14/10/2025
Alimentazione e nutraceutici per il trattamento delle dislipidemie
Le malattie cardiovascolari aterosclerotiche rappresentano la principale causa di mortalità a livello globale e di disabilità nei Paesi occidentali. Numerosi fattori di rischio contribuiscono all’insorgenza delle Acvd, classificabili in non modificabili (sesso maschile, età, familiarità) e modificabili (diabete mellito, obesità, tabagismo, ipertensione arteriosa, dislipidemia). Un’elevata concentrazione di colesterolo Ldl rimane un fattore di rischio maggiore per lo sviluppo delle Acvd e numerosi studi evidenziano che fino al 70–80 % delle malattie cardiovascolari nei soggetti affetti da diabete mellito è correlato a dislipidemia.
In presenza di target sempre più stringenti dettati dalle linee guida, accanto alla farmacoterapia, trovano ruolo l’adozione di strategie alimentari e l’utilizzo di nutraceutici per il trattamento della dislipidemia
La dieta mediterranea prevede un consumo moderato di latticini e pollame, limitazione di carne rossa e dolci e assunzione occasionale di vino durante i pasti. Essa garantisce un adeguato apporto di grassi insaturi (olio Evo, pesce, frutta secca), fibra vegetale e fitocomposti (frutta, verdura, cereali, legumi), polifenoli (olio Evo, vino rosso, erbe aromatiche), omega 3 (pesce) e antiossidanti naturali (vitamine, carotenoidi, polifenoli). Numerose metanalisi dimostrano una correlazione inversa tra aderenza alla dieta mediterranea e la insorgenza di diabete mellito tipo 2. La dieta mediterranea produce un notevole impatto benefico sul profilo lipidico, con diminuzione di Ldl colesterolo e colesterolo totale, aumento di Hdl colesterolo e riduzione dei trigliceridi. Gli effetti metabolici includono la riduzione del valore della emoglobina glicata, della pressione arteriosa e dei parametri di infiammazione (Pcr ad alta sensibilità, Il-6), associati a un calo ponderale fino al 5-10% del peso corporeo. Infine, la dieta mediterranea migliora la funzione endoteliale, aumenta la sensibilità insulinica e riduce lo stress ossidativo.
Oltre alla dieta, l’uso di nutraceutici (integratori alimentari con attività biologica) offre ulteriori benefici nel migliorare il profilo lipidico. Sulla base del profilo di rischio cardiovascolare del paziente e su eventuali intolleranze farmacologiche, essi possono essere usati in monoterapia o in associazione con altri nutraceutici o con una terapia farmacologica. L’ampio ventaglio di nutraceutici disponibili per il trattamento delle dislipidemie può essere classificato in tre categorie:
Inibitori dell’assorbimento intestinale di colesterolo: essi competono con il colesterolo esogeno per la formazione di micelle per l’assorbimento, aumentando dunque l’escrezione intestinale di colesterolo esogeno. Di questa categoria fanno parte i fitosteroli, derivati da oli vegetali, cereali integrali e frutta secca. Essi hanno dimostrato una riduzione dei livelli di trigliceridi, colesterolo Ldl e proteina C reattiva (PCR) sino al 12%, con effetto dose-dipendente, con dosi consigliate fino a 3 g/die.
Inibitori della sintesi del colesterolo epatico: la molecola di maggiore utilizzo è la monacolina K (riso rosso fermentato). Strutturalmente identica alla lovastatina, la monacolina K produce un effetto simile a quello della statina. La dose massima consentita in Italia come integratore è di 3 mg.
Induttori dell’escrezione del colesterolo Ldl: la berberina è un isoalcaloide presente nella radice, nel rizoma, nel gambo, nella corteccia e nel frutto di numerose specie di piante Coptis e Berberis. Essa inibisce la Pcsk9, inducendo un aumento della produzione ed una ridotta degradazione del recettore Ldl epatico (Ldl-R); la berberina induce inoltre una diretta sovra-regolazione dei Ldl-R attraverso meccanismi post-trascrizionali ed è un attivatore di Ampk, con conseguente incremento nell’ossidazione degli acidi grassi e una riduzione nell’espressione di geni lipogenici. A un dosaggio raccomandato di 500 mg per due o tre volte al dì, l’utilizzo di berberina produce una riduzione del 10-20% delle concentrazioni circolanti di Ldl colesterolo e trigliceridi. Tra gli altri effetti della berberina spiccano il rallentamento dello svuotamento gastrico e la riduzione dell’assorbimento glucosio, con decremento delle glicemie post-prandiali.
Tra i numerosi altri nutraceutici disponibili per il trattamento della dislipidemia, gli omega 3 (acidi grassi polinsaturi, Epa, Dha) consentono un miglior controllo dei livelli di Vldl (con riduzione del 16-40%) e di trigliceridi. Essi sono presenti naturalmente in specie animali (pesce, krill, uova, crostacei) e vegetali (alghe, semi di lino, noci). Il loro utilizzo (a un dosaggio di almeno 2 g/die) ha dimostrato una riduzione dei Mace e del rischio cardiovascolare.
La combinazione sinergica tra dieta mediterranea e nutraceutici offre un approccio efficace e sicuro per la gestione della dislipidemia, soprattutto in soggetti con intolleranze farmacologiche. Le evidenze mostrano benefici su Ldl, trigliceridi, glicemia, infiammazione e rischio cardiovascolare. Tuttavia, è cruciale personalizzare il trattamento secondo profilo metabolico e la tolleranza individuale, eseguire un adeguato follow-up per un’eventuale intensificazione della terapia e integrare sempre con uno stile di vita sano (attività fisica regolare, controllo del peso corporeo).