07/11/2025
🟥 Il 12 dicembre non solo sciopero nazionale per cambiare la legge di Bilancio, ma anche sciopero regionale per cambiare la Sicilia
📍Lettera aperta della Cgil regionale con un appello alla mobilitazione popolare per rigenerare sul piano etico e morale le istituzioni regionali e al contempo definire un nuovo modello di sviluppo economico e sociale. Ecco la lettera aperta:
🔴 Il 12 dicembre anche la Sicilia sciopererà per “cambiare una Legge di Bilancio ingiusta”, che non dà risposte su salari, sanità pubblica, fisco, pensioni, precarietà, istruzione pubblica, politiche industriali e del terziario, che taglia al Mezzogiorno 7,1 miliardi ( 4,7 mld al Pnrr e 2,4 Mld al Fsc). Sui temi, cioè che la Cgil pone da tempo.
L’occasione è buona per fare sentire anche al governo regionale la netta contrarietà alla sua azione politica e rivendicare un cambiamento profondo, perché si apra in Sicilia una stagione nuova nella quale siano in primo piano gli interessi dei siciliani e le prospettive di sviluppo della nostra terra.
Oggi non è così, a prevalere sono gli interessi di partito, del ceto politico in un sistema che si può definire politico-clientelare che lascia ampi spazi a corruzione e illegalità.
Si tratta dunque di uno sciopero che ha il doppio carattere di sciopero nazionale e regionale, per obiettivi che richiedono una grande mobilitazione popolare.
In Sicilia salari e pensioni sono bassi, ci sono tanta disoccupazione, e precarietà a partire da giovani e donne, il sistema sanitario è allo sfascio e preda delle scorribande della politica, l’apparato industriale è sempre più fragile. In questo contesto il governo nazionale non trova di meglio da fare che sottrarre fondi. Mentre, come ha rilevato la Svimez, in vigenza dell’autonomia differenziata, con questa manovra si “cristallizzano i divari sociali”, perché al Sud non vengono assegnate le risorse aggiuntive necessarie a garantire il raggiungimento dei Livelli essenziali delle prestazioni fissati.
Il governo regionale da un lato mostra piena subalternità al governo nazionale e tace anche quando le scelte danneggiano la Sicilia, , dall’altro propone una Finanziaria da 1 miliardo e 200 milioni con i vizi e difetti di sempre: non affronta le criticità, parcellizza la spesa in modo da rispondere alle clientele. Continuando così ad alimentare un sistema di corruttela, di commistione tra ceto politico , amministrativo e portatori di interessi leciti o meno, piegando la spesa pubblica a interessi altri rispetto a quelli della collettività e sconfinando nell’illegalità.
E’ credibile ipotizzare che l’attuale coalizione di governo possa intestarsi quel cambiamento di cui la Sicilia ha assolutamente bisogno? Riteniamo di no. Chi è oggi al governo e ha garantito e alimentato la sopravvivenza del sistema attuale non ha le carte in regola per rappresentare gli interessi della collettività e per interpretarne i bisogni e l’esigenza di cambiamento.
La Cgil dice basta: occorre che i fondi pubblici non vadano più a foraggiare un sistema del consenso malato, che guarda a interessi particolari, che lascia spazi alla mafia e punta a perpetuare la sopravvivenza di un ceto politico che pensa solo a sé e a confermare le proprie posizione di potere. .
E’ tempo di cambiare se si vuole dare un futuro alla nostra terra e ai nostri giovani, che non possono essere costretti a emigrare per trovare migliori opportunità di istruzione e di lavoro. Occorre rigenerare sul piano etico e morale le istituzioni regionali e al contempo definire un nuovo modello di sviluppo economico e sociale: questa la sfida.
Per questo facciamo appello alle forze sane e democratiche della Sicilia, alle associazioni con cui abbiamo già condiviso importanti percorsi, all’associazionismo giovanile che sta facendo sentire sempre più forte la voce di ragazze e ragazzi siciliani che vogliono immaginare un futuro nella propria terra, a mobilitarsi affinchè dalla Sicilia parta un segnale forte rivolto al governo nazionale e al governo regionale. Un segnale che deve ve**re con una forte adesione popolare alla mobilitazione che faccia intendere alle istituzioni che ci sono un Paese e una Sicilia che vogliono altro. Si tratta di scommettere su noi stessi e su ciò a cui aspiriamo: un Paese più giusto, che dia risposte concrete a lavoratrici, lavoratori, pensionati, donne, giovani, una Sicilia diversa nella quale siano avviati percorsi reali di crescita economica e sociale, nella piena legalità e dando a tutte e tutti opportunità.
Nel percorso che ci porterà al 12 dicembre costruiamo tutti insieme un momento di analisi, elaborazione e proposta che sorregga la mobilitazione per rigenerare la Sicilia.