13/11/2025
Non aspettare di arrivare al limite, il tuo corpo i segnali li manda continuamente, basta ascoltarli.
All’inizio lo odi.
Ogni vescica, ogni dolore alla spalla, ogni ginocchio che scricchiola ti sembra un sabotaggio.
Ti svegli rigido, cammini piegato, e pensi:
“Non ce la faccio. Questo corpo è contro di me.”
Poi, tappa dopo tappa, qualcosa cambia.
Non perché il dolore sparisce. Ma perché impari a convivere con lui.
Inizi a capirlo.
A fermarti quando chiede tregua.
A dargli acqua, carezze, pause.
Non lo spingi più. Lo accompagni.
E lì succede qualcosa.
Una mattina, dopo una salita difficile, ti fermi.
Ti siedi su un sasso. Guardi le tue gambe sporche di fango.
Ti tocchi il ginocchio.
E, senza pensarci, sussurri:
“Grazie.”
È il primo grazie.
Non al paesaggio. Non agli altri.
A lui. A te.
A questo corpo imperfetto, fedele, stanco e meraviglioso
che ti ha portato fin lì.
Sul Cammino, il corpo smette di essere un nemico.
Diventa un alleato. Un compagno. Un fratello silenzioso.
E quando impari a ringraziarlo,
ti accorgi che non ti ha mai tradito.
Stava solo aspettando che tu lo vedessi.
☥ Manuele Dalcesti su Essere Indaco