18/10/2025
Vietare l’educazione sessuale nelle scuole medie, e ammetterla solo alle superiori previo consenso dei genitori, è una scelta che rivela una profonda arretratezza culturale, educativa e sociale. È come se la società volesse tenere i ragazzi nell’ignoranza di sé stessi proprio nel momento in cui iniziano a costruire la propria identità corporea ed emotiva.
Dal punto di vista psicologico, l’adolescenza precoce è una fase cruciale per lo sviluppo dell’immagine corporea, dell’autostima e della capacità di instaurare relazioni sane. Numerose ricerche in psicologia dell’età evolutiva mostrano che affrontare apertamente i temi della sessualità, dell’affettività e del consenso aiuta i ragazzi a ridurre l’ansia, la confusione e il senso di colpa legati al proprio corpo e ai desideri, migliorando anche le loro capacità empatiche e relazionali.
Negare questo tipo di educazione, al contrario, li espone a un doppio paradosso: vengono bombardati da modelli sessualizzati attraverso i social, la musica, la pubblicità — immagini spesso iperboliche e distorte — ma restano senza gli strumenti per interpretarli criticamente. Così si alimentano disinformazione, stereotipi di genere, dinamiche di dominio e, nei casi peggiori, comportamenti rischiosi o violenti.
Una società che teme l’educazione sessuale è una società che teme la consapevolezza. È una cultura che preferisce la censura al dialogo, l’imbarazzo alla conoscenza, l’autorità alla responsabilità. Ma educare alla sessualità non significa “insegnare il sesso”: significa insegnare il rispetto, l’ascolto, la libertà di dire sì o no, la comprensione del corpo e delle emozioni proprie e altrui.
In un mondo che espone i giovani a tutto senza mai spiegare nulla, vietare di spiegare è l’atto più pericoloso e più retrivo che si possa compiere.
🔴 Comunicato stampa congiunto sull’educazione sessuo-affettiva nelle scuole
Le Presidenti e i Presidenti degli Ordini degli Psicologi di Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Marche, Puglia, Sicilia e Veneto prendono una posizione chiara e netta in merito al DDL del 23 maggio 2025 del Ministro Valditara.
🎓 L’educazione sessuo-affettiva è una risorsa, non un rischio. Limitare o escludere la possibilità di promuovere da parte dei professionisti della salute attività educative su questi temi significa privare bambini e adolescenti di strumenti fondamentali per comprendere e gestire i cambiamenti fisici ed emotivi legati alla crescita.
🧠 L’educazione sessuo-affettiva, quando è adeguata all’età e scientificamente fondata, contribuisce a relazioni sane, alla prevenzione di bullismo e violenza di genere, e al benessere psicologico delle giovani generazioni.
👥 Gli Ordini regionali sopra menzionati esprimono profonda preoccupazione per le implicazioni culturali e sociali derivanti dalle limitazioni previste nel DDL “Disposizioni in materia di consenso informato in ambito scolastico”.
Chiediamo che la voce degli psicologi e delle psicologhe venga ascoltata nelle sedi parlamentari competenti, per ribadire l’importanza di un’educazione affettiva e sessuale tempestiva, continuativa e basata sulle evidenze scientifiche.
📢 La tutela dei minori passa anche — e soprattutto — attraverso la conoscenza, l’ascolto e la costruzione di contesti educativi sicuri e consapevoli.