30/10/2025
Aveva solo ventun anni, ma la sua voce faceva paura a un impero.
Si chiamava Sophie Scholl.
Studiava filosofia a Monaco di Baviera, e in un tempo in cui milioni di persone tacevano, lei scelse di parlare.
Era il 1942.
La Germania era nel pieno della guerra.
Chiunque osasse criticare Hi**er veniva arrestato, torturato, cancellato.
Il silenzio era la regola.
Ma Sophie, suo fratello Hans e pochi amici non accettarono di piegarsi.
Fondarono un piccolo gruppo di resistenza: “La Rosa Bianca.”
Non avevano armi.
Avevano solo parole.
Scrivevano volantini, li stampavano di notte, li lasciavano nelle università, nei mercati, nelle stazioni.
Parlavano di libertà, di dignità, di coscienza.
Dicevano ai tedeschi di aprire gli occhi, di non obbedire ciecamente al male.
Ogni foglio era un seme di verità lanciato contro il deserto della paura.
Un giorno, Sophie entrò nell’università di Monaco con una valigia piena di volantini.
Salì sulla balconata del cortile e li lasciò cadere.
I fogli bianchi volteggiarono nell’aria come neve d’inverno, posandosi silenziosi sul pavimento.
Sembrava un gesto poetico, ed era invece un atto di rivolta.
Un custode la vide.
La denunciò.
Poche ore dopo, Sophie e Hans furono arrestati.
I nazisti non persero tempo: processo sommario, condanna per alto tradimento.
Davanti ai giudici, Sophie non abbassò lo sguardo.
Non cercò scuse.
Disse soltanto:
“Meglio morire oggi che vivere cent’anni piegata al male.”
Il 22 febbraio 1943, la portarono al patibolo insieme al fratello e all’amico Christoph Probst.
Aveva il volto pallido, ma sereno.
Poco prima di morire, guardò fuori da una finestra e mormorò parole semplici, che ancora oggi risuonano come una preghiera:
“Il sole splende ancora.”
Aveva ventun anni.
Morì libera, in un mondo di prigionieri.
La sua storia attraversò i decenni come un soffio di dignità.
Simbolo di coscienza, di coraggio, di verità.
Non gridò, non fuggì, non odiò.
Scelse di restare umana.
E ogni volta che qualcuno — anche oggi — sceglie la verità invece della paura,
il sole, da qualche parte, torna a splendere.
Piccole Storie.