23/07/2025
Esprimiamo un forte dissenso di fronte a questa scelta, che mal si concilia con l’obiettivo della
promozione di una cultura comunitaria volta a superare le barriere fisiche e culturali tra le
nazioni, e si dimostra invece la vetrina per spettacoli che promuovono la diffusione di una
cultura maschilista e misogina, e che non dovrebbe trovare nelle istituzioni il suo contributo, in
occasione di questa importante iniziativa.
La musica ha un impatto profondo sull’immaginario collettivo. È un linguaggio potente, capace
di influenzare atteggiamenti, visioni del mondo, desideri. È un forte strumento di aggregazione
giovanile, ma quando questa potenza viene usata per trasmettere valori che incitano alla
violenza e all’odio di genere, i danni possono essere profondi, soprattutto in un’epoca in cui
l’educazione sentimentale e sessuale è spesso lasciata alla mercé dei social media.
Quando un artista, come Tony Effe – molto seguito soprattutto dai ragazzi –, canta versi che
riducono le donne a oggetti sessuali, o che glorificano comportamenti aggressivi e possessivi,
dobbiamo porci alcune domande. Che tipo di messaggio stiamo normalizzando? Quali modelli
relazionali stiamo offrendo ai giovani?
Nei suoi testi le donne vengono ridotte a oggetti di desiderio, strumenti di piacere, o elementi
decorativi nella narrazione del potere maschile. Le frasi delle sue canzoni, che decidiamo,volutamente, di non trascrivere, contribuiscono a costruire un’idea distorta della relazione: una
dinamica basata sul possesso, sul dominio, sulla violenza mascherata da virilità.
La musica ha un potere immenso. Può ispirare, liberare, raccontare mondi, ma proprio per
questo, può anche rafforzare stereotipi, legittimare comportamenti pericolosi, contribuire – in
modo subdolo – ad una cultura della violenza.
Le associazioni Da donna a Donna e S.O.S. ROSA, attive da anni sul territorio con i loro Centri
Antiviolenza, chiedono che le scelte culturali di GO! 2025 siano improntate a un reale rispetto dei diritti e dei valori sociali.