20/10/2025
“Non si ferma il mare disegnandogli un confine.”
È il gesto di chi crede di proteggere controllando, di chi pensa che tacere certi temi possa evitarne l’esistenza.
Ma non si ferma il mare disegnandogli un confine.
Se non insegniamo ai ragazzi a parlare di corpo, emozioni e consenso, saranno gli eventi — o la violenza — a farlo al posto nostro.
Non si protegge un bambino spegnendo la luce.
Si protegge insegnandogli a riconoscere le ombre.
L’educazione sessuale e affettiva non è una minaccia, ma un modo per prevenire la paura, l’abuso e la solitudine.
Secondo l’OMS e l’APA, i programmi di educazione sessuo-affettiva riducono i comportamenti a rischio, migliorano la consapevolezza del consenso e rafforzano le competenze emotive.
Togliere questa possibilità ai giovani significa toglier loro strumenti di sicurezza, non di trasgressione.
Il silenzio non protegge: espone.
«Non è solo questione di valori: i numeri lo dimostrano. A livello mondiale, l’85 % dei paesi ha oggi una legislazione o politica sull’educazione sessuale. Tuttavia, avere la legge non basta: gli studi mostrano che la vera efficacia arriva quando i programmi sono completi e ben implementati — e allora i giovani ritardano l’inizio dell’attività sessuale, fanno scelte più consapevoli, e acquisiscono strumenti utili per corpo, emozioni e consenso.»