Antonio Federici Psicologo-Psicoterapeuta e Psicodrammatista

Antonio Federici Psicologo-Psicoterapeuta e Psicodrammatista Dott. Antonio Federici
Psicologo Psicoterapeuta e Psicodrammatista
Iscr. Albo Psicologi Fvg n. 1649 Invece “drama”?

Consulenze psicologiche e psicoterapia personalizzata in base alla richiesta e all'obiettivo della persona. Setting di intervento individuale e di gruppo, principalmente ad impronta psicoanalitica, arricchita dall'attenzione data al corpo grazie alla tecnica bioenergetica. Si valuta il passaggio dalle sedute individuali al gruppo (analisi IN gruppo e non DI gruppo) attraverso la tecnica dello psicodramma analitico, tecnica volta alla risoluzione delle difficoltà relazionali e allo sblocco delle situazioni psicologiche cristallizzate, dei comportamenti ripetuti e disfunzionali che impediscono di sentirci adeguati, sereni e in equilibrio tra ciò che vogliamo e ciò che il mondo esterno ci richiede. Vediamo i concetti base del mio approccio terapeutico.
“Psiche” e “drama”. La psiche ormai è conosciuta, in ogni sua forma e declinazione: leggera come il fiato, il respiro, assume anche il significato di anima, carattere, il colore che contraddistingue l’individuo, la sua essenza, i suoi pensieri. A Freud è riconosciuto l’enorme sforzo di aver fatto luce sugli angoli bui della psiche (della nostra anima), arrivando a creare una tecnica di “cura dell’anima” utilizzando proprio gli elementi di cui è composta, le parole. La psicoanalisi ad oggi è l'approccio su cui si basa la maggior parte delle psicoterapie moderne, la sua attenzione per la psiche, il flusso di pensiero, rimane una costante da cui non si può prescindere. Iniziamo col dire che non è il dramma come noi lo intendiamo, in senso negativo, deriva dal greco antico, precisamente dal verbo “drao”, agire. Quindi l’azione, le gesta, i comportamenti che, consciamente e inconsciamente, mettiamo in atto. Il corpo in questa dimensione gioca una parte fondamentale, noi agiamo attraverso il corpo, ci muoviamo con braccia e gambe, esprimiamo emozioni con il volto, con la postura, spesso anche con determinate sensazioni fisiche (psicosomatica). Il corpo è il veicolo di espressione per la psiche. Mente e corpo sono due compagni di viaggio inseparabili, uniti fin dai primi istanti di vita, anche se potrebbe sorprenderci pensare che prima della parola il corpo la faceva da padrone. Proviamo a pensare ad un neonato, si esprime principalmente col corpo: si agita con braccia e gambe, apre e chiude le manine, osserva, piange; per dirla con Freud “l’Io agli inizi è essenzialmente un Io corporeo”, le sensazioni prenderanno forma logica col tempo. Si può dire che in origine siamo stati “solo corpo”, poi le relazioni sociali (genitori, scuola etc.) hanno dato significato alle sensazioni corporee. Jacob Levi Moreno (1889-1974) psichiatra austriaco appassionato di teatro e filosofia greca, ha suggellato l’unione tra psiche e drama dando vita alla tecnica psicoterapeutica dello “psicodramma”. Moreno era affascinato dalla innata predisposizione dell’uomo ad entrare in contatto empatico con l’altro, riconosceva l’idea aristotelica dell’uomo come “animale socievole” nelle relazioni ma soprattutto nel teatro. In tale contesto ha potuto cogliere l’efficacia dell’azione drammatica (teatrale) per lo sblocco di determinate situazioni psicologiche disfunzionali, per le difficoltà relazionali e per l’impossibilità ad esprimere le emozioni. Lo psicodramma non è solo una tecnica psicologica efficace, è una palestra per imparare a ritrovare la connessione tra pensieri e sensazioni corporee, cosa che, mai come in questo periodo, è totalmente annebbiata dai mezzi tecnologici e dai social (ancor di più con la pandemia). Non ci sono colpe, solo fatti, l’evoluzione tecnologica porta con sé delle condizioni e la natura umana in qualche modo ne sta risentendo. La psiche e l’azione rimangono dunque gli elementi principali del mio metodo terapeutico. Alla attenzione di Freud per la “parola” unisco l’osservazione delle azioni nel qui ed ora sviluppata da Moreno (da qui lo Psicodramma Analitico). I percorsi psicoterapeutici che propongo (individuali e di gruppo) toccano entrambe le dimensioni, con lo scopo di sciogliere i blocchi interiori e trovare nuove soluzioni alle dinamiche difficili che si vivono giornalmente. In conclusione, non c’è nulla di così pauroso nello scoprirsi, nel conoscere i nostri pensieri e capire le nostre azioni, purché alla base ci sia la giusta dose di curiosità. Senza curiosità l’uomo non avrebbe potuto arrivare dov’è adesso. Essa è la forza motrice che conduce verso territori inesplorati, può farci ottenere nuove conoscenze e prospettive diverse, con la ricompensa di ricondurci nello stato di spontaneità in cui mente e corpo tornano a viaggiare sullo stesso binario senza difficoltà, in equilibrio.

19/10/2025

E aggiungo…da anni lavoro dentro questi scenari, li studio, li analizzo e li documento in aula di giustizia davanti ai giudici.

Ecco perché lo dico chiaramente: non denunciare non significa “non voler uscire”, significa essere intrappolate in una gabbia psicologica costruita con metodo e precisione chirurgica da chi esercita il controllo.

Dietro ogni donna che non denuncia c’è una strategia manipolatoria strutturata, un percorso fatto di annientamento progressivo dell’identità, di isolamento relazionale, di distruzione della percezione di sé e del proprio valore.

La vittima arriva a credere che non possa sopravvivere senza il suo carnefice, che non verrà creduta, che sarà punita se osa parlare.

È la dipendenza traumatica, un legame tossico che funziona come una sostanza e alterna fasi di violenza a momenti di pseudo-tenerezza, che generano confusione, ambivalenza e paralisi decisionale.

Questo è ciò che noi operatori del settore — psicologi, criminologi, forze dell’ordine, sanitari, assistenti sociali — conosciamo perfettamente.

Non è un mistero, è letteratura scientifica consolidata, è esperienza quotidiana.

E allora mi domando, anzi domando a voce alta:
com’è possibile che ancora oggi, nel 2025, davanti a una donna che arriva al pronto soccorso o in un consultorio con i segni evidenti di una coercizione psicologica o fisica, non scatti automaticamente il Codice Rosso?
Com’è possibile che, di fronte a chi trova il coraggio di chiedere aiuto — anche senza formalizzare una denuncia, come spesso accade nelle prime fasi di disvelamento — nessuno muova un dito, nessuno attivi una segnalazione, nessuno costruisca una rete di protezione immediata?

Non ci sono scuse, non esiste l’alibi dell’ignoranza perché queste dinamiche sono note, studiate, insegnate nei corsi di formazione, presenti nei protocolli.

Chi lavora nei distretti sanitari, negli ospedali, nei consultori sa benissimo che una donna che arriva spaventata, esitante, con un linguaggio frammentato e una narrazione confusa, non è una donna poco chiara, è una donna terrorizzata, una donna manipolata, una donna che sta cercando di sopravvivere.

E allora sì, è inaccettabile — profondamente inaccettabile — leggere che tutti gli indicatori di rischio c’erano, che la situazione era nota, che il Codice Rosso andava attivato, e scoprire invece che non è stato fatto nulla.
Nulla.
Nemmeno un tentativo di protezione minima.

È ora di finirla con le omissioni camuffate da burocrazia.
Quando una donna chiede aiuto, anche solo con gli occhi, quel momento è il punto di svolta.

Se lo perdiamo, la perdiamo.

E a quel punto, nessuna relazione, nessun verbale, nessun convegno, nessuna panchina, nessuna fisccolata potrà restituirle la vita che abbiamo lasciato che il suo carnefice le strappasse via.

18/10/2025

Ieri sera, mentre nella nostra Casa della Psicologia a Udine si svolgeva la presentazione di un albo illustrato che accompagna bambine, bambini e genitori nell’esplorazione di temi importanti come il corpo, la sessualità e l’identità, sono stati pubblicati diversi comunicati in merito al DDL Educazione sessuale e affettiva nelle scuole.
La posizione appare univoca e chiara: vietarla non protegge i giovani, bensì li espone alla disinformazione.

Il nostro Ordine si unisce nel ribadire che l'educazione sessuale e affettiva è una profonda e necessaria azione culturale e di prevenzione della violenza, in tutte le sue forme.

La scuola è luogo di conoscenza, dialogo e crescita. È un contesto privilegiato per la prevenzione primaria, sia quando queste azioni sono rivolte a bambini, bambine e adolescenti, sia quando sono rivolte alle figure educative che stanno loro accanto.

Vietare questa attività significa ostacolare lo sviluppo affettivo, relazionale e sessuale di bambine, bambini e adolescenti; significa privarli di strumenti per comprendere e gestire i cambiamenti fisici ed emotivi legati alla crescita, per educare al consenso e al riconoscimento della violenza, del desiderio, dei modi per proteggersi.

È necessario promuovere spazi educativi qualificati, con personale specializzato e percorsi costruiti e pensati.

Il Consiglio Nazionale ha inviato al Ministro una lettera che chiede la revisione della scelta di escludere l'educazione sessuale e affettiva dai percorsi scolastici. Il nostro Ordine resta a disposione delle Istituzioni per un dialogo che costruisca benessere e salute per i nostri e le nostre giovani.

17/10/2025

🔴 Comunicato stampa congiunto sull’educazione sessuo-affettiva nelle scuole

Le Presidenti e i Presidenti degli Ordini degli Psicologi di Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Marche, Puglia, Sicilia e Veneto prendono una posizione chiara e netta in merito al DDL del 23 maggio 2025 del Ministro Valditara.

🎓 L’educazione sessuo-affettiva è una risorsa, non un rischio. Limitare o escludere la possibilità di promuovere da parte dei professionisti della salute attività educative su questi temi significa privare bambini e adolescenti di strumenti fondamentali per comprendere e gestire i cambiamenti fisici ed emotivi legati alla crescita.

🧠 L’educazione sessuo-affettiva, quando è adeguata all’età e scientificamente fondata, contribuisce a relazioni sane, alla prevenzione di bullismo e violenza di genere, e al benessere psicologico delle giovani generazioni.

👥 Gli Ordini regionali sopra menzionati esprimono profonda preoccupazione per le implicazioni culturali e sociali derivanti dalle limitazioni previste nel DDL “Disposizioni in materia di consenso informato in ambito scolastico”.

Chiediamo che la voce degli psicologi e delle psicologhe venga ascoltata nelle sedi parlamentari competenti, per ribadire l’importanza di un’educazione affettiva e sessuale tempestiva, continuativa e basata sulle evidenze scientifiche.

📢 La tutela dei minori passa anche — e soprattutto — attraverso la conoscenza, l’ascolto e la costruzione di contesti educativi sicuri e consapevoli.

La news sul sito OPER: https://www.ordinepsicologier.it/it/notizie/619

17/10/2025

DDL Educazione sessuale e affettiva, vietarla non protegge i giovani: li espone alla disinformazione.

La Presidente del CNOP, Maria Antonietta Gulino, richiama l’attenzione del Legislatore sul valore dell’educazione affettiva e sessuale come tutela della salute psicologica e prevenzione della violenza. In assenza di percorsi educativi adeguati, ragazze e ragazzi rischiano di apprendere modelli disfunzionali e stereotipi dannosi.

La scuola deve restare luogo di conoscenza, dialogo e crescita emotiva, nel rispetto della dignità di ogni persona.

Leggi il comunicato stampa ---> https://www.psy.it/ddl-educazione-affettiva-gulino-cnop-vietarla-significa-esporre-i-giovani-a-disinformazione/

17/10/2025

🔴 Ddl Valditara ed educazione sessuale: con(tro)-senso informato e violazione dei diritti

I nostri interventi di prevenzione nelle scuole sono a rischio!

Il DDL Valditara impone limiti e divieti che potrebbero vietare ogni attività svolta da professionisti della salute sui temi dell’affettività e della sessualità fino alla scuola superiore.

Un passo indietro enorme, che ignora l’evidenza scientifica e il nostro ruolo di sanitari esperti nella prevenzione di bullismo, violenza e disagio nel contesto scolastico.

📚Nel suo articolo, Marta Giuliani smonta i nodi critici del disegno di legge e richiama con forza l’urgenza di una cultura scientifica capace di tutelare davvero la crescita dei nostri ragazzi.

🔗 Leggi l’articolo completo su AltraPsicologia:
https://www.altrapsicologia.it/articoli/ddl-valditara-ed-educazione-sessuale-controsenso-informato-e-violazione-dei-diritti/

23/09/2025

"Viviamo un momento in cui stiamo convincendo i giovani che loro valgono poco. Gli diciamo continuamente che non sono come eravamo noi, che oggi non hanno valori, che noi eravamo diversi. In definitiva gli stiamo dicendo: 'noi eravamo meglio di voi'. Un modo ottimo di cominciare un rapporto con un giovane!"
Julio Velasco

La frase di Velasco colpisce dritta al punto: non hanno bisogno di paragoni, hanno bisogno di adulti che li vedano, li sostengano e credano in loro.
Durante l’adolescenza il cervello è in trasformazione: ogni parola contribuisce a costruire l’identità e l’autostima. Se i messaggi ricevuti sono svalutanti, i ragazzi interiorizzano l’idea di non essere all’altezza; invece di incoraggiarli a crescere, creiamo muri che li allontanano.

COME DIALOGARE CON LORO IN MODO EFFICACE?
Evitate gli interrogatori: le domande sono segno di interesse, non di controllo. Fate attenzione alle parole che utilizzate e al vostro atteggiamento.
Date tempo: non forzate, ma fatevi trovare presenti e disponibili.
Ascoltate davvero: non hanno bisogno di soluzioni, ma di aiuto per trovare da soli le strategie più giuste.

Non serve fare confronti o paragoni, serve essere adulti capaci di ascolto, attenti al loro mondo, pronti a sostenerli.

16/09/2025

Una denuncia ai Carabinieri. Quindici segnalazioni. Anni di richieste di aiuto. Eppure Paolo, 15 anni, è morto suicida dopo un calvario di bullismo che lo ha perseguitato fin da bambino.

Non possiamo più permettere che segnalazioni come queste cadano nel vuoto. Ogni episodio ignorato, ogni minimizzazione, ogni volta che un adulto “volta lo sguardo” diventa un pezzo di responsabilità che pesa sulle spalle delle istituzioni, della scuola, della comunità intera.

Il bullismo non è mai “ragazzata”.

È violenza psicologica e fisica che lascia ferite profonde, a volte irreversibili. Chi tormenta un coetaneo percepito come fragile non lo fa “per scherzo”: manifesta già una struttura di personalità gravemente disturbata.

E allora le domande non devono porsene solo le famiglie delle vittime. Devono porsene — e molto serie — anche i genitori dei bulli.

Perché se un figlio si diverte a perseguitare un altro ragazzo perché percepito come più vulnerabile , quel figlio non è semplicemente “esuberante” ma è un predatore in formazione.

Queste tragedie si possono e si devono evitare. Ma serve ascoltare, intervenire, assumersi responsabilità, senza scaricare il problema né sulle vittime né sul caso.

Il problema non è solo di chi subisce. È soprattutto di chi cresce i bulli e li lascia diventare carnefici.

09/08/2025

Data la recente nomina al NITAG di due medici che appoggiano posizioni e idee non coerenti con le evidenze scientifiche, la direttrice del dipartimento di prevenzione regione Veneto, Francesca Russo, ha rifiutato l'incarico di far parte della commissione.

Noi, dal canto nostro, possiamo farci sentire firmando questa petizione promossa dal Patto Trasversale per la Scienza:
https://www.change.org/p/revoca-delle-nomine-controverse-nel-nitag-difendiamo-la-scienza-e-la-salute-pubblica
Perché la scienza non è una opinione ma si basa sulle evidenze e sul metodo scientifico.

E, come disse Piero Angela, io la mia parte l'ho fatta. Adesso tocca a voi (firmare).

Da oggi lo studio riapre nella nuova sede. ☘️Mi trovate in vicolo Savorgnan 1/A a Castions di Strada.Ovviamente valgono ...
04/08/2025

Da oggi lo studio riapre nella nuova sede. ☘️
Mi trovate in vicolo Savorgnan 1/A a Castions di Strada.

Ovviamente valgono le stesse modalità di contatto:
Tel/WhatsApp 📲 3703605229
Mail 📧 Info@psichedrama.it

A presto 🤓

Indirizzo

Via Gorizia
Gonàrs
33050

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 20:00
Martedì 09:00 - 20:00
Mercoledì 09:00 - 13:00
Giovedì 09:00 - 20:00
Venerdì 09:00 - 20:00

Telefono

+393703605229

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