24/12/2025
Cari genitori, studenti, famiglie,
A Natale siamo soliti scambiarci auguri pieni di buone intenzioni e, a volte, di un po’ di inevitabile mielosità. È però anche uno dei pochi momenti dell’anno in cui il ritmo rallenta davvero e permette di fermarsi a riflettere. Per questo vorrei condividere con voi un pensiero che mi accompagna da tempo e che ho volutamente rimandato a questo periodo.
Il punto di partenza è semplice: oggi imparare l’inglese “di base” costa sempre meno e ha perso valore di mercato. I tempi in cui bastava offrire corsi standard sono finiti. Lo si vede chiaramente anche nei numeri: classi che anni fa contavano 14–16 studenti oggi ne hanno 6–7. Non è una questione locale, ma un cambiamento strutturale.
Il contesto è sotto gli occhi di tutti: app gratuite, contenuti online infiniti, strumenti di intelligenza artificiale che correggono, spiegano e conversano, tecnologie che traducono in tempo reale. In questo scenario, i corsetti standard non giustificano più il prezzo che richiedono. L’insegnamento linguistico “vecchio stile” come prodotto di massa è superato.
E quando un prodotto non regge più il suo prezzo, il mercato lo ridimensiona. Succede ai negozi, alle aziende, alle scuole. È una dinamica normale, non una minaccia.
Di conseguenza cambia anche la domanda, qui a Lucca come altrove. Famiglie e studenti non chiedono più principalmente “quante ore?”, “che libro?”, “Sono tutti madrelingua?”. Le domande centrali oggi sono: a cosa serve questo percorso, quanto tempo richiede, quale risultato concreto produce. È un cambiamento economico, prima ancora che didattico.
A livello globale crescono le preparazioni agli esami e i percorsi mirati; calano i corsi lunghi, generici e indistinti. Le persone investono volentieri in ciò che ha un ritorno misurabile e smettono di investire in ciò che resta vago. È una logica semplice.
Da qui la scelta di InAcademy. Questa evoluzione non è stata subita, ma osservata e affrontata per tempo. Il nostro modello non si è mai basato su corsi standard indistinti, classi numerose o percorsi annuali senza una fine chiara, perché non erano sostenibili né sul piano economico né su quello dei risultati.
Oggi il lavoro è focalizzato su obiettivi precisi: esami, scuola, università, estero, lavoro. Su percorsi con durata definita, su piccoli gruppi o lezioni individuali, su verifiche reali dei risultati. Questo comporta meno studenti per volta, ma anche meno sprechi, meno abbandoni e maggiore chiarezza per le famiglie: si sa perché si inizia, quando si finisce e cosa si sta pagando.
Guardando al 2026, in un Paese che da decenni disinveste nell’istruzione e scarica sempre più responsabilità sulle famiglie, la sostenibilità dei modelli diventa centrale. Non è una questione ideologica, ma strutturale.
Per questo la direzione futura è chiara e si riassume in tre parole operative:
ESTERO
UNIVERSITÀ
LAVORO
È una scelta pratica prima ancora che etica. Ed è ciò che rende InAcademy diversa nel modo di operare.
Il Natale è il momento giusto per fermarsi, guardare avanti e ripensare i modelli, sapendo che nulla è statico e nulla può più permettersi di esserlo.
Buon Natale da InAcademy.
Rudy Decanini
Direttore
InAcademy Education Centre
Raja Derouiche
Martina Santini
Paola Andrea Russo
Paola Andrea Russo
Nipuni Dissanayake
Rudy Decanini