Psicologa Dottoressa Claudia Turturro- Giovinazzo

Psicologa Dottoressa Claudia Turturro- Giovinazzo Informazioni di contatto, mappa e indicazioni stradali, modulo di contatto, orari di apertura, servizi, valutazioni, foto, video e annunci di Psicologa Dottoressa Claudia Turturro- Giovinazzo, Medicina e salute, Via Luigi Settembrini, 9, Giovinazzo.

Mi occupo di sostegno psicologico individuale, di coppia e familiare;
lavoro per favorire un miglioramento del benessere e della qualità della vita attraverso la crescita personale dell' individuo.

Storie orribili,ma soprattutto reali, che dovrebbero aprirci gli occhi e imporci una riflessione su quanto siamo lontani...
02/11/2025

Storie orribili,ma soprattutto reali, che dovrebbero aprirci gli occhi e imporci una riflessione su quanto siamo lontani da una profonda educazione affettiva e sessuale per i nostri bambini e ragazzi, troppo impreparati a gestire le emozioni,le relazioni e più che mai la tecnologia. Figli, alunni, che scoprono determinati argomenti in maniere del tutto precoci e inappropriate, che non sono capaci di distinguere il VIRTUALE dal REALE. Questa è una responsabilità di tutti: famiglie, insegnanti, educatori, professionisti; siamo tutti coinvolti e sarebbe bellissimo se ci confrontassimo seriamente tra noi su queste questioni.

A 9 ANNI HANNO FONDATO UN “CLUB DEL SESSO”: se siete genitori, per favore prendetevi 10 minuti per leggere questo post.

Genitori ed educatori: il messaggio che segue richiede circa 10 minuti del vostro tempo. Ma potrebbero essere dieci minuti chi vi aiutano a comprendere cose che stanno succedendo nelle vite dei nostri figli e di cui è troppo importante riflettere insieme. Questo post parte dalla testimonianza di una collega che mi ha scritto così:

“Gentile dottore per la prima volta nella mia esperienza professionale mi trovo davanti una situazione per me difficile da affrontare. Nella nostra scuola ci sono bambini di 9 anni che vedono video pornografici dallo scorso anno e hanno creato un club del sesso. Chi vuole farne parte è obbligato a visionare materiali pornografici spinti, rapporti orali, a tre, con uso di oggetti. Tutto questo è stato scoperto da una mamma. Mi viene da dire maledetti cellulari e adulti incoscienti che comprano sempre prima questo oggetto e non supervisionano. Alcune bambine manifestano un disagio forte, Oggi una ha vomitato per lo schifo provato davanti a delle immagini, altre piangono. Io da tanti anni affronto il discorso della pornografia online, della mercificazione del corpo, porto poesie d'amore, mostro ciò che manca in quelle visioni di solo accoppiamento fisico. Lo faccio nella terza media. A quella età le parole mi escono facilmente, so come affrontare il discorso. Non mi è mai successo di trovarmi in una situazione simile, davanti a bambini di 9 anni. Ecco perchè ho bisogno di un confronto con lei.

Da anni, ogni settimana (e ribadisco: ogni settimana) ricevo mail con richieste di aiuto in cui un adulto rivela di sentirsi disorientato di fronte a ciò che ha scoperto esistere nella vita virtuale di un figlio, di uno studente, di una classe o all’interno di una chat. Molte di queste richieste hanno a che fare con l’esplorazione della sessualità da parte di minori che viene fatta sempre più precocemente e con modalità totalmente inadeguate rispetto all’età e alla maturità dei soggetti coinvolti. Questa settimana ho ricevuto questa mail e ho chiesto il permesso di poter condividere questa testimonianza con chi legge i miei post.

Avere 9 anni e fondare, nel proprio ambito di amicizie, il club del sesso imponendo ai coetanei – per farne parte – di visionare materiali molto spinti è un esempio di come l’abuso sessuale (sì, questo è abuso e non esplorazione fase-specifica) possa entrare nella vita dei nostri figli attraverso la combinazione di cinque elementi:
1) il bisogno di appartenenza al gruppo
2) la disponibilità di strumenti digitali che permettono con tre click di fare qualsiasi cosa
3) la superficialità con cui il mondo adulto ha sdoganato nella vita dei minori strumenti potentissimi senza avere alcuna contezza della loro potenza e della disfunzionalità che essa porta nella vita dei minori
4) l’aggressività con cui le piattaforme digitali entrano nelle vite di tutti, anche dei bambini, proponendo esperienze totalmente non fase specifiche e arrogandosi il diritto di dire che non hanno alcuna responsabilità, in quanto avvertono l’utente di contenere materiale riservato ad un pubblico di cui specificano l’età minima (da cui se ne deduce che gli unici responsabili per le navigazioni pericolose sarebbero i genitori che dovrebbero vivere dentro gli smartphones dei figli)
5) la totale mancanza di educazione affettiva e sessuale, che lascia i piccoli esposti a situazioni estreme in cui percepiscono disagio ed eccitazione allo stesso tempo nella totale incapacità di comprendere come orientarsi in tutto ciò e soprattutto a chi chiedere aiuto., visto che le agenzie educative e gli adulti in generale si rivelano vacanti in questo ambito educativo.

Condivido questa testimonianza in un giorno di festa, non per rovinarvelo, ma perché nei giorni festivi noi adulti abbiamo ritmi più lenti e più tempo per concentrarci su cose che la frenesia del lavoro a volte non ci fa considerare importanti. Io non so più come dirlo al mondo che là fuori c’è un problema enorme che entra nelle nostre vite attraverso lo sdoganamento della virtualità a cui bambini e bambine hanno accesso, navigando senza alcun criterio e supervisione.

So che molti dicono che basterebbe educare ad un buon uso dello smartphone, perché non è lo smartphone in sé il problema, ma l’uso che ne viene fatto. Beh, lasciatemi dire che invece è anche lo smartphone in sé il problema perché ha una potenza che nessun bambino sa governare e che nessun adulto sa educare nella relazione con un minore. Dentro al virtuale c’è troppa roba mentre nella mente dei nostri figli, prima dei 16 anni ci sono ancora troppe poche reti neuronali integrative in grado di avere un dominio efficace di quella “troppa roba”. E’ come far guidare una fuoriserie ad un ragazzo che ha appena preso la patente per guidare un motorino.

Per favore parlate di tutto questo ad altri genitori. Voi educatori condividete questa storia nelle vostre chat di classe. Rendete questa domenica una domenica di consapevolezza adulta, sia genitoriale che della comunità educante tutta. Troppe volte sento dire, anche da colleghi molto quotati, che io, con la narrazione che ho fatto del digitale in questi anni, non ho compreso nulla. Perché il problema secondo moltissimi sta nella fragilità di noi adulti.

Io penso che dobbiamo avere il coraggio di dire che il mondo virtuale ha reso i genitori fragili e la fragilità degli adulti ha reso il mondo virtuale sempre più capace di impossessarsi delle vite dei nostri figli. E’ un gatto che si morde la coda che però ha avuto il suo punto di inizio con la pervasività del digitale portatile dentro alle nostre vite di esseri umani del terzo millennio. E questo, Jonathan Haidt lo spiega benissimo nel suo volume “Generazione ansiosa” (Rizzoli ed.)

Su questo tema anch’io ho appena pubblicato un libro con Barbara Tamborini intitolato “Esci da quella stanza. Come e perché riportare i nostri figli nel mondo” (Mondadori ed.) dove cerchiamo di far capire ai lettori che oggi abbiamo bisogno di una totale inversione di rotta e che noi genitori ne dobbiamo essere consapevoli protagonisti. Vi prego, andatelo a cercare nella biblioteca più vicina a casa vostra, non c’è bisogno che lo compriate (chi sa quanti pensano che il mio unico interesse sia – in questo momento - vendere un libro. Ma se così fosse, vi siete mai chiesti come mai in più di dieci anni di vita nei social non ho mai – e ribadisco mai – messo un link ad alcuna libreria online che conduca all’acquisto automatico di un mio libro?). Scrivo libri non perché ho l’urgenza di venderli (cosa che naturalmente viene valutata come positiva da un autore), ma per fare cultura, per usare il mio posizionamento professionale e sociale (oltre che social) ai fini del miglioramento della vita e delle condizioni di crescita dei nostri figli. Lo dico da professionista e lo dico come padre di quattro figli.

Se anche voi pensate che fondare il club del sesso a 9 anni sia una spaventosa distorsione della crescita derivata da un mondo che non ha alcuna cura dei bisogni evolutivi di bambini e bambine del terzo millennio e che ciò non dipenda solo dalla fragilità di noi genitori, ma dalla potenza con cui quel mondo invade le nostre vite…… beh allora spero che questo post vi aiuti a correre ai ripari.

Se volete e potete, aprite il dibattito con più adulti possibili e condividete questo messaggio.

15/10/2025

GIORNATA DEDICATA ALLA CONSAPEVOLEZZA SUL LUTTO PRENATALE E PERINATALE

Nella giornata di oggi si parla tanto del lutto prenatale e perinatale (ovvero quello riferito alla perdita di un bambino, che si verifica dal concepimento al primo anno dopo il parto), ma cosa significa esattamente? Di quale tipo di lutto stiamo parlando?

La perdita di un figlio prima della sua nascita o subito dopo è un lutto ancora troppo sottovalutato e sminuito, è ancora un tabù, un dolore soffocato e dalle conseguenze ignorate.
Tanto per cominciare, non si può definire meno dolorosa la perdita solo perché si tratta di un bambino non ancora nato.
E non si può dettare una tempistica nella ripresa ai genitori, alle mamme in particolare, che vivono quest' esperienza, trattandosi di un vissuto molto personale e soggettivo, legato alle aspettative, alle proiezioni e ai progetti di vita di ognuno.

La durata fisiologica di questo tipo di lutto va dai 6 mesi ai 2 anni circa, ciò significa che per lungo tempo i pensieri, l' umore, la capacità di lavorare, in definitiva la qualità della vita viene in gran parte assorbita e condizionata da questo dolore, che spesso richiederà un sostegno psicologico per elaborare il lutto passando attraverso tutte le sue fasi: la negazione,la rabbia, la depressione e finalmente l' accettazione.
Nel mezzo,tante paure (ad esempio quella di avere altri figli), tante sensazioni socialmente non accettate (il fastidio nel vedere altri neonati o donne in attesa), momenti di sconforto e solitudine.

È in questa fase che si rivela importante il lavoro psicologico, ma anche la solidarietà da parte di una rete di sostegno: spesso amici, conoscenti, gli stessi familiari tendono a "mettere fretta", ad aspettarsi una reazione celere a quello che, in fondo, è "un evento comune, che capita da secoli a milioni di donne".

Il lutto pre e perinatale va attraversato, affrontato per poter essere superato. È necessario parlarne, condividere, non vergognarsi o nasconderlo.
È un dolore che non è MENO dolore solo perché, erroneamente, si pensa che quel bambino mai nato non abbia una sua valenza,una sua identità.
Non importa se dopo ne nasceranno altri, lui sarà sempre quello mai nato o mancato troppo presto, resterà insostituibile e la mamma ha tutto il diritto di piangere e di concedersi il SUO tempo per lasciarlo poi andare.

P.S. Anche se non lo portano in grembo, lasciatemi spezzare una lancia a favore di quei papà che stanno ACCANTO, che vivono loro stessi il lutto di una perdita.
Se possiamo,in quei momenti diamo una carezza anche a loro. ♥️

Buona Pasqua a tutti ♥️
20/04/2025

Buona Pasqua a tutti ♥️

Buona Pasqua dal Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi.

13/02/2025

SANREMO: SPUNTI DI RIFLESSIONE

Gran parte degli italiani in questi giorni stanno seguendo il Festival di Sanremo. Io sono tra questi,
consapevole che la musica sia sempre, tra le altre cose, occasione per riflettere, miccia che innesca emozioni.
Tre brani mi hanno colpita in maniera particolare.

"Quando sarai piccola", di Simone Cristicchi, è un inno all' amore filiale, a quella condizione per cui, di fronte ad una malattia degenerativa (ma non solo),spesso si invertono i ruoli e i figli si ritrovano a fare i genitori dei loro genitori e a diventare per loro fonte di accudimento, di nutrimento, di sostegno.
In questa canzone traspare tutta la sensibilità di un artista che tocca le corde dei nostri sentimenti più intimi e affronta un tema sempre attuale, un vissuto nel quale molti possono riconoscersi.
Le parole del brano trasformano un dolore personale in dolore collettivo...e quando il dolore viene condiviso, si può affrontare con più forza perché permette di vincere il senso di solitudine che precedentemente lo accompagnava. ❤️

"L' albero delle noci" di Brunori SAS ci racconta un' altra esperienza comune a molti: quella della genitorialità.
Essere genitori rappresenta una sfida, un oscillare continuo tra gioie e timori, tra amore e senso di inadeguatezza; un viaggio meraviglioso che arricchisce sempre e che, come dice Brunori, "cambia l' architettura del nostro cuore"!

Infine, la canzone "Volevo essere un duro" di Lucio Corsi.
Un brano che è il manifesto delle richieste pressanti della società odierna di essere a tutti i costi forti e performanti ma che, di contro, elogia la normalità, la bellezza di essere se stessi.
Quanti di noi sentono l' obbligo di mostrarsi sempre impeccabili, veloci, resilienti e quanti,invece, riconoscono e accettano i propri limiti, valorizzando la propria unicità piuttosto che uniformarsi al sistema che ci vuole impenetrabili ai cambiamenti e alle difficoltà??
Personalmente, apprezzo moltissimo questo inno all' imperfezione e al rispetto anche della vulnerabilità di ogni individuo...

Che dire ancora?
Buon Sanremo e buona vita a tutti!

Il Natale ci insegna il valore dell' attesa e del desiderio, in un tempo in cui sembra che tutto debba essere scontato e...
21/12/2024

Il Natale ci insegna il valore dell' attesa e del desiderio, in un tempo in cui sembra che tutto debba essere scontato e immediato.
Ci impone una riflessione sull' importanza di coltivare ciò che ci è più caro, perché il bene più prezioso è quello al quale ci dedichiamo anima e corpo, che teniamo vivo, di cui ci prendiamo cura quotidianamente.
Buon Natale di attesa, di cura, di desideri espressi, di affetti coltivati, di calore.
Mi fermo per qualche giorno per godermi questa magia...
Auguri a tutti ! ♥️

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