10/08/2022
Esprimere Riconoscenza dicendo grazie, sebbene sia fondamento di civiltà e modalità ampiamente diffusa, per alcuni rappresenta una difficoltà oggettiva. Esaminiamo alcune possibili cause di tale difficoltà, le cause di tale difficoltà sono isolabili in uno di schema rigido di causa-effetto, ma in genere, interagiscono fra loro potenziandosi, dettagliando uno schema comportamentale prevedile. Si hanno difficoltà a esprimere gratitudine dicendo grazie per:
1- DIFFICOLTA’ NEL SENTIRE E RICONOSCERE CIO’ CHE SI SENTE
Alcuni hanno difficoltà a contattare e sentire profondamente (a livello fisico ) le proprie emozioni. Se il processo di anestesia emozionale è pervasivo automatizza gli scambi relazionali svuotandoli della loro sostanza rendendoli aridi meccanici e banali. (ringrazio usando una formula sociale ma non sento alcuna gratitudine, e il corpo, il viso, il tono della voce, tutto il non verbale e para verbale non partecipano.
2- SENTIMENTI DI VERGOGNA
Ognuno di noi determina il proprio valore nella vita e nelle relazioni, quello di cui siamo degni e che ci meritiamo. Quando riceviamo più di quanto sia per noi giusto ricevere il dono interferisce con quell’immagine che ci siamo fatti di noi. Difficilmente mettiamo in discussione le nostre certezze, per noi la “mappa è il territorio”, e se mappa e territorio non collimano proviamo imbarazzo e vergogna.
3- SENTIMENTI DI IMPOTENZA
Quando riceviamo un dono cerchiamo istintivamente di riequilibrare la relazione ricambiando. Alcuni vivono questa tendenza all’equilibrio relazionale come un peso insostenibile, o perché ritengono di non avere abbastanza per ricambiare, o perché scambiano il ringraziare con la sottomissione. Il dono e il ringraziare, queste persone, lo vivono come una “dinamica di potere” in cui sentendosi miserabili e impotenti ritengono che l’unica possibilità, per loro, sia la negazione.
“Se non ringrazio non ho ricevuto” e svaluto il tuo dono, non ringraziando, negandolo.
4- BULIMIA
Se durante l’infanzia non siamo stati nutriti in modo per noi soddisfacente, (nutrimenti materiali e/o affettivi), non potremo da adulti mostrare gratitudine “perché non sarà mai abbastanza”.
Poco importa se il fallimento genitoriale sia reale o immaginato, se abbiamo avuto l’impressione di non aver ricevuto quello a cui avevamo diritto, rimarrà per sempre “un vuoto” che mai nessuno potrà colmare. Mancherà sempre qualcosa: sebbene io sia vorace e manipolatorio “non mi basta mai!"
Si affianca a questa causa, una apparentemente opposta, la situazione di coloro i quali, al contrario, hanno ricevuto più del giusto, più del dovuto e più del necessario.
Anche in questo caso da adulti avranno difficoltà a sentirsi grati.
Qualunque attenzione dell’altro è vissuta come un’ovvietà dovuta, pertanto perché’ ringraziare?