02/05/2025
Il quadrato magico, enigmatico custode di segreti antichi, è ben più che un gioco di cifre e geometrie. Esso rappresenta l'eterno dialogo fra ordine e caos, tra ciò che appare e ciò che si cela nel silenzio delle forme. Le sue combinazioni numeriche, apparentemente casuali, sussurrano a chi le osserva la presenza di un ordine superiore, una simmetria universale che collega il microcosmo umano al macrocosmo divino.
Quest’opera d'arte, dove il quadrato magico campeggia enigmaticamente tra figure stilizzate e riflessive, ci ricorda che l'arte stessa è una forma sublime di comunicazione simbolica. Essa trascende il linguaggio ordinario, si eleva oltre le barriere del tempo e dello spazio, offrendosi come ponte silenzioso fra epoche, culture e coscienze.
Il quadrato magico dunque, come l'arte, parla una lingua arcana e universale, fatta di simboli ed evocazioni. Esso invita a contemplare l'invisibile armonia che lega ogni cosa, suggerendo che al di là del visibile e del comprensibile esiste una realtà profonda, un senso nascosto che attende solo di essere intuito.
Forse, proprio come quelle figure sedute in meditativa contemplazione, anche noi siamo chiamati a guardare oltre il visibile, ad ascoltare oltre le parole, per cogliere quella "verità più profonda" che giace silenziosamente nelle pieghe del reale.
"Numquam nega somnia tua": non rinnegare mai i tuoi sogni, poiché essi sono il linguaggio attraverso cui l'universo comunica i suoi più profondi misteri.