Romina Cappuccio - Psicologa Psicoterapeuta

Romina Cappuccio - Psicologa Psicoterapeuta Capire il dolore mentale, che non è identico per tutte le persone, ma è legato alla struttura di personalità di ognuno..e trovare il modo di guarirlo..

Io e i miei colleghi saremo presenti per offrire a chiunque lo vorrà un colloquio gratuito. Spargete voce!
27/01/2024

Io e i miei colleghi saremo presenti per offrire a chiunque lo vorrà un colloquio gratuito. Spargete voce!

«Il giorno in cui il bambino si rende conto che tutti gli adulti sono imperfetti, diventa un adolescente; il giorno in c...
27/01/2024

«Il giorno in cui il bambino si rende conto che tutti gli adulti sono imperfetti, diventa un adolescente; il giorno in cui li perdona, diventa un adulto; il giorno che perdona se stesso, diventa un saggio.»

(Alden Albert Nowlan)

"In ogni stanza di bambino ci sono dei fantasmi. Sono i visitatori non invitati del passato dei genitori,di cui loro ste...
31/07/2023

"In ogni stanza di bambino ci sono dei fantasmi. Sono i visitatori non invitati del passato dei genitori,di cui loro stessi non hanno memoria, gli ospiti non invitati al battesimo. In circostanze favorevoli questi spiriti ostili vengono scacciati dalla cameretta e tornano nelle loro dimore sotterranee. Il bambino impone ai genitori, come un imperativo, le sue richieste di amore e, in stretta analogia con le fiabe, i legami d'amore proteggono il bambino e i suoi genitori dagli intrusi, gli spiriti maligni". Selma Fraiberg

10/06/2023

Chi è consapevole di sé stesso e sa fare teorie riflesse su ciò che pensa, ciò che vuole e su come si muove nel mondo,sarà capace di indirizzare la sua vita in base alle sue scelte..cosa c'è di più utile nella vita??

04/06/2023

Presso il mio studio si attivano Gruppi Terapeutici sulla Dipendenza Affettiva, aperti a Donne e Uomini che hanno la necessità di occuparsi dei propri problemi relazionali. Il Gruppo diventa lo strumento terapeutico che "cura e salva". Per informazioni contattatemi anche su wathsapp al 320 258 2591

21/05/2023

Quando non si e’ stati figli per l’impossibilità di affidarsi a genitori infantili, o depressi o semplicemente molto inadeguati, diventa difficile essere adulti.

Si rimane come bloccati in una sorta di sala d’attesa dove non si cresce ne’ si regredisce.

Il figlio si fa carico energeticamente dei genitori e per farlo “uccide se stesso”: il grande Freud e non solo lui affermava che dovrebbe accadere il contrario; cioè bisognerebbe simbolicamente uccide@@ i genitori per evolvere come individui.

Il senso del comandamento “onora il padre e la madre è questo!
Sei figlio, devi fare il figlio, non invertire la gerarchia naturale degli eventi.
Onora non significa ne’ ama né rispetta, ne vacci a pranzo insieme: significa riconosci che loro sono chi sono e hanno quel ruolo e quel ruolo non è tuo.

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Claudia Crispolti

24/04/2021

'Chi va da uno psicologo entra credendo di dover risolvere un problema dovuto ad un fatto o ad una persona. Crede cioè che il suo star male sia dovuto a qualcosa di concreto, un fatto tangibile, una persona in carne ed ossa. Invece, più spesso in questo momento storico, soffrono i sensi.
Si, soffrono i sensi.
Il senso di colpa, il senso di solitudine, il senso di abbandono, il senso di inadeguatezza, il senso di vuoto, il senso di inferiorità, il senso di incompiutezza, il senso di dipendenza.
Non sono le cose che ci accadono il problema e neanche le persone che ci circondano. Ma il senso che smuovono in noi quei fatti e quelle persone.
È il nostro vissuto che crea mostri, ferite e paure. E, per fortuna, proprio perché ci appartiene, su quel vissuto si può lavorare.'
Marinella Cozzolino

11/02/2021

L 'intersoggettività nelle relazioni ❤️

- Will: Ho avuto un primo colloquio, giorni fa.
- Sean: Come è andata?
- Will: Molto bene.
- Sean: E il paziente lo rivedrai?
- Will: Non lo so.
- Sean: Perché no?
- Will: Ho detto che dovevo controllare l'agenda, ma non l'ho richiamato.
- Sean: Cristo, sei un dilettante.
- Will: So quello che faccio.
- Sean: Ah, sì, eh?
- Will: Sì. Non si preoccupi per me, so quello che faccio. Sì, ma questo paziente, insomma, è consapevole, collaborante, divertente. È diverso da quelli che ho visto a tirocinio.
- Sean: E allora chiamalo, Sigmund.
- Will: Così mi rendo conto che non è poi tanto collaborante? Che arriva in ritardo alle sedute? Sì, insomma, ecco, questo paziente, c***o! è perfetto ora; non voglio rovinare questo.

- Sean: Forse tu sei perfetto ora. Forse è questo che non vuoi rovinare. Questa la chiamerei una "super filosofia", così puoi in effetti passare tutta la vita professionale senza dover entrare veramente nella storia di qualcuno.
[...] Tu non sei perfetto, dottore. E ti tolgo dall'incertezza: il paziente che hai conosciuto, non è perfetto neanche lui. Ma la domanda è se nella relazione terapeutica siete o no perfetti l'uno per l'altro. È questo che conta. È questo che significa psicoterapia. Puoi sapere tutte le cose del mondo, ma il solo modo di scoprire questa qui è dargli una possibilità. Certo, non lo imparerai da un rincoglionito come me. E anche se lo sapessi non lo direi a un piscione come te...

18/02/2020

Dicono che prima di entrare in mare
Il fiume trema di paura.
A guardare indietro
tutto il cammino che ha percorso,
i vertici, le montagne,
il lungo e tortuoso cammino
che ha aperto attraverso giungle e villaggi.
E vede di fronte a sé un oceano così grande
che a entrare in lui può solo
sparire per sempre.
Ma non c’è altro modo.
Il fiume non può tornare indietro.
Nessuno può tornare indietro.
Tornare indietro è impossibile nell’esistenza.
Il fiume deve accettare la sua natura
e entrare nell’oceano.
Solo entrando nell’oceano
la paura diminuirà,
perché solo allora il fiume saprà
che non si tratta di scomparire nell’oceano
ma di diventare oceano.
(Khalil Gibran)

La possibilità che ci concediamo di "vivere" il controtransfert è un dono nella terapia, per noi e per il paziente, è qu...
23/10/2019

La possibilità che ci concediamo di "vivere" il controtransfert è un dono nella terapia, per noi e per il paziente, è quello che ci fa entrare pienamente nella relazione con lui..

"Se inoltre accade, come è capitato a me, che il vivere il dolore dell’altro e il proprio faccia cadere una lacrima (e non bisogna nascondere questa emozione al paziente), allora le lacrime del medico e del paziente confondendosi danno origine a una solidarietà sublimata che trova forse la sua analogia soltanto nel rapporto madre-bambino. È questo l’elemento che risana in modo duraturo, cementa per così dire i frammenti intellettualmente raccolti e circonda la personalità, così riparata, di un clima nuovo di gioia di vivere e di ottimismo".
Ferenczi, 1932, p. 128.

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