Barbara Gubinelli - Massofisioterapista

Barbara Gubinelli - Massofisioterapista Massaggi, Massoterapia cervicale, massoterapia
lombare, drenaggio linfatico manuale(linfodrenaggio) massaggi collo, cervicale, schiena, gambe, piedi.

Trazioni verterbrali o pompage, fisiochinesiterapia, lombosciatalgie, terapie dolori cervicali e di schiena. Ginnastica posturale. Linfodrenaggio. Massaggi anticellulite. massaggi gambe gonfie e dolenti. Il massaggio in gravidanza.

30/10/2025

INTESTINO E CERVELLO COMANDANO I TUOI PENSIERI (PARTENDO DAL BASSO)

C’è una frase che ormai si sente spesso, e anche nei libri viene citata:

“Ascolta la TUA pancia.”

Ma quasi nessuno sa quanto sia letteralmente vera.

L’intestino non è solo un tubo digerente. È un organo sensoriale e nervoso, con oltre 200 milioni di neuroni — quasi quanto un cervello di gatto.
Per questo oggi la scienza lo chiama “il secondo cervello”.

Ma la verità, se vogliamo essere onesti, è che non è nemmeno il secondo.
È il primo a parlare.
Il cervello, spesso, si limita ad ascoltare.

Questo dialogo continuo tra intestino e cervello avviene attraverso un sistema chiamato asse intestino-cervello (gut-brain axis):
un intreccio di nervi, ormoni, neurotrasmettitori e molecole immunitarie che viaggiano in entrambe le direzioni.

Hai presente quella sensazione di “nodo allo stomaco” quando sei in ansia?
O quella “pancia chiusa” quando sei stressato?
Ecco: è esattamente questo asse che parla.

Ma il discorso vale anche al contrario.
Quando il microbiota intestinale si altera — per stress, antibiotici, dieta, infiammazione o malattie autoimmuni — il cervello cambia tono.

Chi vive una condizione autoimmune conosce bene quella stanchezza che non passa.
Quel “non mi riconosco più”.
La nebbia mentale, la lentezza nei pensieri, l’ansia inspiegabile.

Spesso non è solo colpa degli ormoni o del sistema immunitario iperattivo.
È anche il microbiota intestinale che manda segnali distorti al cervello.

Quando la barriera intestinale è più permeabile (il famoso “leaky gut”), piccole molecole infiammatorie e frammenti batterici entrano nel circolo sanguigno e raggiungono il sistema nervoso.

Lì, attivano una risposta microgliale — una sorta di “infiammazione cerebrale lieve ma cronica” — che altera l’umore, la concentrazione e la percezione della fatica.

Non è psicologico.
È biologico.
Ma la biologia è anche emozione.

Diversi batteri intestinali producono o modulano neurotrasmettitori:

Lactobacillus e Bifidobacterium favoriscono la produzione di GABA, che calma il sistema nervoso.

Escherichia e Enterococcus possono stimolare la sintesi di serotonina.

Alcuni ceppi influenzano dopamina e acetilcolina, legate a motivazione e memoria.

Quando la flora intestinale si impoverisce, si riduce anche la produzione di queste sostanze del “buonumore”.

Non è un caso se molte persone con tiroidite di Hashimoto, lupus, celiachia, sclerosi multipla o artrite reumatoide riferiscono sintomi depressivi o cognitivi.
Non sempre dipende solo dalla fatica cronica o dal dolore fisico:
ci sono vie neuro-immunitarie che collegano l’intestino infiammato al cervello “spento”.

Uno studio su Nature Microbiology (Valles-Colomer et al., 2019) ha mostrato che la riduzione di Coprococcus e Dialister — due batteri “protettivi” — è associata a sintomi depressivi anche in assenza di diagnosi psichiatrica.
Un altro, su Cell (2016), ha dimostrato che trapiantando microbiota da topi ansiosi in topi sani, gli animali sani diventano ansiosi.
Non per trauma o pensieri, ma per chimica.

Se ti senti stanco o annebbiato, potrebbe essere un intestino che chiede aiuto.

Nutri il tuo microbiota: più fibre, verdure, legumi e fermentati naturali (come kefir, kimchi, yogurt, crauti).

Limita zuccheri raffinati e cibi ultraprocessati, che alterano la flora.

Pratica attività fisica: muoversi migliora la diversità batterica e riduce l’infiammazione cerebrale.

Dormi bene: il ritmo circadiano regola la produzione di serotonina e melatonina intestinali.

Prenditi cura dello stress: la meditazione, la respirazione lenta e il contatto con la natura modulano realmente l’asse intestino-cervello.

Tornate sui banchi di scuole e aprite non solo le orecchie...ma anche il cervello:

Valles-Colomer M. et al. “The neuroactive potential of the human gut microbiota in quality of life and depression.” Nature Microbiology, 2019.
👉 https://doi.org/10.1038/s41564-018-0337-x

Foster JA & McVey Neufeld KA. “Gut–brain axis: how the microbiome influences anxiety and depression.” Trends in Neurosciences, 2013.
👉 https://doi.org/10.1016/j.tins.2013.01.005

Kelly JR. et al. “Transferring the blues: Depression-associated gut microbiota induces neurobehavioural changes in the rat.” Journal of Psychiatric Research, 2016.
👉 https://doi.org/10.1016/j.jpsychires.2016.07.019

23/10/2025

LEGAME TIROIDE INTESTINO CHE NESSUNO SPIEGA (MA CHE CAMBIA TUTTO!)

Hai mai pensato che il tuo intestino e la tua tiroide potessero parlarsi?
No, non è un modo di dire — è biologia pura.

Negli ultimi anni, la scienza ha scoperto che esiste un vero e proprio asse intestino-tiroide: un sistema di comunicazione costante tra il microbiota, il sistema immunitario e la regolazione ormonale.
In pratica, ciò che accade nel tuo intestino può influenzare direttamente la funzione tiroidea... e viceversa.

Quando la flora batterica intestinale si altera (quella che chiamiamo disbiosi), oppure la barriera intestinale si indebolisce (il cosiddetto “leaky gut”), piccole molecole di cibo non digerito o tossine batteriche possono attraversare la mucosa intestinale.
Il sistema immunitario, nel tentativo di difenderti, si attiva in modo anomalo e può iniziare a “confondersi” tra sostanze esterne e parti del tuo corpo.

È qui che entra in gioco la tiroide. Alcuni frammenti proteici batterici assomigliano alle proteine tiroidee (fenomeno chiamato molecular mimicry).
Il risultato? Il sistema immunitario può iniziare a produrre anticorpi anti-TPO o anti-TG, tipici della tiroidite di Hashimoto e del morbo di Graves.

Un intestino in equilibrio non solo riduce l’infiammazione, ma aiuta anche a regolare l’assorbimento dei micronutrienti essenziali per la tiroide:

Selenio, fondamentale per convertire la T4 in T3 (la forma attiva dell’ormone tiroideo).

Zinco, che supporta la funzione enzimatica tiroidea.

Iodio, indispensabile ma da gestire con equilibrio.

Vitamina D, con un forte ruolo immunomodulante.

Inoltre, alcuni ceppi di probiotici (come Lactobacillus rhamnosus, Bifidobacterium longum, L. reuteri) possono migliorare la permeabilità intestinale e calmare la risposta autoimmune.

Molte persone con tiroidite autoimmune raccontano sintomi intestinali cronici: gonfiore, stipsi, meteorismo o intolleranze alimentari.
Non è un caso.
La tiroide, infatti, regola anche la motilità intestinale: se lavora male, il transito rallenta e la flora batterica cambia.
È un ciclo che si autoalimenta: intestino infiammato → disbiosi → tiroide alterata → intestino più lento → ancora disbiosi.

👉 Prendersi cura dell’intestino non è solo una questione di digestione: è una chiave per riequilibrare tutto l’organismo, ormoni compresi.
Non puoi “curare” la tiroide senza guardare anche a ciò che accade nel tuo intestino.

Virili C, Centanni M. "Does microbiota composition affect thyroid homeostasis?" Endocrine (2015).

Knezevic J et al. "Gut-thyroid axis and its impact on autoimmune thyroid disease." Frontiers in Endocrinology (2020).

Minich DM, Bland JS. "Leaky gut and autoimmune diseases: evaluating the link and nutritional interventions." Journal of Nutrition and Metabolism (2018).

Zhao F et al. "Gut microbiome alterations in Hashimoto’s thyroiditis." Thyroid (2018).

Il tuo intestino non mente mai.

A volte è proprio da lì che inizia tutto: infiammazione, stanchezza, cambi d’umore, sbalzi ormonali.

Ascoltalo, nutri la tua flora, e forse… anche la tua tiroide ti ringrazierà.

08/10/2025

Nel 2007, un uomo di 44 anni si recò in un ospedale francese per un semplice fastidio alla gamba.
Niente faceva pensare a qualcosa di grave. Ma ciò che i medici scoprirono sembrava impossibile:
il suo cervello si era assottigliato fino a formare solo un sottile strato di tessuto cerebrale, compresso contro le pareti del cranio.
Si racconta che ne fosse rimasto appena il 10%.
Eppure, quell’uomo viveva una vita del tutto normale.

Era sposato, aveva figli, lavorava, parlava, ragionava.
Era perfettamente cosciente di sé.
Il suo caso, pubblicato sulla rivista The Lancet, lasciò la comunità scientifica senza parole:
come può un essere umano pensare, amare, muoversi e ricordare, con così poco cervello funzionante?

Gli esami rivelarono che l’uomo soffriva di idrocefalia fin dall’infanzia — una condizione in cui il liquido cerebrospinale si accumula nel cranio, comprimendo lentamente il tessuto cerebrale.
Nel suo caso, quel processo era durato decenni, e il cervello, invece di spegnersi, aveva reagito nel modo più straordinario possibile:
si era riorganizzato.

Il neuroscienziato belga Axel Cleeremans suggerì che il suo cervello rappresentava la prova più potente della plasticità cerebrale, la capacità del sistema nervoso di adattarsi e ridisegnarsi per sopravvivere.
Quel tessuto rimasto aveva imparato, col tempo, ad assumere le funzioni dell’intero cervello — a pensare, ricordare, sentire, amare.
Era come se l’organo più misterioso del corpo umano avesse ricreato se stesso da zero.

Questo caso ha ridefinito i confini della neuroscienza e della coscienza.
Ha dimostrato che non è la quantità di cervello a determinare chi siamo, ma la sua capacità di reinventarsi, di adattarsi, di non arrendersi.

In fondo, forse l’essenza dell’essere umano non sta nella materia grigia,
ma in quella scintilla invisibile che lo spinge a ricominciare, anche quando sembra impossibile.

04/10/2025

“Se non l’hai fatto a quarant’anni, fallo a sessanta.

L’unica cosa che conta…
è farlo!"

Me lo diceva sempre mia nonna, vissuta fino a 97 anni:
"La vita migliora con il tempo."

Ora, finalmente, capisco cosa intendeva.

Viviamo in un mondo che ci impone scadenze:
Sposati entro una certa età,
fai carriera entro un’altra,
poi vai in pensione e basta.

E se salti una tappa?
Ti fanno credere che il treno sia perso.

Ma sai una cosa?
È una bugia.

Se i tuoi vent’anni erano pieni di dubbi,
rendi i quaranta folli.

Se i quaranta ti hanno schiacciato di responsabilità,
balla a sessant’anni.

Se non hai brillato prima,
accenditi adesso.

La gioia non ha scadenza.
I sogni non hanno età.

E non è mai troppo tardi per ricominciare.
Quindi osa.

Indossa colori forti.

Prenota quel volo.

Impara quella lingua.

Ricomincia.

Perché tardi…
è sempre meglio di mai.

....e non solo a digiuno..
10/09/2025

....e non solo a digiuno..

In questo articolo vi dimao alcuni consigli per ottenere un corpo alcalino, quindi più sano, che ci permette di vivere meglio.

10/09/2025

Alla mia età non mi importa più cosa pensano di me. Ad un certo punto, si raggiunge un'età tale in cui si ignorano le opinioni altrui

10/09/2025

È possibile migliorare la salute con un solo gesto? Sembra proprio di sì. Grazie alle loro proprietà, di fatto, le noci abbassano la pressione sanguigna.

10/09/2025

Il ballo è uno degli sport più efficaci per ottenere grandi benefici sia a livello fisico sia a livello emotivo

09/09/2025

Tutti fan del pisolino pomeridiano: da Leonardo da Vinci a Einstein (pare anche Tolkien!). Che siano storie vere o meno, il potere di un breve sonnellino non è mai passato inosservato.
Ma quanto deve durare per essere davvero benefico?
Il nostro cervello, appena ci addormentiamo, entra nel sonno leggero, una fase in cui i neurotrasmettitori come noradrenalina e serotonina calano, lasciando spazio al GABA, il "freno" del cervello. Anche la connessione tra talamo e corteccia si riduce: è come se il cervello filtrasse gli stimoli esterni e ci rendessimo meno conto di ciò che ci circonda. e si prendesse una pausa. Il punto cruciale è proprio questa sorta di "rallentamento" generale dell'attività neurale, come se fosse una pausa
Ed è proprio in questa fase iniziale, che dura pochi minuti, che si attiva un vero e proprio reset neurale: i neuroni sovraccarichi si rigenerano, migliorando la comunicazione sinaptica. Il risultato? Un cervello frizzante subito dopo il risveglio grazie all'aumento dell'eccitazione corticale, e un miglioramento di attenzione, concentrazione, memoria di lavoro e creatività che possono durare fino a 2-3 ore!
Ma attenzione alla durata: i pisolini da 10-20 minuti sono brevi, potenti e senza effetti collaterali. E se sforiamo i 30 minuti?
Dopo i 30 minuti entriamo nella fase di sonno profondo, quando nel nostro cervello si attivano processi di rigenerazione neuronali più lunghi. Durante questa fase:
si attivano processi più profondi di pulizia e riparazione dei danni neurali
avviene il passaggio dei nostri ricordi dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine
Svegliarsi in questa fase può provocarci quella fastidiosa inerzia del sonno: ci sentiamo intontiti, rallentati, spaesati.
Potremmo comunque avere qualche beneficio anche da riposini più lunghi, ma più probabilmente solo dopo 30-120 minuti dal risveglio, e dopo aver lottato con l'intontimento dell'inerzia.
Insomma sonnellino pomeridiano sì, ma con la sveglia impostata!

27/08/2025

Non possiamo controllare tutto nella vita, e questo è naturale.
A volte è utile accettare che alcune situazioni escano dal nostro controllo, perché potrebbero evolversi in modo migliore di quanto avremmo previsto.
Gli eventi casuali, infatti, non sono né positivi né negativi in sé ma semplicemente accadono, così come le cose che pensiamo di controllare. Riconoscere che il controllo totale non esiste ci permette di affrontare meglio gli imprevisti e le incertezze, accettando che anche la casualità che la vita ci riserva.

26/08/2025

Spesso compromettiamo i rapporti perché ci aspettiamo che gli altri si comportino come vorremmo noi o come faremmo noi al loro posto. Ma le persone non sono estensioni delle nostre aspettative.
Dovremmo imparare a lasciarle essere ciò che sono, senza forzarle dentro schemi, definizioni o idee rigide di amore e amicizia.
Solo accettandole per quello che sono, possiamo davvero capire con lucidità e senza illusioni che posto vogliamo dar loro nella nostra vita.

Indirizzo

Corso Vittorio Emanuele, 144
Matelica
62024

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 19:30
Martedì 09:00 - 19:30
Mercoledì 09:00 - 19:30
Giovedì 09:00 - 19:30
Venerdì 09:00 - 19:30

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