02/12/2023
HATHA YOGA
Questo ramo dello Yoga è basato sul principio della lentezza e dell'armonia. Un
movimento, nello Yoga, non deve mai essere brusco o rapido. Altra grande legge: non vi
deve essere affatto spirito di competizione.
Una persona che pratica lo Yoga deve essere completamente assorbita da ciò che sta
facendo. Deve prendere coscienza della sua azione e niente di più. Tra la cultura fisica
occidentale e lo Yoga c'è quindi un vero e proprio abisso. La prima infatti troppo spesso è
basata su questo principio: riuscire a eseguire un certo esercizio meglio degli altri; arrivare
primo; essere il più forte. E' impossibile per noi occidentali pensare a un incontro di tennis
senza un risultato che sancisca la vittoria di questo e la sconfitta di quel giocatore, a un
incontro cioè basato soltanto sul godimento e l'ammirazione dei movimenti eleganti e del
gioco perfetto.
Lo Yoga è quindi fine a se stesso; eliminare lo spirito di competizione è il risultato finale
della liberazione di sé. Quindi, iniziando qualsiasi tecnica di Yoga, lo spirito deve
preliminarmente liberarsi da ogni volontà di lottare, di riuscire competitivamente, a
qualsiasi costo, come pure deve liberarsi di qualsiasi sentimento di inferiorità.
Non ha nessun valore se una certa postura viene mancata o realizzata.
L'individuo non deve mai competere con se stesso né provare dispetto o perdersi d'animo
se fallisce in un esercizio.
L'atmosfera dello Yoga è un'atmosfera di calma e di pace. Un istruttore di ginnastica
presso di noi molte volte si trincera dietro un atteggiamento militaresco.
Allora comanda imperiosamente agli allievi, che perdono praticamente la loro personalità.
Invece nello Yoga l'allievo conserva intatta la sua personalità, che si espande
progressivamente. Un insegnante di Yoga non deve né biasimare né lodare; deve soltanto
constatare se un esercizio è o no riuscito. Nella pratica delle varie posture, non si deve mai
essere in gara con un “avversario”, e si deve soprattutto eliminare i nemici interiori. Lo
Yoga ha come scopo la perfetta padronanza di se stessi, non il dominio sul mondo esterno.
Tutte le lezioni vengono svolte in una completa distensione. L'allievo deve fare attenzione
a quello che sta facendo, non chiedersi ansiosamente che cosa pensa di lui il maestro.
L'istruttore dà alcune indicazioni ben precise, mai degli ordini. In questo modo l'allievo
non si sente mai in errore, e non termina mai la lezione deluso.
Pierre Daco