Dott.ssa Ines Nutini Psicologa-Psicoterapeuta

Dott.ssa Ines Nutini Psicologa-Psicoterapeuta Informazioni di contatto, mappa e indicazioni stradali, modulo di contatto, orari di apertura, servizi, valutazioni, foto, video e annunci di Dott.ssa Ines Nutini Psicologa-Psicoterapeuta, Psicoterapeuta, Via Romana 228, Lucca.

09/11/2025

Ci sono legami invisibili che influenzano le nostre scelte, le emozioni, le relazioni.

Le Costellazioni Familiari di Hellinger offrono uno spazio sicuro e autentico in cui osservare questi intrecci, riconoscerli e lasciarli andare con amore.
In questa giornata di lavoro in gruppo, guidata dalla psicoterapeuta e costellatrice Eleonora Paoletti, potrai dare voce alle tue radici, ritrovare equilibrio e aprirti a nuove possibilità di vita.
Un’esperienza trasformativa, per chi sente che è tempo di comprendere, guarire, evolvere. 🌸

👉 Prenota il tuo posto e concediti questo viaggio dentro di te.

28/10/2025

Versava il tè. Spazzava i pavimenti. E ascoltava ogni parola.

San Francisco, anni ’50 dell’Ottocento.
La corsa all’oro aveva trasformato un porto sonnolento in una città ubriaca di ricchezza improvvisa.
Nelle ville di Nob Hill, le fortune nascevano e morivano tra un sigaro e un bicchiere di brandy.
E nell’angolo di quelle stanze, riempiendo bicchieri e raccogliendo piatti, c’era una donna nera di nome Mary Ellen Pleasant.

Per quegli uomini bianchi che parlavano di affari, lei era come un mobile. Invisibile. Dimenticabile.
Non sapevano che lei stava prendendo appunti.

Mentre discutevano di banche solide, terreni promettenti, investimenti rischiosi, Pleasant memorizzava tutto.
Capì ciò che loro ignoravano: l’informazione è potere.
E a lei, quel potere, lo stavano regalando.

Cominciò dal basso. Una lavanderia. Una pensione.
Mentre altre donne pulivano per sopravvivere, lei stava costruendo un impero.
Acquistò ristoranti, allevamenti di latte, quote nelle stesse banche di cui aveva sentito parlare servendo il tè.
Quando la legge e il razzismo le chiudevano la strada — e accadeva spesso — trovò il modo di aggirarli.
Si alleò con Thomas Bell, un banchiere bianco che metteva gli investimenti a suo nome, mentre le decisioni le prendeva lei.

L’invisibile cameriera stava diventando una delle imprenditrici più ricche di San Francisco.

Ma Mary Ellen Pleasant non accumulava ricchezza per vanità.
Lo faceva per usarla.

Di giorno dirigeva i suoi affari.
Di notte finanziava la libertà.
Sostenne la Underground Railroad, aiutò schiavi in fuga, pagò avvocati per cause civili.
E quando fu lei a subire discriminazione — buttata giù da un tram solo per il colore della pelle — non si lamentò.
Fece causa.

Nel 1868, vinse un processo storico che portò alla desegregazione dei trasporti pubblici di San Francisco.
Non con proteste o manifesti, ma con il diritto.
Pagato con i soldi guadagnati servendo chi la ignorava.

La sua ascesa fece tremare i benpensanti.
Come osava, una donna nera, essere ricca? Potente? Libera?
I giornali cominciarono a diffamarla: “regina del voodoo”, “strega”, “manipolatrice”.
Era più facile attribuire la sua forza alla magia che riconoscere la sua intelligenza e il suo coraggio.

Lei non arretrò.
«Meglio un ca****re che una codarda», disse una volta.
E non mentiva.

Mary Ellen Pleasant non chiese mai scusa per il suo successo.
Non si nascose. Non si piegò.
Capì che il vero potere non è solo avere denaro, ma sapere quando essere invisibili e quando diventare impossibili da ignorare.

Passò anni ad ascoltare in silenzio, costruendo nell’ombra.
Poi usò ogni dollaro per cambiare un mondo che non voleva vederla.

Non la troverai nei libri di scuola.
La sua storia è stata cancellata, perché troppo scomoda, troppo grande, troppo libera.
Ma la verità, prima o poi, riemerge sempre.

Mary Ellen Pleasant trasformò il silenzio in strategia,
l’invisibilità in potere,
e i sussurri degli uomini che serviva in un impero che nessuno aveva visto arrivare.

Le vicende che hanno fatto la storia della nostra famiglia, genitori, nonni, avi, anche se può sembrare strano, hanno fo...
16/09/2025

Le vicende che hanno fatto la storia della nostra famiglia, genitori, nonni, avi, anche se può sembrare strano, hanno forti ripercussioni sul nostro presente, influenzando in modo inconsapevole il nostro modo di stare al mondo oggi e il nostro futuro.

Se Il passato definisce, in questo modo, il presente e il futuro, a volte è possibile invertire questa direzione: il futuro può risolvere il passato.

Le Costellazioni Familiari di B. Hellinger, in questo ambito, sono lo strumento in assoluto più efficace, risolutivo ed innovativo; si tratta di un metodo terapeutico ma anche una terapia spirituale, attraverso il quale possiamo superare i traumi irrisolti della nostra famiglia, liberandoci dalle catene che ci legano al passato, riacquistando la possibilità di creare liberamente il nostro futuro perché, come diceva B.Ulsamer,

“Senza radici non si vola”.

Conduttore: Dott.ssa Eleonora Paoletti psicologo, psicoterapeuta, Costellatore Familiare Hellinger Graduated, esperta in Comportamenti Alimentari, Comunicazione Efficace e Non Violenta, Psicogenealogia Integrata, EMDR Pratictioner e Psicologia Archetipica.

Costo: €90,00

19 Ottobre 2025 – Lucca

Ore 9,00 – 18,00Q

02/07/2025

Il Club è lieto di annunciare che il 30 giugno alla Casermetta San Salvatore si è svolto il solenne Passaggio del Collare tra la Presidente uscente Iliana Nutini e la nuova Presidente Ines, alla presenza della Vice Governatrice del Distretto, Paola Parri di Siena, della Chairman all’Espansione d...

05/06/2025
21/04/2025

Nel parcheggio sotterraneo dove si trova il mio ufficio, c’era un uomo senza fissa dimora che aveva fatto di un angolo riparato la sua casa. Lo si vedeva ogni sera, rannicchiato contro il muro, insieme al suo cane: un cagnolino meticcio, piccolo e spelacchiato, con occhi svegli e pieni di fiducia. Quando uscivo per la pausa pranzo, passavo spesso da lì, controllavo se c’era, e gli portavo un panino e qualcosa da bere.

Ogni volta, lui spezzava il panino a metà: una per sé, l’altra la dava al suo cane. Era evidente quanto si volessero bene. Con il tempo, iniziai a portargli anche un sacco di crocchette ogni mese. Lui le custodiva con cura, proteggendole dall’umidità come fosse oro. Il cane, invece, stava sempre nel cestino del carrello della spesa, seduto comodo come un bambino, mentre lui lo spingeva in giro per la città.

Una mattina d’inverno, faceva un freddo pungente. Quando arrivai, notai subito che il cane non c’era. L’uomo era seduto nello stesso posto, ma sembrava sconvolto, come svuotato. Gli portai un caffè caldo e, con voce bassa, mi raccontò che durante la notte precedente, i servizi sociali avevano fatto un giro per raccogliere i senzatetto e portarli nei dormitori comunali. Ma, nel farlo, gli avevano portato via il cane. Lo avevano affidato al canile municipale perché non aveva microchip, né vaccini, né documenti.

Mi si spezzò il cuore. Sapevo quanto significasse per lui quel cane. Presi qualche ora di permesso dal lavoro, lo caricai in macchina e andammo insieme al canile comunale. Chiedemmo di poter cercare tra i cani "smarriti", e dopo qualche minuto lo trovammo: appena vide il suo padrone, il cagnolino impazzì dalla gioia. Guaiti, scodinzolii frenetici, le zampe che cercavano di attraversare la rete metallica per toccarlo, mentre lui si chinava e gli accarezzava il musetto, con le lacrime agli occhi.

Mi offrii di pagare tutto: l’applicazione del microchip, le vaccinazioni obbligatorie e le spese per il recupero. Uscimmo dal canile in silenzio, lui stringeva forte quel piccolo essere come se avesse paura che gli venisse portato via di nuovo. Quando lo lasciai vicino al suo carrello nascosto, gli dissi solo: «Tienilo al sicuro». Mi abbracciò, poi fece dare un bacino da parte del cane, che sembrava voler dire grazie, e sparì nel vicolo.

Capisco l’importanza di proteggere chi vive per strada, soprattutto con il freddo. Ma portargli via il suo unico vero affetto — anche se giustificato dalle regole — mi è sembrato profondamente ingiusto.

Ogni gesto di gentilezza può cambiare qualcosa. Anche se piccolo, può avere un impatto enorme nella vita di qualcuno.

15/02/2025

Bert Hellinger spiega che la difficoltà di separarsi, sia in relazioni di coppia sia in legami familiari, è spesso dovuta a dinamiche sistemiche inconsce. Alcuni dei motivi principali sono:

1. Gli "Ordini dell'Amore" e il Legame Sistemico

Ogni relazione crea un legame energetico profondo, e quando ci si separa, questo legame non si spezza facilmente. Il principio dell’equilibrio tra dare e ricevere gioca un ruolo fondamentale: se uno dei partner ha dato molto e l’altro meno, il primo potrebbe sentirsi ancora vincolato.

2. Irretimenti e Destino Familiare

Molti trovano difficile separarsi perché inconsciamente ripetono schemi familiari. Ad esempio:

Alcune persone restano in relazioni tossiche perché, senza saperlo, stanno ripetendo il destino di un genitore o di un antenato.

La paura della solitudine può derivare da un’esclusione familiare non risolta, come un membro della famiglia dimenticato o emarginato.

3. Il Senso di Colpa Sistemico

Quando si tenta di lasciare un partner o di distaccarsi da una famiglia soffocante, può emergere un senso di colpa profondo. Questo accade perché il sistema familiare "trattiene" i suoi membri per mantenere l'ordine e la continuità. Spesso, il senso di colpa non appartiene solo all’individuo, ma all’intero sistema.

4. L'Amore Infantile e la Lealtà Invisibile

Molti restano in relazioni infelici perché, da bambini, hanno imparato che l'amore significa sacrificio e sofferenza. C’è una lealtà inconscia verso il proprio sistema familiare che impedisce di prendere decisioni liberatorie.

5. La Necessità di una Chiusura Sistemica

Hellinger sottolinea che una separazione diventa più facile quando viene riconosciuto e onorato il legame passato. Una frase utile nelle Costellazioni è:
"Ti ho amato, riconosco ciò che abbiamo vissuto insieme e ora ti lascio andare con rispetto."

Campi Torsionali all'opera

21/12/2024

Vedete questo signore? Negli ultimi giorni non si parla d’altro che di Tony Effe e delle sue canzoni! Io ne ho lette e sentite di tutti i colori, ma c’è una cosa che voglio dirvi!

Vedete, il problema non è tanto perché Tony Effe sia stato o non sia stato invitato al concerto del capodanno di Roma, ma il vero problema è un altro. Tanto per darvi un'idea, questo è il testo di una delle sue canzoni più famose: «Lei la comando con un joystick / Non mi piace quando parla troppo / Le tappo la bocca e me la f… Volano schiaffi da ogni parte (…) Sono Tony, non ti guardo nemmeno / Mi dici che sono un tipo violento/ Però vieni solo quando ti meno.»

Ecco, questo è uno dei cantanti più apprezzati degli ultimi tempi! Tony Effe viene ascoltato ogni mese da ben 4 milioni di persone, su Youtube ne raggiunge anche il doppio. E allora mi dispiace dirlo, ma non è Tony Effe il problema! Perché se questi testi ottengono milioni e milioni di ascolti e di visualizzazioni, qualche domanda bisognerebbe iniziare a farsela!

Il vero problema di oggi si chiama ANAFFETTIVITÀ. Si chiama cinismo. Si chiama assenza di emozioni. L’incapacità di provare, comprendere, dar voce e riconoscere le proprie emozioni! Addirittura Jovanotti ha paragonato Tony Effe a Mozart. Ecco, è proprio questo il punto: in una società che chiama arte una banana appiccicata con del nastro adesivo al muro, non sono soltanto le idee e le emozioni che mancano, sono proprio i cervelli che hanno raggiunto il capolinea. Nella società del nulla, avanza il nulla… le canzoni sono imbevute di violenza e di frasi volgari per coprire il nulla che sono! Ed io che sono cresciuta ascoltando De Andre, Guccini, Cocciante, Battisti, mi domando: ma che diavolo è successo alle persone?

E aggiungo un’ultima cosa. Mentre il nulla avanza, l’incoerenza le fa da padrona. Si parla tanto di «femminismo» e poi tutte le cosiddette femministe di oggi hanno scelto di difendere queste canzoni. Gli artisti invece fanno a gara per esprimere solidarietà a Tony e si riempiono la bocca di parole come censura, perché nella società del nulla perfino le parole sono svuotate di senso, significato e valore. Che dire, forse Cattelan su una cosa almeno aveva ragione: siamo alla frutta. Letteralmente!

Guendalina Middei, anche se coi mi conoscete come Professor X ➡️ (Ai nuovi lettori: se vi piace ciò che scrivo, è uscito «Innamorarsi di Anna Karenina il sabato sera» che ho scritto per farvi innamorare della letteratura cosi come me ne sono innamorata io. Potete leggerne un estratto gratuito qui: https://www.amazon.it/innamorarsi-Karenina-leggere-classici-lezioni/dp/8807174359

09/12/2024

‼️VI ASPETTIAMO‼️

Per info e iscrizioni:
📱320-0706975/335-8376605
📍studi Persea via Romana 228 LU

Dott.ssa Martina Di Piazza - Neuropsicologia e DSADott.ssa Ines Nutini Psicologa-Psicoterapeuta

Indirizzo

Via Romana 228
Lucca
55100

Orario di apertura

Lunedì 09:30 - 12:30
15:30 - 19:00
Martedì 09:30 - 12:30
15:30 - 19:00
Mercoledì 09:30 - 12:30
15:30 - 19:00
Giovedì 09:30 - 12:30
15:30 - 19:00
Venerdì 09:30 - 12:30
15:30 - 19:00

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Dott.ssa Ines Nutini Psicologa-Psicoterapeuta pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Contatta Lo Studio

Invia un messaggio a Dott.ssa Ines Nutini Psicologa-Psicoterapeuta:

Condividi

Share on Facebook Share on Twitter Share on LinkedIn
Share on Pinterest Share on Reddit Share via Email
Share on WhatsApp Share on Instagram Share on Telegram

Digitare