31/08/2018
TUTTI PAZZI PER IL PREGRAFISMO!
Negli ultimi anni si è assistito ad una sorta di “alfabetizzazione preventiva”.
Forse anche a causa dei sempre più frequenti disturbi specifici di apprendimento diagnosticati nei bambini della scuola primaria, la scuola dell’infanzia ha iniziato a farsi carico di tutta una serie di esercizi legati all’apprendimento delle lettere, dei numeri, sia in lettura che in scrittura, talvolta trascurandone, purtroppo, la percezione, la comprensione e dunque la loro rappresentazione mentale, reali prerequisiti per un adeguato apprendimento.
Spesso i genitori mi portano in visione libri di pregrafismi, con le classiche forme tratteggiate da ripassare graficamente. Nella stragrande maggioranza dei casi si vedono pagine piene di righe interrotte, frammentate, calcate troppo leggere, che non si capisce né da dove partono né tanto meno che direzione stanno seguendo.
Per noi genitori, insegnanti, terapisti… adulti, una “O” tratteggiata è chiaramente una O, perché l’occhio coglie i vari elementi visivi, ovvero i tratti, il cervello ne percepisce la direzione e dà loro un significato. In questo modo riconosciamo la figura nel suo insieme. Il singolo tratto è in funzione dell’intera figura e ci indirizza nell’anticipazione della forma globale. Grazie a questo processo il cervello può guidare la mano in un movimento fluido di congiungimento dei tratti (o a volte peggio, dei puntini) e sembra davvero molto semplice.
Per il bambino invece è un processo impossibile. Fino ai 6 anni circa, infatti, egli percepisce i tratti l’uno distinto dall’altro. A causa dell’incapacità del suo cervello di anticipare il significato della forma, potrà limitarsi ad unire solo il tratto con il successivo e questo di nuovo con il successivo, con un movimento frammentato che non può fungere come allenamento ed anzi, è molto diseducativo.
Per i bambini sono più utili le cosiddette stradine, oppure le lettere montessoriane da sentire con il dito. Sono utili le attività che favoriscano una corretta impugnatura, l’orientamento nello spazio, la strutturazione del tempo e dei ritmi, l’aumento dei tempi d’attenzione…
C’è un mondo fantastico racchiuso nella scuola dell’infanzia, lasciamoglielo VIVERE.