12/10/2020
🍁Che cos'è l'apprendimento???🍂🍁
🍂 Che cos’è l’apprendimento?
A scuola spesso accade di trovarci di fronte studenti che non riescono a spiegarsi un voto basso “Eppure gli ho detto tutto!”: come spiegare loro che non basta dire le cose per dimostrare di saperle?
📌 Iniziamo con il dire che l'apprendimento è il modo in cui acquistiamo cognizione del mondo che ci circonda; è il nostro modo di intendere il mondo.
Le informazioni provenienti dall’ambiente esterno raggiungono le strutture biologiche deputate alla loro elaborazione, dove subiscono una qualche forma di trattamento, e successivamente tornano all’origine, e vengono utilizzate per rispondere alle richieste ambientali.
Ciò che fa la differenza è il modo e il grado con cui tali informazioni vengono elaborate.
La differenza tra una mera memorizzazione di informazioni ed una elaborazione attiva del significato sta nella traccia che esse lasciano dentro di noi, una sorta di sedimentazione.
Nel considerare le prestazioni degli studenti, si deve tenere in stretta considerazione il fatto che esse siano competenze in evoluzione: un test di apprendimento restituisce lo stato di quella competenza in quel momento, e la confronta con il punto in cui essa dovrebbe normalmente trovarsi ad un certo momento della scolarizzazione.
Questo comporta la necessità, soprattutto per chi si occupa di clinica dei DSA, di usare una maggior cautela nel definire una condizione di disturbo, soprattutto quando i test restituiscono profili deficitari in tutte le aree.
A determinare il livello in cui queste informazioni saranno trattate, intervengono poi, anche fattori emotivi e motivazionali. Uno studente motivato acquisirà le informazioni dal testo elaborandole attivamente, integrandole con conoscenze pregresse e costruendosi una mappa mentale coerente e coesa di quegli argomenti. La dimensione emotiva e motivazionale, che troppo spesso viene messa in secondo piano, dovrebbe invece costituire motivo ispiratore del lavoro con i bambini, tanto a scuola quanto in clinica.
“Non vi sono motivi filosofici, scientifici e morali perché la scuola debba diventare un luogo di sofferenza.” (Vayer)