Studio Dott.ssa Maria Rosanna Lippolis Biologa Nutrizionista

Studio Dott.ssa Maria Rosanna Lippolis Biologa Nutrizionista Si riceve per appuntamento in Mesagne
Prossima apertura in Noci (BA). Elaborazione di diete personalizzate.

Valutazione dei bisogni nutritivi ed energetici
Misure antropometriche,plicometria,impededenzometria
Intolleranze alimenari

RICEVE PER APPUNTAMENTO

13/07/2022

Oggi su La Stampa, la Repubblica e IlGusto.it vi spiego che i sapori che amiamo di più sono decisi dal nostro DNA

Buona lettura!

“I sapori che amiamo di più? Sono decisi dal nostro dna”
La nostra alimentazione è veramente una scelta, oppure siamo condizionati da ciò che è scritto nel nostro codice genetico? I più recenti studi scientifici fanno chiarezza su un argomento che desta sempre molta curiosità

I nostri gusti sono innati o condizionati dall’ambiente in cui viviamo? I risultati preliminari di un nuovo studio che ha coinvolto più di 6.000 adulti hanno scoperto che i geni legati al gusto possono svolgere un ruolo nel determinare le scelte alimentari e potrebbero, a loro volta, influenzare la salute cardiometabolica. È uno dei primi studi a esaminare come la genetica legata alla percezione di tutti e cinque i gusti - dolce, salato, acido, amaro e umami (salato) - sia associata al consumo di gruppi alimentari e ai fattori di rischio cardiometabolico. Lo studio potrebbe aprire, quindi, la strada a una guida nutrizionale personalizzata basata sulla nostra percezione del gusto.
I risultati suggeriscono che i geni che determinano la percezione del gusto potrebbero essere importanti da considerare quando si sviluppano linee guida nutrizionali personalizzate volte a migliorare la qualità della dieta e ridurre il rischio di malattie croniche legate alla dieta come l'obesità, il diabete di tipo 2 e le malattie cardiovascolari. Considerare la percezione del gusto potrebbe aiutare a rendere più efficaci le indicazioni nutrizionali personalizzate, identificando i fattori che determinano le scelte alimentari sbagliate e aiutando le persone a imparare a ridurre al minimo la propria influenza. Ad esempio, se le persone con una forte percezione del gusto amaro tendono a mangiare meno verdure crocifere, si potrebbe consigliare di aggiungere alcune spezie o di scegliere altri tipi di verdure che si allineano meglio con il loro profilo di percezione del gusto. La maggior parte delle persone probabilmente non sa perché fanno determinate scelte alimentari e questo approccio potrebbe fornire loro una guida che consentirebbe loro di ottenere un maggiore controllo. La dr.ssa Julie E. Gervis, dottoranda presso il Cardiovascular Nutrition Lab presso il Centro di ricerca sulla nutrizione umana Jean Mayer USDA sull'invecchiamento alla Tufts University, ha presentato i risultati online a Nutrition 2022 Live Online, il principale incontro annuale dell'American Society for Nutrition che si è tenuto dal 14 al 16 giugno.

Sebbene studi precedenti abbiano esaminato i fattori genetici relativi ai singoli gusti in determinati gruppi di persone, questo nuovo studio è unico in quanto ha esaminato tutti e cinque i gusti di base in un ampio campione di adulti. È anche il primo a valutare se le varianti genetiche responsabili della percezione del gusto siano associate all'assunzione di determinati gruppi di alimenti e a fattori di rischio cardio-metabolico. Per fare ciò, i ricercatori hanno utilizzato i dati di precedenti studi di associazione sull'intero genoma per identificare le varianti genetiche associate a ciascuno dei cinque gusti di base. Hanno utilizzato queste informazioni per sviluppare una nuova misura nota come "punteggio del gusto poligenico" che fornisce un'unica stima dell'effetto cumulativo di molte varianti genetiche sulla percezione di un determinato gusto. Un punteggio di gusto poligenico più alto per l'amaro, ad esempio, significa che una persona ha una maggiore predisposizione genetica a percepire i sapori amari. I ricercatori hanno quindi analizzato i punteggi del gusto poligenico, la qualità della dieta e i fattori di rischio cardio-metabolico per 6.230 adulti nel Framingham Heart Study. I fattori di rischio includevano la circonferenza della vita, la pressione sanguigna e la glicemia e le concentrazioni di trigliceridi e colesterolo HDL. Nel complesso, l'analisi ha identificato alcune associazioni tra geni correlati al gusto con gruppi di alimenti e fattori di rischio cardio-metabolico.

I dati hanno rivelato che i geni legati ai gusti amaro e umami potrebbero svolgere un ruolo particolare nella qualità della dieta influenzando le scelte alimentari, mentre i geni legati al dolce sembravano essere più importanti per la salute cardio-metabolica. Ad esempio, i ricercatori hanno scoperto che i partecipanti allo studio con un punteggio di gusto poligenico amaro più alto mangiavano quasi due porzioni in meno di cereali integrali a settimana rispetto ai partecipanti con un punteggio di gusto poligenico amaro più basso. I ricercatori hanno anche osservato che avere un punteggio di gusto poligenico umami più alto era associato al consumo di meno verdure, in particolare verdure rosse e arancioni, e che avere un punteggio di gusto poligenico dolce più alto tendeva ad essere associato a concentrazioni di trigliceridi inferiori. I ricercatori avvertono che i risultati di questo specifico gruppo di adulti non sono necessariamente generalizzabili a tutti. In futuro, sarà importante cercare di replicare questi risultati in diversi gruppi di persone in modo da poter comprendere il quadro più ampio e determinare meglio come utilizzare queste informazioni per elaborare consigli dietetici personalizzati.

21/05/2022

L'Oms lancia l'allarme: questa epidemia silenziosa è correlata a oltre 1,2 milioni di decessi annui nell’Ue e presto supererà il fumo come principale fattore di rischio per il cancro prevenibile.

Ne ho scritto oggi su La Stampa, la Repubblica e IlGusto.it

Da anni si pone, a livello mondiale, il problema del sovrappeso. A volte sembra sopito ma poi si risveglia e si mostra con tutta la sua grande, insopportabile statura. È un fatto: nel mondo ci sono 800 milioni di persone obese. In Europa, il 59% degli adulti e il 29% dei bambini, cioè quasi 1 su 3, è sovrappeso o obeso.
L’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) lancia l’allarme. Questa epidemia è silenziosa ed è stata correlata ad oltre 1,2 milioni di decessi annui nell’Ue, pari al 13% della mortalità totale negli Stati membri. A livello mondiale invece i morti con tale presunta correlazione sono 4 milioni all'anno. L'obesità si configura come una malattia, è infatti una patologia complessa, capace di innescare o accentuare diverse situazioni di malattia. L’eccesso ponderale è fortemente limitante e il corpo umano diventa meno performante sotto tutti i punti di vista, inoltre riduce l’aspettativa di vita, aumenta i rischi di contrarre malattie che, a loro volta, abbassano la qualità della vita.

Purtroppo, nessuno degli Stati membri pare stia andando nella giusta direzione per arginare il fenomeno dell’aumento di peso tra la popolazione. Tale fenomeno riguarda anche i più piccoli, tanto che nella fascia di età fino a 5 anni si stima che coinvolga il 7,9% del totale. Un adolescente su quattro non si rende conto di essere obeso e un genitore su tre non riconosce l'obesità del proprio figlio. I giovani e giovanissimi si rivelano ancora una volta una categoria fragile; infatti, anche durante il periodo della pandemia i problemi alimentari sono emersi maggiormente a carico degli adolescenti. La prevalenza aumenta poi nella fascia di età 5-9 anni, con 1 bambino su 8 obeso (11,6%) e quasi 1 su 3 in sovrappeso (29,5%). Durante l’adolescenza si registra una diminuzione della prevalenza (il 7,1% nella fascia di età 10-19 anni è obeso e il 24,9% è in sovrappeso). I tassi di sovrappeso e obesità tornano tuttavia a salire in età adulta, fascia in cui si registra un tasso di obesità del 23%. Pur essendo un concetto noto, obesità e sovrappeso sono associate ad un alto numero di malattie: 200.000 nuovi casi di cancro all’anno e si stima che causino il 7% degli anni totali vissuti con disabilità in Europa.

Queste sono cifre che sembrano destinate a crescere nei prossimi decenni e l’Oms pensa che l’obesità supererà il fumo come principale fattore di rischio per il cancro prevenibile. Chi sono i più obesi in Europa? Cartellino nero a Croazia e Malta, dove il 65 per cento della popolazione adulta ha superato la linea di confine della normalità nei parametri dell'indice di massa corporea. Non è solo un problema medico ma anche economico, infatti l’obesità grava sull’erario con dei costi diretti, sociali, economici e clinici pari a circa 70 miliardi di euro, tutto questo senza considerare i costi indiretti legati alla perdita di produttività.

Il quadro è allarmante e per questo motivo è fondamentale investire nella prevenzione e nella cura dell’obesità, in quanto problema rilevante di salute pubblica e di spesa per il nostro sistema sanitario. Basti pensare che in Italia rappresenta il 9 per cento della spesa sanitaria annua e porta a una riduzione del Pil del 2,8 per cento. Se non affrontiamo l'obesità, la spesa medica diverrà per noi insostenibile. Questo è il pensiero della Task Force della European Association for the Study of Obesity (Easo).

12/05/2022

No alla dieta fai-da-te, ecco perché dimagrire come Kim Kardashian è un errore

Oggi su La Stampa, la Repubblica e IlGusto.it, il mio nuovo articolo scritto a quattro mani con mia moglie, Caterina Calabrese

L'attrice ha rinunciato totalmente ai carboidrati per perdere peso. Rimettersi in forma è importante ma va fatto sotto controllo medico per evitare danni all'organismo e al metabolismo

Essere Marilyn Monroe anche solo per un momento, indossando un suo abito, è il sogno di ogni attrice. Recentemente Kim Kardashian ha voluto provare questo brivido e sfilare indossando un vestito originale di Marilyn. Ma era troppo stretto per le sue curve.

La sfida si è subito aperta e Kardashian si è immolata alla causa del dimagrimento con un “fai da te” estremo rinunciando a tutti i carboidrati, preferendo solo proteine e verdure. Inoltre, ha indossato una tuta da sauna due volte al giorno e corso sul tapis roulant. C’è riuscita, ma si è accontentata di indossarlo per soli 10 minuti, poi, esausta e affamata, si buttata a capofitto sui carboidrati più amati come pizza e dolci.

Ci sono occasioni nella vita dove occorre una “remise en forme” rapida e allora ci si gioca il tutto per tutto. Il comportamento più usuale è quello di seguire regimi noti e uguali per tutti. Zero carboidrati, oppure solo frutta o solo verdure o solo liquidi, ecc. Naturalmente più sono restrittivi più si ha una perdita di peso evidente ma è fondamentalmente acqua, non grasso. Trattandosi di diete squilibrate, non sono sostenibili per lungo tempo e dopo un po’ devono essere assolutamente dismesse.

Le naturali negatività sono almeno due: innanzitutto, non appena si torna alla normalità alimentare, il peso perso ricomincerà ad accumularsi e salire e nel tempo, i chili persi torneranno al loro posto, con qualche aggiunta indesiderata. In secondo luogo, non c’è nessun regime alimentare, specie se squilibrato, che non lasci conseguenze sul metabolismo. Ad esempio, non è raro che una dieta iperproteica spinta faccia salire il colesterolo oppure alteri i parametri renali.

Quali i limiti del “fai da te” quindi? Innanzitutto la mancanza di controllo medico. Prima di qualsiasi tipo di restrizione alimentare è opportuno valutare i parametri ematici, il cuore e quant’altro occorre per escludere patologie che potrebbero risentire negativamente degli alimenti mancanti o in eccesso nella quotidianità. La nutrizione è un campo specializzato della medicina e quindi è il medico-dietologo che imposta il programma personalizzato dopo aver eseguito una profonda anamnesi, (cioè la raccolta dei dati personali sia fisiologici che di eventuali malattie di cui si è sofferto o si soffre ancora), una visita medica internistica accurata e la valutazione dei dati antropometrici, come peso, altezza, plicometria, perimetria ecc.

Il nutrizionista-clinico poi è una figura superspecializzata il cui compito non si restringe solo al dimagrimento ma anche al campo opposto, cioè ricostituire la massa magra, ovvero i muscoli. Uno dei problemi emersi nel periodo Covid è stato un aumento dei disturbi alimentari come anoressia e bulimia, specialmente tra i giovani. Il fisico accusa un depauperamento che necessita di una terapia alimentare in grado di restituire l’equilibrio perduto (può essere importante anche la figura dello psicologo). Non è da sottovalutare la presenza di patologie, una buona dieta personalizzata deve poter riequilibrare anche i valori ematici alterati. La pressione alta è una delle patologie più diffuse e riportarla alla norma, anche attraverso una dieta mirata, è necessario per il sistema cardiocircolatorio. In presenza di patologie lievi o gravi il dimagramento deve essere necessariamente monitorato un medico.

Gran parte dei guai legali dei “dimagrologi” è proprio l’insorgenza di patologie dovute a disquilibri alimentari, ma anche l’aggravarsi delle patologie esistenti prima del trattamento dimagrante. Fasi delicate della vita poi come la maternità debbono essere seguite clinicamente, affinché un’alimentazione non adeguata non interferisca negativamente con la crescita fetale e per garantire la giusta nutrizione anche alla madre.

In questa stagione poi, con alle porte la prova costume, la domanda sale e le persone sono bombardate da offerte dimagranti di qualsiasi tipo: integratori, barrette, pasti completi con un carico calorico standardizzato al ribasso, diete note e diete nuove. È una gara a chi promette più risultati con minimi sforzi, tutt’al più solo economici. Sono soluzioni uguali per tutti: giovani e meno giovani, maschi e femmine, sani e ammalati. Chi invece volesse optare per una guida ha una vasta gamma di offerta di “dimagrologi” (si tratta di quella figura chiamata a garantire una sola cosa: il dimagrimento) con diverse prerogative ma che spesso esulano dalla professione medica.
Quali sono i rischi? Sebbene l'idea di una sostanziale perdita di peso in un breve periodo possa sembrare allettante, la dieta fai da te comporta dei rischi perché spesso manca di nutrienti importanti, come carboidrati, grassi e proteine salutari e possono anche mancare vitamine e minerali essenziali che derivano dal consumo di un'ampia varietà di cibi salutari. In buona sostanza, le note diete fai da te liberalizzano le quantità ma restringono la qualità di alimenti. Questo tipo di dieta non è adatta come strategia dietetica a lungo termine. Inoltre, innesca l’effetto Yo-Yo ovvero un sali-scendi dell’ago della bilancia che non fa mai sentire a posto.

Tutto il contrario è la Mediterranea (bene immateriale dell’Unesco) che offre una grande varietà di alimenti ma ne limita le quantità. Questa benemerita strategia dietetica gestita da un clinico medico consente gli standard più alti di risultati in buona salute.

10/02/2022

Oggi su vi parlo di come aiutare il grasso che ci fa stare bene.

Buona lettura!

23/03/2020

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