29/10/2025
La mente ha un potere sorprendente, spesso decisivo, nei percorsi di guarigione.
Quando pensiamo a una terapia, immaginiamo una pillola che agisce sul corpo. Ma la scienza ci dice che non è solo una questione di chimica: è anche una questione di convinzione. Ed è qui che entrano in gioco due forze invisibili ma potentissime:
💊 Placebo: quando “credere” guarisce davvero
Una pillola finta può ridurre il dolore, migliorare i sintomi del Parkinson o alleviare la depressione.�Non è suggestione, ma biologia: il cervello rilascia dopamina, endorfine e altre sostanze che modulano il benessere e la percezione del dolore.�In poche parole, la fiducia nella cura può attivare meccanismi di guarigione reali.
⚠️ Nocebo: il potere della paura
All’opposto, la sola paura degli effetti collaterali può farli comparire davvero. Il cervello “anticipa” il malessere e reagisce come se fosse reale: si attivano stress, tensione e ipervigilanza. Il corpo risponde alle aspettative, non solo ai farmaci.
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Il nostro cervello non registra semplicemente ciò che accade: prevede in base a ciò che si aspetta.�Aspettative positive → miglioramenti.�Aspettative negative → peggioramenti.
E in psichiatria, tutto questo vale doppio.�
Ansia, depressione, insonnia: disturbi in cui emozioni, fiducia e relazione terapeutica possono potenziare, o al contrario ostacolare, l’efficacia del trattamento.
La chiave? Fiducia, empatia, comunicazione.
Il placebo non è “finto”: ha un potente effetto biologico.�Il nocebo non è “immaginario”: il corpo lo vive come reale.�La fiducia nel medico e nella terapia è parte integrante della cura.�La mente può essere il miglior alleato della guarigione — o il suo peggior sabotatore.
Leggi l’articolo completo sul mio blog:�
alessandrorotondo.com/blog/placebo-e-nocebo-in-psichiatria-come-la-mente-influenza-la-cura
E tu? Hai mai sperimentato qualcosa di simile?�Raccontalo nei commenti o scrivimi in privato.