30/10/2025
Sono sempre stata una bambina mite, giudiziosa, educata ma molto vivace e chiacchierona, a dire dei miei genitori.
Una bambina buona ma loquace e senza il dono della sintesi nei discorsi.
Le elementari sono volate con ottimi voti, quaderni ordinati, interrogazioni che andavano lisce come l’olio.
Anche a danza, ero tra le più brave, composta nel mio body rosa, mi sentivo come se dovessi arrivare alla Scala da un momento all’altro.
Alle medie però qualcosa dev’essere andato storto.
Il gruppo classe non aiutava, ma più di tutto, non aiutavano i docenti, soprattutto uno.
Ero bravissima in italiano ma quel giorno, alla lavagna, presa dall’ansia per il suo sguardo giudicante, scrissi “un amica” senza apostrofo.
Mi mandó fuori dalla classe, in castigo, in corridoio. Nessuna spiegazione, solo quel modo austero che mi mortificò come se avessi commesso chissà quale reato.
Medioevo.
Rimasi lì per tutta l’ora di lezione.
So che per un qualche adulto questa forma di castigo potrebbe rappresentare educazione, ma non lo è.
Soprattutto se c’è umiliazione: non era tanto il mettere un allievo alla porta, tanto l’incutere timore come metodo educativo.
Tutti e tre gli anni filarono così: mia madre ancora oggi si sente in colpa per non avermi cambiato di sezione o scuola.
Ma di rimando, io non raccontavo tutto perché pensavo di essere in torto io.
Eh sì che ho avuto genitori attenti e premurosi.
Arrivai al liceo con non poche difficoltà, date dall’esperienza delle medie ma anche dalla salute compromessa di un mio caro, gravemente malato.
La voglia di studiare era altalenante, avevo la testa a casa… così, alla fine, mi convinsi di non essere portata per lo studio.
Mi buttai così sulla danza: ero bravina davvero.
I voti a scuola non erano male, ma i diesel a volte non vengono compresi dal sistema.
Quando, dopo il diploma, dissi ai miei che volevo fare Psicologia furono felicissimi.
Ho avuto due genitori meravigliosi, per loro avrei potuto fare qualunque cosa e diventare chiunque; sono sempre stati dalla mia parte.
Gli anni universitari furono tra i più belli della mia vita, feci la triennale, la magistrale e andai oltre con la specializzazione in Psicoterapia.
Seguirono due Master.
Tutto con ottimi voti.
L’altro giorno, a quarant’anni, mi sono iscritta al terzo, durerà un anno e non so come farò tra lavoro e famiglia.
Questo per offrirvi un servizio sempre più completo, curato e aggiornato 🌱
Vorrei tanto dirlo al mio professore delle medie o raccontare a quelli delle superiori cosa c’era dentro di me in quegli anni, tra quel dolore legato alla malattia a casa e l’esperienza passata.
Vorrei tanto dire altresì ai genitori di credere nei loro figli: hanno il dovere di pensare che i loro bambini potranno diventare chi vorranno un giorno, che i voti a scuola non sono indice di intelligenza, che occorre sempre chiedersi perché di un comportamento o di un gesto.
Che i bambini e i ragazzi hanno bisogno di adulti che siano un esempio.
Vorrei dire che il potenziale lo ha chiunque ma a volte il contesto non lo comprende o addirittura lo limita.
Se dici a un bambino che è un incapace, lui ci crederà.
Se gli dici che lo ami e che credi in lui, questo diventerà fortissimo.
Mettevi accanto ai vostri bambini, ascoltateli, fate il tifo per loro.
Sbocceranno quando sarà il loro momento.
E agli insegnanti dico, usate tatto ed empatia, siate dei punti di riferimento per cui valga la pena davvero affidarsi, aggiornatevi, leggete qualcosa sulla psicologia e vedrete che la classe vi verrà dietro.
Dovete pensare all’influenza che avete circa il futuro di quel ragazzo e in caso sarà anche merito vostro! E che a volte, se quel minore non ha genitori adeguati, voi siete gli unici adulti a cui affidarsi.
Poi vorrei dire ai “miei” ragazzi, quelli che vedo ogni giorno, che sono fortissimi, che a volte i professori sbagliano, che i grandi inciampano, ma ci sarà sempre qualcuno pronto a credere in loro perché ci sono anche ottimi adulti che vogliono per loro tutto il bene del mondo.
Daje ragazzi, avanti tutta, testa alta e tutti i sogni del mondo in tasca!
📸 qui una ragazzina alle medie 😉