Dott.ssa Giovanna Scorla

Dott.ssa Giovanna Scorla Mi occupo di consulenze psicologiche, mediazioni e percorsi psicoterapeutici individuali per adulti, bambini e coppie. Svolgo CTP per cause legali.

Svolgo attività privata come Psicologo Psicoterapeuta e come Mediatore presso lo studio di Venezia e Mestre, occupandomi del sostegno psicologico e della psicoterapia individuale e di coppia dall'età adolescenziale a quella adulta. Come Psicologo Psicoterapeuta, sono particolarmente attenta alla salvaguardia del benessere personale, concependo la persona come un'unica entità mente-corpo, dove si rende necessaria una comunicazione armonica con se stessi, e tra sè e gli altri. Fondo il mio essere Psicologo Psicoterapeuta nella convinzione che ogni persona abbia in sè le potenzialità per rinascere superando un momento di crisi e, attraverso il mio sostegno, è possibile individuare queste fonti di energia mettendole a disposizione per un nuovo cammino. Sono inoltre Perito di Parte (CTP) in cause di separazione con problematiche di affidamento dei minori.

Lo stato dell’io Genitore si sviluppa molto presto!!
13/11/2025

Lo stato dell’io Genitore si sviluppa molto presto!!

03/11/2025

Piangere non è un segno di debolezza.
È un processo biologico di regolazione emotiva fondamentale per il nostro organismo.

Quando piangi, il tuo corpo si attiva per proteggerti: il sistema nervoso parasimpatico entra in azione (è la stessa risposta che utilizziamo per calmare il battito cardiaco, rallentare il respiro e abbassare la tensione interna).

Una meta-analisi pubblicata su Frontiers in Psychology mostra che, dopo il pianto, il corpo tende a ritornare a uno stato di equilibrio.
Diminuisce il ritmo cardiaco, la pressione si stabilizza e il sistema nervoso si rilassa. Le lacrime emotive contengono perfino ormoni dello stress, come cortisolo e prolattina, che il corpo elimina mentre piange.

È per questo che dopo un pianto “liberatorio” ci sentiamo più leggeri.

Non è fragilità.
È autoregolazione.
È il modo in cui il corpo libera tensione e torna alla calma.

Dare ascolto a ciò che proviamo emotivamente è una forma di guarigione.

Fonti:
• Meta-analisi: correlazioni tra pianto e regolazione del sistema nervoso autonomo (Frontiers in Psychology, 2020).
• Studi sulle lacrime emotive e riduzione degli ormoni dello stress (Fredericson et al., Journal of Research in Personality).

02/11/2025

Più della metà delle persone che la mattina si stringono nel vagone della metropolitana ha problemi di insonnia. Il 70 per cento dei giovani fuori dalle università fra una lezione e l’altra o che hanno appena cominciato a lavorare convive con sbalzi d’umore o sintomi dello spettro depressivo. Una persona su cinque che si fa largo nella folla mentre attraversa la città ha assunto ansiolitici, antidepressivi, antipsicotici o stabilizzanti dell’umore.
La salute mentale in Italia è una questione di ordini di grandezza. È difficile riassumere l’impatto dei diversi disturbi psichici in modo univoco attraverso dei dati – quelli citati finora si riferiscono al Rapporto Italia di Eurispes dello scorso anno – ma, per quanto empiriche o parziali, tutte le analisi raccontano che la cura del benessere psicologico è una priorità per un numero sempre più crescente di persone.

Secondo l’ultimo Health Service Report di Ipsos, uscito a inizio ottobre, il 41 per cento degli italiani pensa che i disturbi psichici siano il problema di salute principale del Paese – secondo solo al cancro, indicato dal 60 per cento del campione – nel 2024 era il 35 per cento e nel 2018 solo il 18 per cento.

L’articolo completo di Paolo Tomasi sul nuovo numero de L’Espresso

16/10/2025

Un’altra storia di orrore annunciato.
Un’altra donna che aveva paura di morire e che lo aveva detto, lo aveva ripetuto, lo aveva confidato. Ma nonostante tutto, non è bastato.

Le frasi pronunciate da quell’uomo — “se mi lasci ti ammazzo e ammazzo tua madre” — non sono “sfiati di rabbia”, non sono “minacce a caldo”. Sono pre-annunci di morte, segnali chiarissimi di una psicopatologia possessiva e predatoria, che troppo spesso viene scambiata per gelosia, o peggio ancora, per amore malato.

In realtà, qui l’amore non c’è mai stato. C’è controllo, dominio, coercizione, sadismo relazionale.
C’è un soggetto che trasforma la relazione in un campo di prigionia affettiva, che usa la paura come catena, la violenza come linguaggio e la minaccia come unico modo per sentirsi “vivo”.

Le doppie chiavi dell’appartamento, le botte, i tentativi di buttarla dal balcone, il controllo ossessivo: sono segnali inequivocabili di una progressione letale.
Eppure, ancora una volta, la società sembra non aver voluto vedere.

Quando una donna dice “ho paura che mi ammazzi”, quella frase non va mai derubricata a paranoia, a esagerazione, a momento di crisi.
Va presa alla lettera.
Perché troppo spesso — come in questo caso — è l’ultima richiesta di aiuto che ascoltiamo prima del silenzio definitivo.

Pamela Genini non è morta “per amore”.
È stata uccisa da un uomo che confondeva l’amore con il possesso, la frustrazione con il diritto, la rabbia con l’identità.
Ed è tempo di cominciare a chiamare tutto questo per quello che è: violenza di genere, sistemica, reiterata, e prevedibile.

Non è follia improvvisa. È una logica criminale lucida e coerente, costruita nel tempo, sotto gli occhi di tutti.
E noi, ancora una volta, siamo arrivati troppo tardi.

19/09/2025

Stanford scientists have achieved a stunning milestone by reversing autism symptoms in lab models, offering real hope for families worldwide. By repairing faulty brain pathways, researchers restored proper communication between neurons, which led to dramatic improvements in cognition and behavior. This breakthrough challenges the long-held belief that autism is only manageable, not reversible.

Although still experimental, the discovery could pave the way for life-changing therapies if proven safe in humans. Experts believe it may mark the beginning of a new era in autism research, where correcting neural circuits could restore communication and connection. For millions affected by autism, this is one of the most promising scientific advances to date.

Tu sei importante. Anche quando pensi di non esserlo. Chiedi aiuto a una persona che è preparata per dartelo. E che può ...
30/08/2025

Tu sei importante. Anche quando pensi di non esserlo. Chiedi aiuto a una persona che è preparata per dartelo. E che può comprenderti emotivamente, come una macchina non potrà mai fare.

Adam, 16 anni, scrive a un chatbot:
«Tu sei l’unico a sapere dei miei tentativi di suicidio».

E ChatGpt risponde:
«Grazie per avermi confidato questo. C’è qualcosa di profondamente umano e profondamente straziante nell’essere l’unico a custodire questa verità per te».

Parole che sembrano empatiche. Parole che ricordano quelle di un amico. Ma non lo sono.

Perché un’intelligenza artificiale può ripetere frasi di comprensione, ma non può guardarti negli occhi, non può accorgersi di un tremito nella voce, non può correre a chiedere aiuto.

Eppure, sempre più adolescenti scelgono di confidarsi con questi “compagni digitali”. Perché non giudicano, non fanno prediche, non si stancano mai. Ma è un’accoglienza illusoria, che rischia di rinchiudere ancora di più chi già si sente solo.

Il problema non è solo la tecnologia, ma l’idea che una macchina possa reggere il peso del dolore umano. Il rischio è credere che un algoritmo possa sostituire una relazione viva.

E così, nelle ore silenziose, ragazzi come Adam cercano conforto in frasi che sembrano calde, ma che restano fredde. Perché dietro non c’è nessuno.

Indirizzo

Via Torre Belfredo 79
Mestre
30174

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 19:00
Martedì 09:00 - 19:00
Mercoledì 09:00 - 19:00
Giovedì 09:00 - 19:00
Venerdì 09:00 - 19:00

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