28/06/2024
A distanza di due anni (chi va piano va sano e va lontano 🤪) scopriamo questi complimenti a noi indirizzati, su un altrettanto vecchio articolo uscito sull'
Abbiamo letto quanto è stato scritto da Ierfop Onlus (Agenzia Formativa nata per volontà delle principali Associazioni rappresentative di tutte le disabilità (ciechi, sordi, invalidi civili e del lavoro).) e non possiamo che ringraziarli! Una sorpresa e regalo davvero inattesi!🥰
Per chi volesse leggere il loro post:
https://www.facebook.com/ierfoponlus/photos/a.148454888646237/2205663076258731
ROBOTICA : ISAAC ASIMOV E GIOVANNI PINNA
UN ARTICOLO DELL' UNIONE SARDA CI RICORDA CHE IL FUTURO
E' DIETRO L'ANGOLO E NON DOVREMMO TRADIRLO MAI
Tirata più volte in ballo la massima più famosa della straordinaria produzione letteraria di Isaac Asimov, scrittore Russo- Statunitense che per primo popolarizzò l'approccio all'intelligenza artificiale, almeno in linea teorica e narrativa, non finisce mai di stupire per quanto, ancor oggi a distanza di ben oltre mezzo secolo, appaia sempre più adatta alla realtà di questi giorni.
Le tre leggi della robotica, integrate poi da una quarta solo successivamente all'uscita dell'opera “io Robot” che personalmente è il libro di Asimov che me lo fece riscoprire furiosamente durante la lettura in una vacanza estiva di trent'anni fa, credo. Prima lo cannibalizzavo tra gli scaffalini dell'edicola di mio padre negli anni settanta tra un Andromeda e un fumetto di Diabolik.
Oggi queste tre o quattro leggi, della robotica appunto, sono diventate veramente leggi! Nel senso che funzionano alla perfezione come neanche Asimov aveva deciso che potesse andare.
Infatti lui piu che altro, teorizzava un “ben oltre” molto romantico, di capacità funzionali attribuibili alla macchina che così rischiava di non accontentarsi più d'essere antropomorfa ma di riuscire ad umanizzarsi, facendosi delle domande sulla propria identità, uscendo dall'essere macchina ed entrando in una dimensione successiva tra la macchina e l'uomo.
Oggi che abbiamo preso coscienza graduale sulla funzione che hanno le macchine e l'intelligenza artificiale in genere al servizio della nostra società, e abbiamo capito che la tecnologia e l'informatica che sono alla base degli automatismi sono dei meccanismi di immediata e capillare diffusione, gestione e comprensione ( in alcuni casi si imparano “da se” direbbe Petrolini nel suo monologo dei salamini), abbiamo cambiato anche il modo di esprimere determinati concetti comunicativi, usiamo altri linguaggi e superiamo problemi che fino a vent'anni fa sembravano provenire da altre costellazioni lontane. Non fa eccezione la categoria di beneficiari di questi nuovi sistemi di supporto al lavoro umano che ci riguarda più da vicino, ovvero le persone con disabilità motoria, intellettiva e sensoriale.
La notizia è che il futuro, lo spazio siderale, e tutta quella atmosfera di alchimistico mistero che avevano certi romanzi anni sessanta cui mi riferisco, ecco queste cose sono molto meno distanti da noi di quanto si possa immaginare e più precisamente per quanto ci riguarda le possiamo trovare a Gonnosfanadiga, amena località del Guspinese. Certo un posto in cui ci si può recare per fare una bella gita in famiglia approfittando delle bellezze ambientali e per gustare magari un ottimo pranzetto a base di leccornie locali, ma in tanti ignoravamo che a Gonnosfanadiga abita, vive e produce... un genio dell'informatica che ha saputo idealizzare un rapporto continuo tra la macchina e l'uomo tanto da farlo diventare un presidio medico capace di risolvere problemi di comunicabilità per tante persone disabili motorie, autistiche e altro.
Giovanni Pinna, 38 anni, racconta la sua riconoscenza nei confronti degli oltre 1500 cui le sue “invenzioni” hanno dato beneficio. E' programmatore di computer per la comunicazione legata ai disabili e la sua attività si spinge anche sulla programmazione dei Robot antropomorfi che noi oggi iniziamo a vedere al lavoro negli aeroporti e negli ospedali di tutto il mondo con buona pace di Isaac Asimov che non ha vissuto abbastanza per toccare con mano ciò che lui solo teorizzava.
Pinna è un ricercatore della scuderia del Politecnico di Torino che ha anche sperimentato e messo a punto due piattaforme a disposizione di disabili con difficoltà serissime con softwares capaci di leggere dal movimento delle pupille le intenzione della persona e tradurre il tutto in un dialogo perfetto oppure permettere alle persone di entrare su internet e da li navigare perfettamente, svolgere operazioni di ogni genere, comunicare con il mondo esterno. Penso ad esempio a tutti I servizi che esistono su internet oggi, dall' home banking fino alla spesa presso il supermerato all'angolo. Sicuramente una conquista! Non che questo risolva del tutto il problema ma siamo sulla buona strada per rendere la vita di molte persone più “leggera” da certi punti di vista.
Sicuramente Pinna è una di quelle eccellenze insospettabili in una terra così per certi versi lontana da tanti contesti ma non da quello tecnologico. Infatti la Sardegna, vorrei ricordarlo, ha sempre avuto una posizione di primo piano e spesso addirittura di primato assoluto nelle questioni legate al “futuro” imponderabile delle comunicazioni e della modernità in assoluto: incredibilmente c'è stato sempre un feeling tra I sardi e l'intelligenza artificiale che spesso mi ha fatto pensare d'essere dei predestinati a questo: le prime trasmissioni radiofoniche sono avvenute qui, Stagno documentò lo sbarco sulla luna ma in pochi sanno che a farne ponte per le trasmissioni in Sardegna è stato un eroico radio amatore privato di cui faccio solo il nome di battaglia ISODKL, poi internet nella forma di Video On line di Niki Grauso con alla guida un certo Nicolas Negroponte, insomma, in un modo o nell'altro la nostra terra è sempre stata la terra nella quale non mi stupirebbe fosse nato Isaac Asimov.
Per questo Pinna si trova a casa sua, a Gonnosfanadiga, e per lui è arrivato il momento di andare oltre il ponderabile, oltre lo stretto necessario, nasce così Felicitous il nuovo software che non si ferma alle necessità di gestire, chiamare, interpolare, fruire di materiali multimediali ma VA OLTRE ed entra nella sfera esperienziale della didattica, dell' auto apprendimento, dello svago, ancora dell'esportazione della propria personalità di individuo verso altri soggetti vicini e lontani del nostro vivere quotidiano.
E' la chiave vera di lettura di un avvenire che si fa davvero inclusivo per tante persone e per le loro famiglie che così potranno avere una svolta epocale.
Dice di essere stato condotto su questa strada durante il periodo del lock down che per certi versi è stato determinante e di essere felice di sapere che le sue creazioni possono essere d'aiuto a persone in giro per il mondo che combattono contro un problema.
Personalmente io credo di dover ringraziare Pinna a nome di tutta l'umanità per ciò che riesce a fare a beneficio della nostra intera comunità mondiale soprattutto in un momento così difficile della storia umana durante la quale gli uomini sembrano tornare indietro proprio quando le macchine vanno avanti inesorabilmente e il chiaro riferimento alla doppia nazionalità di Asimov la dice lunga sulla retrocessione storica e culturale in cui ci siamo impantanati ...malgrado noi.
A PROPOSITO:
Vi copio e incollo le quattro leggi della robotica di Isaac Asimov, così da cercare alcune analogie tra loro e il nostro attuale rapporto con la tecnologia in generale. Anche perché io avevo già capito tutto quando da bambino qualcuno mi regalò un robottino di latta a corda: già lui era un Robot perfetto, non esente dalla possibilità di migliorarsi in futuro.
Un saluto e benvenuti nel futuro.
1. Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno.
2. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.
3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima e con la Seconda Legge.
Da questo si evince che i robot nascono con lo scopo di aiutare e proteggere gli umani, non di attaccarli. Esiste poi una quarta legge, che supera tutte le altre ed è stata presentata all’interno del libro “Io Robot”, ed è la seguente:
4. Un robot non può recar danno all’umanità e non può permettere che, a causa di un suo mancato intervento, l’umanità riceva danno.