29/10/2025
Su La Stampa il mio commento sulla vicenda delle immagini pornografiche ricreate con l’intelligenza artificiale, in cui sono stata coinvolta.
Indignarsi per le immagini create dall’AI è come scandalizzarsi per il topping di un fast food, fingendo di non sapere che tutto il resto del menù è spazzatura.
Il problema non è la tecnologia: è l’umano — la sua fame antica di guardare, possedere, consumare.
La vera oscenità non è il corpo n**o, ma la nostra ipocrisia vestita da virtù.
L’algoritmo della virtù
Mi hanno detto che anch’io, da qualche parte, sono finita in un archivio digitale di corpi inventati. Un algoritmo mi avrebbe “spogliata”.
Eppure, a dirla tutta, la notizia non mi ha fatto né caldo né freddo. Non per indifferenza, ma perché l’intelligenza artificiale non ha inventato niente: ha solo perfezionato la pornografia che abita da sempre la nostra civiltà.
Non serve più un buco della serratura: basta uno schermo. E dietro quello schermo, lo stesso occhio antico — quello che Pasolini chiamava “la fame di realtà” trasformata in merce.
Trovo che questa ondata di indignazione pubblica sia una forma di marketing morale.
Si alimenta il ciclo dell’attenzione che è la vera pornografia del nostro tempo: quella dell’indignazione esibita.
Ciò che accade non è un giochino tecnologico: è un atto di appropriazione, una forma di stupro simbolico che distrugge la libertà e l’integrità di chi ne è bersaglio.
Servono leggi più chiare, strumenti di tutela immediata, sanzioni reali.
Non per censurare l’innovazione, ma per ristabilire un principio elementare di responsabilità: chi crea o diffonde contenuti falsi che ledono la dignità di una persona deve risponderne, come chi diffonde un video reale.
Ma trovo osceno il modo in cui si monetizza l’umiliazione.
Ci scandalizziamo del falso n**o, ma viviamo dentro un n**o continuo, di opinioni, di immagini, di emozioni condivise fino alla nausea.
L’AI non ci ha tolto nulla: ha solo reso visibile quello che già eravamo.
Il male non viene dal futuro. È qui, con la sua antica faccia di desiderio e potere.
E la vera oscenità non è il corpo n**o, ma la nostra ipocrisia vestita da virtù […]
Il commento integrale su La Stampa, in edicola o qui 👉 https://www.lastampa.it/editoriali/lettere-e-idee/2025/10/29/news/socialmediagirls_foto_ai_vip_nude-15371823/