05/09/2022
Non possiamo più fare finta di nulla, i nostri ragazzi vanno aiutati!
Alessandro 13 anni è l‘ultima vittima di questa ondata di male che si propaga silenziosamente.
Il branco agisce sopratutto in chat, messaggi di odio, cattiveria, incitamento al suicidio, c’è di tutto contro questi ragazzi che non hanno il coraggio di parlare, o spesso non sono ascoltati, compresi.
Finisce in tragedia, si getta da 15 metri mettendo fine a quelle voci, quegli sguardi di cattiveria gratuita. Come Alessandro, Michele Ruffino, ma la lista è davvero infinita, è ora di aiutare i nostri giovani.
Prima di tutto ascoltandoli, aiutandoli nel dialogo, la famiglia dovrebbe essere il loro primo rifugio, spesso invece è proprio lì che nasce il disagio. Secondo luogo è la scuola, i docenti grazie al l’educazione civica potranno trattare questi argomenti e confrontarsi con i loro studenti. Ogni giorno abbiamo sempre più giovani a soffrire di depressione.
Molti scappano dalla realtà rifugiandosi nella rete, una trappola ancora più pericolosa. Qui le parole non hanno controllo, colpiscono i più sensibili come lame affilate. Insulto dopo insulto diventa un muro di odio impossibile da distruggere, e purtroppo molti si lasciano andare di sotto.
La colpa non è solo dei bulli, anche loro andrebbero aiutati. La colpa è anche di chi assiste e si volta dall’altro lato. Apriamo gli occhi:
Si parla tanto di integrazione, di inclusione ma la verità è che questa società isola questi ragazzi, proiettando loro fasi idoli, fatti di infima bellezza. Mondi surreali dove loro cercano di aggrapparsi, tralasciando i veri valori della vita, come un sorriso ed un semplice “come stai?”
-Male, molto male.
-Parliamone, ti ascolto.
Antonio Federico Art per UMANITÀ ILLUSTRATA