San Giovanni - Laboratorio Analisi Cliniche

San Giovanni - Laboratorio Analisi Cliniche In attività a Grazzanise dal 1985; Il laboratorio Analisi Cliniche San Giovanni è una struttura sa

📣📣📣 Gentili amici, siamo lieti di annunciarvi che il Laboratorio San Giovanni è entrato a far parte del Gruppo BDC e a b...
04/02/2021

📣📣📣 Gentili amici, siamo lieti di annunciarvi che il Laboratorio San Giovanni è entrato a far parte del Gruppo BDC e a breve cambierà nome in Biomedical Diagnostic Center di Grazzanise. Un passo fondamentale che ci porterà a importanti cambiamenti e soprattutto ad una qualità e ad un'efficienza ancora maggiore.

A seguito di questa ristrutturazione volevamo avvisarvi che questa pagina Facebook a breve sarà chiusa e troverete tutte le nostre notizie ed i nostri aggiornamenti sulla pagina ufficiale del Gruppo BDC raggiungibile a questo profilo Gruppo BDC

Vi invitiamo pertanto a mettere il vostro like a questo nuovo profilo in modo da non perdervi nessuna novità e nessun aggiornamento. Grazie a tutti!

02/02/2021

Costo attuale Tamponi antigenici rapidi: 25€ per tutti.

01/02/2021

Nuovo orario di apertura mattutina.
Il laboratorio apre al pubblico alle ore 7,30, tutti i giorni, sabato compreso.
Apertura pomeridiana: dalle 16.00 alle 18.00, tutti i giorni, sabato escluso.

18/11/2020

Riapertura delle scuole

Tampone antigenico per alunni e familiari conviventi.

In base all’ordinanza n. 90 della Regione Campania, per il ritorno a scuola, sia gli alunni che i loro familiari conviventi sono invitati ad esibire il risultato negativo di un “tampone antigenico”.

Il tampone è offerto ad immediato costo zero da parte dell’ASL.

Il Laboratorio San Giovanni, per ve**re incontro alle necessità delle famiglie interessate dalla suddetta ordinanza (alunni e loro familiari conviventi) e a quelle della Scuola (personale docente e non docente) effettuerà ad essi il tampone antigenico al costo di € 25.

12/11/2020

COVID-19
Tamponi antigenici e tamponi molecolari.

Cosa succede dei risultati dei tamponi antigenici e molecolari?

A parte l'ovvia comunicazione e consegna del referto al paziente, ai risultati accade questo:

TAMPONE ANTIGENICO:
Il risultato POSITIVO deve essere comunicato, dal Laboratorio che ha eseguito il test, al Dipartimento di Prevenzione via Posta Elettronica Certificata (PEC). E' il Dipartimento che ha, poi, l'obbligo di caricarlo sulla piattaforma dedicata. Questa seconda fase, talvolta, registra dei ritardi.
Risultato NEGATIVO: non deve essere comunicato.

TAMPONE MOLECOLARE:
deve essere caricato, sulla piattaforma dedicata, da parte del Laboratorio che ha eseguito il test, sia il risultato POSITIVO che quello NEGATIVO.

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Se, ogni tanto, la curva dei contagi rallenta la sua crescita, non vuol dire, necessariamente, che stanno rallentando i ...
04/11/2020

Se, ogni tanto, la curva dei contagi rallenta la sua crescita, non vuol dire, necessariamente, che stanno rallentando i contagi.
Se, infatti, in una o più regioni si è vicini o si è raggiunto il numero massimo di tamponi che quella regione può fare, e se questo numero è inferiore a quello che si dovrebbe fare per seguire il numero reale, vero dei contagiati, quest'ultimo apparirà più basso di quello che realmente è, ma solo perché non si possono fare tutti i tamponi che servirebbe fare per scoprirlo. Ecco dunque che, in quella regione, e/o a livello nazionale, la curva della crescita dei contagi sembrerà rallentare. (F. Bevilacqua)

EFFETTI SATURATIVI.

Quando la nostra capacità di testare e diagnosticare i soggetti infetti da un virus viene travolta a causa dell'elevato numero di infezioni, approssimandosi la soglia dei test che possiamo eseguire in un giorno accadono due cose: non si riesce ad eseguire il numero dei test che sarebbe necessario ed i risultati dei test comunque effettuati tende arrivare con un ritardo smepre crescente.

Questo sono effetti saturativi ben noti, che si stanno già verificando in alcune regioni come la Lombardia, dove ormai è diventato difficilissimo fare un tampone anche in presenza di sintomi.

Gli effetti saturativi distorcono la curva che usiamo per il monitoraggio, in un modo che cercherò di illustrare graficamente con un modello semplificato.

Assumiamo che il numero di casi giornalieri durante lo sviluppo di un'epidemia segua un andamento gaussiano (è un'assunzione sbagliata, ma non importa ai fini della discussione). Nella prima figura, vedete l'epidemia reale; nella seconda, ciò che riusciamo ad intercettare, se c'è (come sempre c'è) un limite massimo al numero di test giornalieri che si possono effettuare e se man mano che ci si avvicina a questo numero si accumulano ritardi.

Con questo esempio super semplificato, intendo mettere sull'avviso tutti dal considerare con troppo entusiasmo eventuali rallentamenti delle curve di positivi e ricoverati, che possono essere legati alla capacità di diagnosi e a quella di ospedalizzazione: un rallentamento, soprattutto se simultaneo su tutte le curve (incluse le terapie intensive) può essere semplicemente dovuto al fatto che siamo vicini a ciò che possiamo identificare e curare con il massimo delle nostre forze.

Per sapere cosa sstia succedendo davvero, con dati affetti da così tanti bias di campionamento dobbiamo attendere.

28/10/2020

Covid -19: i test eseguibili presso il laboratorio.

I test che è possibile effettuare presso il Laboratorio San Giovanni per scoprire l'avvenuta infezione da parte del virus SARS-CoV-2, sono i seguenti:

1)Test sierologico quantitativo (€ 40)

2) Tampone antigenico qualitativo (€45); quest'ultimo su appuntamento.

27/10/2020

Si informa che, in questo periodo di "indiretta", periodo in cui anche i pazienti esenti per reddito, età o patologia, devono pagare di tasca propria gli esami in altri periodi dell'anno pagati dal Servizio Sanitario Regionale, il Laboratorio San Giovanni applicherà il preziario ASL.

16/10/2020

Covid -19: altri geni implicati nelle forme gravi.

Riassumendo...
60.000 anni fa, i nostri antenati, in uscita dall'Africa (una delle tante; si veda https://www.youtube.com/watch?v=TfCUKXXzoZg) incontrarono, e si accoppiano, con le popolazioni di Neanderthal trovate sul loro cammino.
Da queste presero, e diedero, diversi geni.
Alcuni erano dannosi per Homo sapiens (i nostri antenati) e via via, quindi, furono eliminati. Altri, invece, conferivano un vantaggio e quindi furono conservati tanto che sono presenti anche nel nostro genoma, oggi.
Tra questi alcuni geni del Neanderthal che, a questa specie, davano un vantaggio nella lotta a virus presenti nella zona in cui vivevano e che i sapiens, in uscita dall'Africa, non avevano mai incontrato e contro i quali, quindi, risultavano "indifesi".
Gli incroci, trasferendo ai sapiens quei geni del Neanderthal che a questi davano la possibilità di sconfiggere quei virus, nuovi per il sapiens, rendevano anche quest'ultimo capace di sconfiggerli.
Di generazione in generazione, quei geni vantaggiosi sono arrivati e sono presenti anche in noi (sul cromosoma numero 3).
Il fatto è che alcune varianti di questi geni, danno, nei confronti del virus SARS-CoV-2, una risposta eccessiva che, causando la tempesta di interleuchine, dà origine ad una forma grave di Covid-19.

Dunque, alcune varianti geniche (quelle che provocano una ridotta produzione di interferone di tipo I), rendono indifesi nei confronti del virus; altre, nei geni ereditati dal Neanderthal, danneggiano per una risposta eccessivamente "energica".
Nota a margine...meno male che, nel sentire comune, siamo perfetti...

P.S. Qui un articolo (del Prof Enrico Bucci) sullo stesso tema di quello che io ho riassunto ... https://www.ilfoglio.it/…/il-dna-degli-antenati-che-ci-re…/…

BREAKING NEWS, CORONAVIRUS, SCIENZA Coronavirus più ‘cattivo’ in chi ha DNA ereditato dai Neanderthal Luglio 5, 2020 Vox 9 commenti Condividi!Come molti di voi sapranno, l’essere umano in senso stretto non esiste. Tra le diverse ‘razze’ le differenze genetiche rendono difficile parlare de...

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Coronavirus più ‘cattivo’ in chi ha DNA ereditato dai Neanderthal
BREAKING NEWS, CORONAVIRUS, SCIENZA Coronavirus più ‘cattivo’ in chi ha DNA ereditato dai Neanderthal Luglio 5, 2020 Vox 9 commenti…

 

Covid-19.Ecco perché è importante evitare il contagio: nessuno sa (fino a che non lo cerca, ma non è facile) se ha quell...
27/09/2020

Covid-19.
Ecco perché è importante evitare il contagio: nessuno sa (fino a che non lo cerca, ma non è facile) se ha quelle variati geniche che lo rendono più indifeso verso il virus SARS-CoV-2.
In alcuni soggetti c'è una produzione minore di una molecola che ci difende dall'attacco dei virus (interferone di tipo I) o, a fronte di una produzione quantitativamente normale di essa, c'è una produzione di anticorpi che attaccano l'interferone di tipo I e, quindi, se ne ha comunque di meno.
In questi soggetti, l'infezione del virus è meno sotto controllo il che, "indipendentemente dall'età", porta a forme gravi di Covid-19.

(F. Bevilacqua)

Alti livelli di anticorpi diretti contro IFN di tipo I nel sangue di individui con forme severe. Tra questi anche pazienti con una malattia genetica rara, l’Incontinentia Pigmenti. Lo afferma, in due studi pubblicati sulla rivista Science, un team internazionale che comprende due ricercatrici dell...

13/08/2020

Il Laboratorio San Giovanni è chiuso fino al 22 agosto.
Riapre lunedì 24 agosto.

Asintomatici, presintomatici e sintomatici: un po' di chiarezza.Gli asintomatici e i presintomatici, molto probabilmente...
12/06/2020

Asintomatici, presintomatici e sintomatici: un po' di chiarezza.

Gli asintomatici e i presintomatici, molto probabilmente trasmettono il virus, altrimenti "la diffusione così rapida dell’epidemia non si spiegherebbe". Seguono dati (DATI!) molto chiari ed illuminanti.

Una piccola nota personale: gli asintomatici ospitano il virus più a lungo degli altri. Come dire (da parte del virus): "Non ti do molto fastidio, non ti faccio ammalare, ma tu, in cambio, mi tieni con te per più tempo così che posso infettare un numero maggiore di tuoi conspecifici, di umani". Verrebbe da dire: bene così se l'infezione ci rendesse immuni. Se le differenze nella risposta all'infezione non fossero dovute alla carica infettante (al numero di virus entrati) ma a differenze genetiche del virus ("se"; "SE" !) verrebbe anche da dire...grazie Darwin.

𝗖𝗢𝗩𝗜𝗗-𝟭𝟵: 𝗔𝗦𝗜𝗡𝗧𝗢𝗠𝗔𝗧𝗜𝗖𝗜 𝗘 𝗣𝗥𝗘𝗦𝗜𝗡𝗧𝗢𝗠𝗔𝗧𝗜𝗖𝗜: 𝗖𝗢𝗦𝗔 𝗙𝗔𝗥𝗘?
𝘓𝘢 𝘥𝘪𝘤𝘩𝘪𝘢𝘳𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭’𝘖𝘳𝘨𝘢𝘯𝘪𝘻𝘻𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘔𝘰𝘯𝘥𝘪𝘢𝘭𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘚𝘢𝘯𝘪𝘵𝘢̀ 𝘴𝘶𝘭𝘭𝘢 𝘱𝘰𝘴𝘴𝘪𝘣𝘪𝘭𝘪𝘵𝘢̀ 𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘰𝘨𝘨𝘦𝘵𝘵𝘪 𝘢𝘴𝘪𝘯𝘵𝘰𝘮𝘢𝘵𝘪𝘤𝘪 𝘯𝘰𝘯 𝘵𝘳𝘢𝘴𝘮𝘦𝘵𝘵𝘢𝘯𝘰 𝘪𝘭 𝘯𝘶𝘰𝘷𝘰 𝘤𝘰𝘳𝘰𝘯𝘢𝘷𝘪𝘳𝘶𝘴 𝘚𝘈𝘙𝘚-𝘊𝘰𝘝-2 𝘩𝘢 𝘭𝘢𝘴𝘤𝘪𝘢𝘵𝘰 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘪 𝘴𝘤𝘰𝘯𝘤𝘦𝘳𝘵𝘢𝘵𝘪 𝘱𝘦𝘳𝘤𝘩𝘦̀ 𝘴𝘦𝘨𝘶𝘦 𝘥𝘪 𝘱𝘰𝘤𝘩𝘪 𝘨𝘪𝘰𝘳𝘯𝘪 𝘭𝘢 𝘱𝘶𝘣𝘣𝘭𝘪𝘤𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘴𝘶𝘭𝘭𝘢 𝘳𝘪𝘷𝘪𝘴𝘵𝘢 𝘴𝘤𝘪𝘦𝘯𝘵𝘪𝘧𝘪𝘤𝘢 𝘈𝘯𝘯𝘢𝘭𝘴 𝘰𝘧 𝘐𝘯𝘵𝘦𝘳𝘯𝘢𝘭 𝘔𝘦𝘥𝘪𝘤𝘪𝘯𝘦 𝘥𝘪 𝘥𝘢𝘵𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘢𝘥𝘥𝘪𝘤𝘰𝘯𝘰 𝘭𝘢 𝘥𝘪𝘤𝘩𝘪𝘢𝘳𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦. 𝘈𝘯𝘢𝘭𝘪𝘻𝘻𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘪 𝘥𝘢𝘵𝘪 𝘦 𝘤𝘦𝘳𝘤𝘩𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘥𝘪 𝘤𝘢𝘱𝘪𝘳𝘤𝘪 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘤𝘰𝘴𝘢.

Da quando è iniziata la rapida diffusione nel mondo dell’epidemia di COVID-19 è stato subito chiaro che il virus può passare da un individuo all’altro senza lasciare tracce evidenti della sua presenza. Solo una percentuale dei soggetti contagiati è poi suscettibile di sviluppare la malattia.

Molte persone si tengono il virus anche per molti giorni, non si ammalano, non hanno sintomi, e dopo un periodo ancora non ben definito, si sbarazzano del virus.
Li chiamiamo: asintomatici.

Ci sono poi quelli che si infettano e, in una fase iniziale, non hanno sintomi, salvo poi ammalarsi in modo più o meno grave. Li chiamiamo: pre-sintomatici.

La domanda è: gli asintomatici e i pre-sintomatici possono trasmettere il virus? La risposta è: molto probabilmente.

La diffusione così rapida dell’epidemia non si spiegherebbe altrimenti. Se tutti i portatori del virus fossero in qualche modo sintomatici sarebbe molto facile circoscrivere i focolai epidemici identificandoli e sottoponendoli al tampone.

E qui nasce la seconda grande domanda: quante persone possono infettarsi senza sviluppare sintomi?
Andiamo a vedere i dati pubblicati una settimana fa.

L’articolo prende in considerazione 16 ricerche pubblicate su diverse popolazioni o focolai di infezione. Dei 16 studi presi in considerazione, 5 hanno seguito le persone nel tempo per verificare i tempi di comparsa dei sintomi. Di questi 5 studi, uno è quello fatto sulla popolazione di Vò Euganeo dove sono stati sottoposti al tampone 2.812 residenti in un primo periodo di osservazione e 2.343 in un secondo.

I risultati hanno dato una percentuale di soggetti positivi al tampone del 2% (102 soggetti). Di questi il 41% erano asintomatici nel primo periodo di osservazione e 45% nel secondo periodo. Fra i due periodi di osservazione sono passate due settimane durante le quali nessuno dei soggetti positivi al tampone ha sviluppato sintomi. Non solo, grazie al contact-tracing è stato possibile determinare che molti dei nuovi casi di soggetti, risultati positivi nel secondo periodo di osservazione, erano stati contagiati da soggetti asintomatici.

Un altro studio citato è stato fatto in Islanda su 13.000 persone scelte a caso. Di queste, 100 (lo 0,8%) sono risultate positive al tampone e di queste 100 persone 43 (il 43%) erano asintomatiche.

Un terzo importante studio citato è quello fatto sui passeggeri della famosa nave da crociera Diamond Princess: 3.711 passeggeri di cui 712 (il 19%) è risultato positivo al tampone. Di questi 331 (il 46%) erano asintomatici.

Inoltrandoci nell’analisi dei dati arriviamo ad un altro caso “estremo”, quello della portaerei francese Charles De Gaulle dove, dei 1760 membri dell’equipaggio, ben 1.046 (il 59,4%) sono risultati positivi al tampone. E, anche qui, il 47,8% era asintomatico. Se rimaniamo su situazioni simili troviamo quello della portaerei Theodor Roosevelt dove il 17% sono risultati positivi al tampone e di questi il 60% erano asintomatici. Un altro dato importante: quasi tutti gli asintomatici sono rimasti positivi al tampone per lunghi periodi.

Ma torniamo alla Diamond Princess. Una parte dei passeggeri sono stati sottoposti a controlli medici accurati e la vera sorpresa è stata che, ben il 54% degli asintomatici aveva segni radiologici di opacità polmonari. Torniamo su questo punto fra poco perché ci deve fare riflettere molto.

Andiamo ora al caso più estremo analizzato nell’articolo. Uno studio su 4.653 ospiti delle carceri americane (Virginia, Arkansas, Ohio e altri stati). Il dato ottenuto è a dir poco sorprendente: 3.277 risultano positivi al tampone ma ben 3.146 (il 96%!!) sono asintomatici.

Una percentuale di asintomatici simile si ritrova in un altro caso: quello della nave da crociera argentina in cui il 59% dei passeggeri risulta positivo al tampone ma ben l’81% sono asintomatici.

Parliamo dei pre-sintomatici: soggetti che dopo un periodo senza sintomi diventano sintomatici. Quanti sono? Pochi: dallo 0% di Vò Euganeo al 10% di due studi in Grecia e New York.

Cosa ci dicono questi dati?
Primo: l’infezione da SARS-CoV-2 può passare senza sintomi in una percentuale della popolazione che varia da un minimo del 30% fino al 90%. Gli autori della ricerca stimano una media del 40-45%. In questo modo il virus può espandersi rapidamente nella popolazione utilizzando gli asintomatici come veicoli.

Secondo: l’assenza di sintomi può mascherare una forma leggera di malattia a livello polmonare che andrà approfondita con ulteriori ricerche.

Terzo: i soggetti asintomatici sono un veicolo probabile di infezione. I dati dello studio di Vò Euganeo lo provano. Il periodo di contagiosità può arrivare fino a 14 giorni e oltre.

Quarto: è assolutamente indispensabile estendere i test di rilevamento del virus alle persone asintomatiche.

Ma rimangono ancora molte cose da chiarire.
Gli asintomatici, i pre-sintomatici e i sintomatici hanno tutti la stessa capacità di trasmettere il virus? Non lo sappiamo. Ma dobbiamo tenere in considerazione una variabile molto importante: le possibilità che ha il virus di restare per giorni nel nuovo ospite dipendono molto da quanto virus viene trasmesso, in altre parole dipendono dalla “carica virale infettante”. E’ probabile, ma non ancora provato, che soggetti nella fase sintomatica dell’infezione abbiano una carica virale più elevata di quelli asintomatici e pertanto siano i vettori preferenziali dell’infezione.

La dichiarazione della Organizzazione Mondiale della Sanità è stata dettata da questa considerazione e va considerata nel contesto delle nostre conoscenze ancora parziali.
In ogni caso non dobbiamo illuderci. Il pericolo di ve**re contagiati da un asintomatico è reale. D’altra parte, se siamo stati in contatto con un paziente, dobbiamo considerarci come potenziali veicoli di infezione.

Come possiamo sapere se apparteniamo alla grande schiera di persone che sono entrate in contatto con il virus e non hanno avuto sintomi? Qui ci possono aiutare i test sierologici. Ma attenzione perché anche qui purtroppo le nostre conoscenze sono solo parziali. Da molti studi risulta che persone esposte e verosimilmente contagiate non sviluppano anticorpi, probabilmente perché sono state contagiate da una carica virale bassa. Non solo, non sappiamo ancora quanto durano gli anticorpi nel sangue. Non possiamo escludere che un incontro ravvicinato con il virus avvenuto tre mesi fa non risulti dai test sierologici perché gli anticorpi nel frattempo sono scomparsi.

Quando si scrive di COVID-19 ci si trova sempre di fronte alle grandi incognite che il virus ci propina quotidianamente. Da questi dati possiamo però trarre due conclusioni: la prima è che almeno la metà delle persone che si infettano possono rimanere asintomatiche e portare in giro il virus per periodi anche lunghi. Finché il virus rimarrà fra di noi dovremo pertanto attenerci alle precauzioni a cui ci siamo, volenti o nolenti, abituati. La seconda conclusione è che molti di noi (nel caso eclatante delle carceri americane il 90%) hanno dei meccanismi di difesa efficaci. Qui entra in gioco la ricerca con la sua capacità di capirli e sfruttarli al meglio.

Per chi vuole approfondire qui sotto trova l’articolo pubblicato settimana scorsa dai ricercatori americani:

https://www.acpjournals.org/doi/pdf/10.7326/M20-3012

Indirizzo

Via Albero Lungo 13
Grazzanise
81046

Orario di apertura

Lunedì 07:45 - 16:30
Martedì 07:45 - 16:30
Mercoledì 07:45 - 16:30
Giovedì 07:45 - 16:30
Venerdì 07:45 - 16:30

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