27/11/2025
“Per tanti anni ho creduto che essere un uomo significasse una cosa sola: non cedere mai. Non mostrare paura. Non chiedere aiuto. Essere quello che decide, che regge tutto, che ha sempre ragione. Era un modello che non avevo scelto. Semplicemente ci ero cresciuto dentro.
Il mio cambiamento non è iniziato quando la mia vita è crollata. È iniziato molto prima, quando mi sono innamorato di Monica. Anzi, non subito: è iniziato quando ho cominciato a vivere con lei, con una donna.
È lì che ho capito, giorno dopo giorno, che quel modello non funzionava nelle relazioni vere. Che non puoi amare davvero qualcuno e allo stesso tempo voler vincere sempre. Che la forza non è nel dominare il confronto da soli, ma nel saperlo attraversare insieme.
Quel vecchio modello di 'maschio alfa' mi ha fatto perdere tanti secondi, tante ore di vita con la persona che amavo.
Quando c'erano attriti, quando si discuteva, io non riuscivo a vedere chiaramente: volevo solo aver ragione.
Quei minuti, quelle ore, quei giorni passati con il muso duro e la rabbia dentro, li ho rimpianti tutti, ma proprio tutti, quando, a causa del cancro, il tempo ha cominciato a mancarci per davvero.
E poi è arrivato un altro colpo, più grande di quanto potessi immaginare: Giulia non c’era più. Giulia era amore, era semplicità, era lontana da quell’orgoglio che complica la vita. E solo allora ho avuto la piena consapevolezza che anch’io potevo cambiare. Ho capito che quella trasformazione iniziata anni prima poteva diventare la mia salvezza. Che se fossi rimasto l’uomo che non cede mai, che trattiene tutto, che non ascolta, mi sarei spezzato completamente.
Ho compreso che essere un uomo non significa resistere a tutto. Significa permettersi di sentire. Non significa controllare. Significa accogliere. Non significa trattenere. Significa lasciare spazio alla verità, anche quando fa male. E significa anche porre attenzione al linguaggio che usiamo.
La mia forza è arrivata quando ho accettato di essere vulnerabile. Quando ho smesso ogni maschera. Quando ho iniziato a vedere davvero le donne non come un esame da superare o un terreno da conquistare, ma come un dono da ricevere, così come io avrei voluto essere il più bel dono per Monica e per Giulia.
Da allora vivo meglio.
Sono più leggero. Meno teso. Meno arrabbiato.
Io non posso recuperare il tempo che ho perso.
Ma posso cercare di vivere diversamente il tempo che mi resta.
E so che questo cambiamento, dolce, profondo, liberatorio, inizia da noi uomini. Dalla scelta, finalmente, di essere veri".
Gino Cecchettin