Studio di psicologia e psicoterapia - Dott.ssa Montemurro Simona

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Studio di psicologia e psicoterapia - Dott.ssa Montemurro Simona Psicoterapia relazionale: Psicoterapia individuale, familiare e di coppia

04/12/2025

La recente storia di un adolescente deceduto per suicidio dopo mesi di interazioni con un chatbot richiama l’attenzione su temi critici dell’Intelligenza Artificiale. In situazioni di fragilità, strumenti progettati per mantenere vivo il dialogo possono diventare una presenza ambigua e condizionante.

Al Corriere della Sera, la Professoressa Valentina Di Mattei, Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia, evidenzia che «qui l’empatia è solo simulata: un calcolo, non una relazione.» Famiglie e scuole non possono essere lasciate sole in questa sfida educativa.

Serve un’alfabetizzazione affettiva e digitale condivisa, che aiuti a comprendere il funzionamento dell’IA e costruire contesti in cui la tecnologia resti uno strumento e non diventi un sostituto dell’altro.

Leggi l'articolo completo 👉🏻 https://www.corriere.it/salute/figli-genitori/adolescenza/25_novembre_30/gli-adolescenti-e-il-lato-oscuro-dei-chatbot-08bcae7a-d391-4434-989f-e82d2c512xlk.shtml?refresh_ce

03/12/2025

𝐆𝐢𝐨𝐫𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐞 𝐜𝐨𝐧 𝐝𝐢𝐬𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚̀
3 𝑑𝑖𝑐𝑒𝑚𝑏𝑟𝑒

"La disabilità è l'ultima e più dolorosa dimostrazione di quanto l'uomo sia 'normale' e inadeguato rispetto ad altri uomini, ma solo perché la società ha deciso cosa è 'normale'."
𝐅𝐫𝐚𝐧𝐜𝐨 𝐁𝐚𝐬𝐚𝐠𝐥𝐢𝐚

02/12/2025

💭Se sei una persona che pensa profondamente, probabilmente hai sperimentato la difficoltà di sentirti compreso. Schopenhauer ti spiega perché l'isolamento non è una sventura, ma una conseguenza della tua natura.

​La "solitudine" è il minore dei mali rispetto a cosa? Rispetto al rumore, alla stupidità o alla superficialità della massa. Chi pensa troppo non può tollerare a lungo la banalità. Non fuggire la tua solitudine; usala come prova che la tua mente sta operando ad un livello superiore.

✍🏼©️ I sentieri della filosofia

02/12/2025

💭Quando pensiamo alla colpa, pensiamo a un'azione che abbiamo commesso. Ma Voltaire ci invita a guardare le mani vuote, le opportunità mancate: non possiamo limitarci a non fare il male; la vera etica richiede un'azione positiva. Se avevi la capacità di aiutare, di creare, di migliorare, e hai scelto l'inerzia, sei moralmente responsabile di quel vuoto. Non accontentarti di non essere cattivo; la tua missione è essere attivo nel bene.

✍🏼©️ I sentieri della filosofia

01/12/2025

Quando inizia il mese di dicembre tanti ricordi tornano alla mente e, insieme ai ricordi, quella sensazione molto particolare e ormai forse desueta che si chiama attesa. Tutto l’anno aspettavo una sola cosa: che arrivasse dicembre. Il 6 infatti per i bambini di Trieste arrivava San Nicolò, il vescovo di Mira che in tutto il mondo è noto come protettore dei bambini. Era lui infatti a portarci i regali. Il 12 era il mio compleanno e il 24 tutta la famiglia si riuniva a casa dei nonni per accendere le candeline dell’albero e aspettare l’arrivo di Gesù Bambino.
Ma non era il fatto dei regali in sé a provocarmi quel sentimento, quanto piuttosto l’idea che in quel mese così buio e freddo, spesso allora spazzato dalla bora, avvenissero dei fatti straordinari. Nella routine quotidiana si apriva uno spiraglio in cui era possibile intravedere un’altra dimensione dell’esistere, in qualche modo segretamente luminosa.
Eppure l’attesa è uno dei sentimenti fondanti della vita. Nei tempi in cui era comune avere un rapporto concreto con la terra, le persone erano consapevoli di questo, perché se semino, devo attendere che la pianta germogli; e la pianta ha i suoi tempi, non obbedisce alla mia volontà.
L’attesa è anche un tempo di sospensione e di silenzio. E forse mai come ora abbiamo questo profondo bisogno di entrare nella dimensione che ci è stata purtroppo sottratta.
Quello di saper scorgere la luce segreta delle cose.
Quella luce che ci dona il senso del mistero che costituisce la radice più profonda del nostro esistere.

30/11/2025

GENITORI E PEDIATRI, VI CHIEDO UN AIUTO

Questo messaggio per me è inusuale. Perché chiedo a chi lo legge di impegnarsi a donare una copia del nostro libro “Esci da quella stanza” (Mondadori ed.) ad un amico/a in occasione del prossimo Natale. Perché lo faccio?

Perché il libro sta uscendo “dal radar” dell’attenzione. La scorsa settimana un mio albo illustrato scritto tre anni fa è stato acquistato tre volte di più di questo nuovo libro uscito tre mesi fa. Posso solo essere felice del grande successo ricevuto dai miei albi illustrati (e sarò sempre grato ad Ilaria Zanellato per il meraviglioso lavoro artistico che ad essi dedica). Ma il lavoro di pensiero, ricerca e scrittura che serve per scrivere un saggio come “Esci da quella stanza” è infinitamente più grande. Io e Barbara Tamborini ci abbiamo messo più di un anno a scriverlo. Abbiamo fatto ricerca e cesellato ogni singola parola delle sue 200 e più pagine. Al di fuori di Avvenire che gli ha dedicato un’anteprima, non c’è stato un quotidiano che ne ha parlato. Non c’è stato un grande “intellettuale” che ha voluto aprire un dibattito sui temi di questo volume, che sposta il dibattito su “minori e digitale” da un ambito prettamente educativo ad un ambito di sanità pubblica.

Sarebbe stato bello trovarmi su una pagina dell’inserto libri di un grande quotidiano, letto e commentato da chi oggi fa cultura. Ma non è successo. In realtà, non mi è capitato praticamente mai. Sono grato ad Enrico Galiano che ha dedicato al mio libro un reel due settimane dopo la sua uscita e lo ha reso “attenzionato” dal mondo educativo. Probabilmente senza Enrico, il libro sarebbe stato praticamente invisibile.

La forza dei nostri libri sta tutta nel passaparola dei lettori. Non ho mai chiesto a chi mi legge di scrivere recensioni per me sulle librerie online. ma forse, adesso vi vorrei dire: fatelo. E se verificate il mio scrivere sui social, presumo che vi sarete accorti che non trovate mai in un mio post il link che vi conduce all’acquisto del libro su questo o quel sito. Questo non significa che non sia importante che un libro venga attenzionato e acquistato. Non è una questione di incassi: è una questione di “circolazione delle idee”.

Io posso far circolare le cose di cui mi occupo solo attraverso ciò che scrivo. Mi leggete in un social, ma se volete approfondire vi chiedo di leggermi anche in un libro. Se volete e potete, a Natale donate “Esci da quella stanza” ad un genitore di cui siete amici.

A tutti gli haters che ogni volta che scrivo un post, si preoccupano di avvertire il mondo di quanto io scriva post con la sola intenzione di vendere libri, sappiate che in questo caso avete ragione: quindi stavolta non dovete avvertire nessuno perché l’ho già fatto io.

A tutti i colleghi che ritengono idiozie le cose che scrivo, posso dire che probabilmente avete ragione: questo libro forse non viene letto perché considerato pieno di idiozie e quindi non degno di attenzione e visibilità all’interno del dibattito culturale. Che però, a me sembra più attuale che mai se è vero che la Società Italiana di Pediatria settimana scorsa ha diffuso le linee guida sull'impatto del digitale nella vita dei minori che affermano a validano tutto ciò che abbiamo raccomandato mesi fa dentro al nostro libro. Per me- padre, medico, psicoterapeuta dell’età evolutiva - sapere che ho scritto un libro completamente allineato con le indicazioni dei pediatri è tutto ciò che conta. Chiedo perciò ai colleghi pediatri di sostenere il lavoro culturale che faccio da anni, se per loro è cosa possibile.

Grazie a tutti se permetterete a “Esci da quella stanza” di non uscire dal radar dell’attenzione pubblica. Se volete e potete, aiutatemi a renderlo visibile. Grazie per avermi letto e se volete e potete, condividete questo post con altri genitori ed educatori.

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