire.
Il dott. Bertolo ha citato Sun Tzu: «Vince chi per primo sa rendere lineare ciò che è tortuoso». Un concetto che vale sia per la riabilitazione fisica sia per quella emotiva.La parte psicologica: le abitudini che danneggiano il cervello (e l’anima)
La dott.ssa Padovan ha poi elencato, con chiarezza e un pizzico di ironia, alcune abitudini quotidiane che letteralmente “spengono” il nostro cervello e ostacolano qualsiasi ritorno in campo:
• Vita sedentaria → il corpo si arrugginisce, il cervello si appanna.
• Ansia cronica → abbassa le difese immunitarie e alza la pressione.
• Troppi video e selfie → paradossalmente, più registriamo e meno ricordiamo: il cervello non fissa l’esperienza se non la vive davvero.
• Dormire poco → durante il sonno il cervello “pulisce” e consolida; chi dorme poco resta con la memoria piena di “spazzatura”.
• Relazioni tossiche (di coppia, familiari, amicali o lavorative) → provocano danni cardiovascolari, crollo dell’autostima e terreno fertile per la depressione.
• Zero tempo per sé → bastano 15 minuti al giorno di silenzio o di qualcosa che ci piace per ricaricare tutto.
• Postura scorretta → non è solo questione di schiena: una postura chiusa abbassa letteralmente il tono dell’umore.
• Rimandare sempre → il procrastinare cronico genera ansia e impedisce di vivere il “qui e ora”.
•Conversazioni interrotte da notifiche → le chat frammentano l’attenzione; una chiacchierata vera, faccia a faccia, nutre il cervello molto di più.Il messaggio finale che è rimasto nella sala«Il corpo e la mente guariscono insieme o non guariscono affatto», hanno concluso i relatori.
Non esiste un ritorno in campo puramente fisico senza un ritorno in campo emotivo e relazionale.
E viceversa: quando curiamo le abitudini tossiche della mente, il corpo ritrova da solo la strada per rialzarsi.Una serata che è partita dalla fisioterapia sportiva ed è arrivata dritta al cuore di ciò che significa, per chiunque, rimettersi in piedi dopo una caduta.
In sala c’erano atleti, ex atleti, genitori di ragazzi infortunati, persone con disabilità, operatori… e tutti, alla fine, si sono riconosciuti nella stessa frase:Ritornare in campo non è solo possibile.
È il modo più bello di tornare a vivere.
Un ringraziamento a tutti coloro che sono venuti ad assistere alle varie serate e a tutti i relatori.
L'appuntamento è per l'anno prossimo con "La primavera della prevenzione"
Foto di Marilena Barone e Rudy Allimondi
Ospedale Koelliker Torino