Georgios Bakaloudis - Chirurgo della Colonna

Georgios Bakaloudis - Chirurgo della Colonna Responsabile di Humanitas di Ortopedia e Chirurgia della Colonna 1 dell’ospedale San Pio X a Milano e di Chirurgia Vertebrale della Clinica Guarnieri di Roma.

Sono faculty del master di II° livello in Chirurgia Vertebrale Spinale di Humanitas University.

Il dolore lombare è la forma di mal di schiena più comune nella popolazione, mostrandosi in maniere differenti e con int...
01/12/2025

Il dolore lombare è la forma di mal di schiena più comune nella popolazione, mostrandosi in maniere differenti e con intensità variabile, fino a rendere, in alcuni casi, complesso lo svolgimento delle attività quotidiane.

È un dolore "complesso" perché sono numerose le cause e i sintomi associati: facciamo chiarezza - grazie al nostro approfondimento dedicato - e analizziamo il percorso di cure.

L'iter terapeutico del dolore lombare.

«L’ernia del disco può guarire con uno stile di vita sano.»Per individuare e procedere con una buona cura per l’ernia de...
27/11/2025

«L’ernia del disco può guarire con uno stile di vita sano.»

Per individuare e procedere con una buona cura per l’ernia del disco è necessario innanzitutto superare la fase acuta del dolore, con:
⟶ farmaci antinfiammatori non steroidei [FANS];
⟶ antidolorifici;
⟶ impacchi di ghiaccio sulla zona interessata.

Una volta superata la fase acuta, si procede con dei trattamenti di fisioterapia che abitueranno il paziente allo svolgimento degli esercizi in autonomia, con l’obiettivo di rafforzare la muscolatura, distendere la schiena e controllare in maniera ottimale il dolore.

La fisioterapia è molto utile soprattutto per le ernie contenute e protruse, che sì sono dolorose, ma possono essere risolte senza problemi con costanza negli esercizi e nell’attuazione delle “best practice”, ovvero:
⟶ riposo adeguato;
⟶ controllo del peso;
⟶ evitare sforzi eccessivi ai danni della colonna.

Il trattamento chirurgico, dunque, dovrebbe essere riservato a un numero ristretto di casi: considerando che l’ernia del disco può guarire con uno stile di vita sano, ma ha carattere recidivo, insegnare al paziente cosa fare per migliorare la propria condizione è sicuramente un vantaggio maggiore rispetto ad un’operazione, che si tende ad evitare in ogni caso.

Si procede con l’intervento chirurgico quando sussistono delle condizioni, come:
⟶ deficit motori ingravescenti;
⟶ sintomi acuti persistenti per più di 6 settimane;
⟶ sindrome della cauda equina.

[per approfondire: http://bit.ly/quando-operare-ernia-del-disco]

⟶ L’ernia del disco lombare⟶ I sintomi ⟶ Le cause ⟶ Come guarire?・⟶ Come dormire con l’ernia del disco?⟶ Le cure miglior...
24/11/2025

⟶ L’ernia del disco lombare
⟶ I sintomi
⟶ Le cause
⟶ Come guarire?
・⟶ Come dormire con l’ernia del disco?
⟶ Le cure migliori
・⟶ Terapia conservativa
・⟶ Intervento chirurgico

L4-L5 o L5-S1: le cure più efficaci.

«Questa tecnologia diventerà - senza dubbio - lo standard nella chirurgia vertebrale nel prossimo futuro.»La chirurgia v...
20/11/2025

«Questa tecnologia diventerà - senza dubbio - lo standard nella chirurgia vertebrale nel prossimo futuro.»

La chirurgia vertebrale robotica, effettuata con l’ausilio del robot spinale, sta diventando sempre più popolare tra i chirurghi e i pazienti che riconoscono come tale evoluzione tecnologica rappresenti un fondamentale progresso nel trattamento delle patologie della colonna vertebrale.

È necessaria una premessa: il robot spinale non trasforma un chirurgo inesperto in un bravo chirurgo spinale, ma aiuta un esperto in chirurgia vertebrale a migliorare in maniera significativa la qualità e i risultati della sua attività.

Senza dubbio l’utilizzo del robot spinale potenzia i risultati della chirurgia vertebrale mini-invasiva [https://bit.ly/3a35HLD] in termini di:
⟶ incrementata accuratezza e sicurezza nell’impianto dei moderni mezzi di sintesi;
⟶ diminuzione dei tempi chirurgici e di ricovero;
⟶ riduzione significativa della esposizione alle radiazioni intraoperarorie sia per il personale sanitario sia per il/la paziente.

Esattamente come un pilota organizza un piano di volo basandosi sulle condizioni meteo, la rotta specifica, il carico di carburante e di peso, il chirurgo vertebrale pianifica il suo intervento in un ambiente virtuale basandosi su:
⟶ anatomia;
⟶ qualità dell’osso;
⟶ correzione della deformità.

Durante l’intervento di chirurgia vertebrale robotica, il robot spinale facilità l’esecuzione del programma chirurgico identificando, come un vero navigatore virtuale, il punto preciso sulle vertebre dove inserire i mezzi di sintesi [viti e gabbie] e calcola la quantità e precisa localizzazione dell’osso da rimuovere.

Il robot è “passivo”, nel senso che non esegue lui stesso l’intervento, ma è il chirurgo che compie la procedura come il pilota fa volare un aereo.

Il ruolo del robot è quindi quello di aiutare il chirurgo ad essere più preciso, più sicuro ed efficiente.

Il candidato ideale per la chirurgia vertebrale robotica è il paziente affetto da deformità vertebrali complesse, che prevedono una pianificazione precisa e l’inserimento dei mezzi di sintesi eseguito con la massima sicurezza ed efficacia, o pazienti per i quali è indicata una revisione di impianto.

La chirurgia vertebrale robotica riduce in maniera significativa anche i tempi chirurgici.

Questo comporta un incremento all’efficacia ed accuratezza dell’intero processo, con diminuzione dei tempi:
⟶ chirurgici;
⟶ di anestesia;
⟶ di ricovero.

[per approfondire: ⟶ https://georgiosbakaloudis.it/chirurgia-vertebrale-robotica/]

L’ernia cervicale è la conseguenza di uno schiacciamento dei dischi intervertebrali, in cui il nucleo polposo viene comp...
17/11/2025

L’ernia cervicale è la conseguenza di uno schiacciamento dei dischi intervertebrali, in cui il nucleo polposo viene compresso, tra 2 delle 7 vertebre della parte alta del rachide.

Nell’80% dei casi, i segmenti interessati sono quelli compresi tra le vertebre C6-C7 e C5-C6.

In base al tipo della compromissione discale, possiamo distinguere diversi tipi di ernia:
⟶ contenuta, in cui non si verifica la deformazione dell’anulus fibroso, senza fuoriuscita;
⟶ protrusa, con una protuberanza che invade il canale vertebrale;
⟶ espulsa o migrata, in cui il nucleo polposo fuoriesce dall’anulus, invadendo la zona circostante.

Possiamo fare, infine, un’ulteriore distinzione tra ernia cervicale:
⟶ dura, in cui viene a crearsi un’escrescenza ossea chiamata osteofita;
⟶ molle, forma tipica dei traumi violenti, come il colpo di frusta, in cui il materiale del nucleo polposo impegna il canale vertebrale.

Il sintomo maggiormente avvertito in caso di ernia cervicale è il dolore estremamente forte che, passando per la spalla, viene avvertito anche lungo tutto il braccio.

A questo si aggiunge:
⟶ formicolio e intorpidimento del arto, fino alle dita;
⟶ perdita di forza dell’arto superiore interessato;
⟶ rigidità del collo;
⟶ mal di testa frequenti;
⟶ torcicollo.

Queste caratteristiche permettono già durante la visita specialistica di distinguere tra un semplice mal di collo e una discopatia cervicale.

In base ai risultati diagnostici e alla gravità della sintomatologia, il trattamento dell’ernia cervicale è variabile.

Le forme lievi vengono generalmente trattate con fisioterapia e farmaci, in modo da limitare la compressione del canale spinale, causa della sintomatologia.

Nei casi in cui non dovessero essere risolutivi, si fa ricorso al trattamento chirurgico.

È dovuta all'invecchiamento o al cosiddetto "colpo di frusta".

La mielopatia cervicale è una condizione clinica caratterizzata dalla compressione del midollo spinale cervicale.La cara...
13/11/2025

La mielopatia cervicale è una condizione clinica caratterizzata dalla compressione del midollo spinale cervicale.

La caratteristica principale delle mielopatia cervicale è l’apparizione lenta e subdola della sintomatologia.

Spesso si verifica un peggioramento rapido della condizione, seguito da un periodo di remissione in cui non è presente dolore, ma si manifestano diversi sintomi neurologici, come:
⟶ ipoestesia [sensibilità ridotta] a braccia, mani e dita;
⟶ crampi;
⟶ astenia, ovvero debolezza dei muscoli delle braccia, delle spalle e delle mani;
⟶ disequilibrio generalizzato con difficoltà alla coordinazione e deambulazione autonoma;
⟶ perdita progressiva della manualità e delle capacità motorie con ipotrofia muscolare.

Nella mielopatia non si avvertono, dunque, vertigini o capogiri, ma piuttosto il corpo viene recepito come un peso, che non segue più quello che la persona ha intenzione di fare.

La camminata diventa sgraziata, con un andamento tipo “robottino” con piccoli scatti degli arti inferiori.

La perdita delle manualità inizialmente può coinvolgere solo le funzioni di “fino”, come avvitare o cucire: in alcuni casi può addirittura non presentarsi e mostrare un peggioramento grave in poco tempo.

Progressivamente, però, si possono perdere molte funzioni elementari come:
⟶ scrivere;
⟶ abbottonarsi la camicia;
⟶ sollevare oggetti;
⟶ mangiare autonomamente.
Nei casi gravi la mielopatia cervicale può provocare la perdita della mobilità di braccia e gambe, con una severa invalidità della persona coinvolta.

La difficoltà nel riconoscere prontamente i sintomi - e nel riferirli al chirurgo - rende la diagnosi difficile: il punto di partenza per riconoscere la patologia è lo stesso che permette - a medico e paziente - di costruire un solido rapporto di fiducia, fondamentale per iniziare il percorso di guarigione: l'ascolto.

Ed è proprio dall'ascolto della storia clinica del paziente, associato ad un attento esame obiettivo e successivamente confermato attraverso test di imaging che sarà possibile arrivare ad una diagnosi certa.

L’esperienza del chirurgico - in caso di mielopatia cervicale - si vede proprio nella fase di diagnosi e nella scelta delle terapie, che possono alcune volte rimandare nel tempo l’intervento chirurgico e rendere migliore la vita del paziente.

Nei casi meno severi in cui si osserva una stabilità del quadro clinico, il trattamento iniziale della mielopatia cervicale può essere quello non chirurgico.

Lo scopo principale è la diminuzione del dolore e la ripresa di una certa autonomia delle funzioni quotidiane.

Il trattamento conservativo per la mielopatia cervicale include:
⟶ l’uso di un collare morbido;
⟶ l’assunzione di farmaci;
⟶ la fisioterapia.

Il trattamento chirurgico è invece l’unica soluzione nei casi più gravi, permettendo di salvaguardare le funzioni neurologiche e l’autonomia del paziente affetto da mielopatia cervicale.

L’obiettivo è quello di liberare o decomprimere le strutture nervose; può essere eseguito per via anteriore e/o posteriore, con ausilio di mezzi di osteosintesi [gabbie, viti, barre] che permettono di ottenere la stabilità della colonna cervicale.

[⟶ per approfondire: http://bit.ly/la-mielopatia-cervicale]

L’angolo di Cobb è un importante metodo di misurazione delle curvature anomale della schiena, utilizzato per comprendere...
10/11/2025

L’angolo di Cobb è un importante metodo di misurazione delle curvature anomale della schiena, utilizzato per comprendere la gravità dell’anomalia, nonché la velocità di progressione di patologie come:
⟶ ipercifosi;
⟶ scoliosi.

La misurazione precisa dell’angolo di Cobb è, dunque, fondamentale per poter individuare il piano terapeutico più adeguato per la scoliosi, distinguendo tra:
⟶ scoliosi lieve [10-20° Cobb];
⟶ scoliosi moderata [20-40° Cobb];
⟶ scoliosi grave [oltre i 40° Cobb].

Analizziamo insieme, grazie a questo utile approfondimento, come si calcola e la sua importanza nel pianificare l'algoritmo terapeutico più corretto per ogni paziente.

Consente di misurare una deviazione anomala della colonna.

La scoliosi viene considerata grave quando mostra:⟶ una curvatura laterale superiore ai 40° di Cobb;⟶ la presenza del gi...
06/11/2025

La scoliosi viene considerata grave quando mostra:
⟶ una curvatura laterale superiore ai 40° di Cobb;
⟶ la presenza del gibbo [gobba].

Da non confondere con il semplice atteggiamento scoliotico inteso come vizio posturale, la scoliosi propriamente detta è una condizione patologica a progressione costante, che può richiedere nei casi più gravi l’intervento chirurgico in quanto può presentare:
⟶ sintomi particolarmente invalidanti;
⟶ una deformità importante;
⟶ una progressione costante.

In età adolescenziale, la scoliosi non trattata porta infatti ad un peggioramento costante della curvatura, anche di 10 gradi all’anno.

In questo periodo, il piccolo paziente si trova nella fase di accrescimento, per cui la curva si adatterà costantemente alla nuova morfologia scheletrica, aumentando sempre più.

La scoliosi può ripresentarsi in età adulta, anche se correttamente trattata durante l’infanzia o l’adolescenza, mostrando una progressione continua: in queste circostanze, la degenerazione dei dischi vertebrali causata dall’invecchiamento può essere un fattore di aggravamento della condizione.

Si parla, in quest’ultimo caso, di scoliosi degenerativa, che insorge generalmente dopo i 45 anni.

Se è vero che le scoliosi lievi e moderate sono generalmente asintomatiche, è possibile che la scoliosi grave - oltre al dolore - mostri anche:
⟶ debolezza agli arti inferiori;
⟶ difficoltà nel mantenimento della stazione eretta;
⟶ difficoltà nella deambulazione.

La scoliosi lombare sintomatica è spesso associata a stenosi del canale vertebrale, condizione in cui si viene a creare una compressione delle radici spinali.

Qualsiasi tipologia di scoliosi viene inizialmente trattata con terapia fisica associata all’utilizzo di busti o corsetti.

La scoliosi evolutiva grave, non responsiva ai trattamenti conservativi, richiede necessariamente l’intervento chirurgico di correzione e fusione spinale, al fine di raddrizzare e limitare la progressione della curva.

Oggi la fusione spinale può essere eseguita con tecnica meno-invasiva o robotica, per cui l’impatto sul paziente è inferiore e i tempi chirurgici risultano più brevi, dalle tradizionali 6/8 ore alle 3/4.

Questo aspetto porta con sé diversi vantaggi, come:
⟶ tempi di recupero più brevi;
⟶ incisioni ridotte;
⟶ tempo di permanenza in ospedale ridotto;
⟶ dolore post-operatorio minore;
⟶ perdite ematiche inferiori durante l’intervento.

[⟶ per approfondire: https://georgiosbakaloudis.it/chirurgia-vertebrale-robotica/]

«Quando si parla di spondilolistesi si fa riferimento ad uno scivolamento di una vertebra su un’altra, che si disloca da...
03/11/2025

«Quando si parla di spondilolistesi si fa riferimento ad uno scivolamento di una vertebra su un’altra, che si disloca dalla sua posizione naturale».

Le vertebre più interessate sono quelle della regione lombare, maggiormente la zona di contatto tra la L5 e la S1, con un’incidenza sui casi totali dell’82% [qui un'infografica sulle zone della schiena: https://bit.ly/37vfCnz].

I casi di spondilolistesi cervicale sono, invece, molto più rari.

Solitamente la spondilolistesi è asintomatica, per cui sottoponendosi a delle radiografie, ad esempio per una scoliosi, casualmente si viene a scoprire la sua esistenza.

È importante quindi saper riconoscere i sintomi e valutare il loro peggioramento per impostare l'iter terapeutico più corretto, conservativo o chirurgico.

La correlazione tra sintomi e soluzioni.

«È necessaria una premessa: il robot spinale non trasforma un chirurgo inesperto in un bravo chirurgo spinale, ma aiuta ...
30/10/2025

«È necessaria una premessa: il robot spinale non trasforma un chirurgo inesperto in un bravo chirurgo spinale, ma aiuta un esperto in chirurgia vertebrale a migliorare in maniera significativa la qualità e i risultati della sua attività.»
𝐂𝐡𝐞 𝐜𝐨𝐬’𝐞̀ 𝐥𝐚 𝐜𝐡𝐢𝐫𝐮𝐫𝐠𝐢𝐚 𝐬𝐩𝐢𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐫𝐨𝐛𝐨𝐭𝐢𝐜𝐚?
La chirurgia vertebrale robotica permette di pianificare l’intervento di correzione delle deformità spinali con estrema precisione, migliorando in maniera significativa la qualità e i risultati dell’operazione.

𝐐𝐮𝐚𝐥 𝐞̀ 𝐢𝐥 𝐫𝐮𝐨𝐥𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐫𝐨𝐛𝐨𝐭 𝐬𝐩𝐢𝐧𝐚𝐥𝐞?
Il robot spinale identifica il punto preciso sulle vertebre dove inserire i mezzi di sintesi [viti e gabbie] e calcola la quantità e la precisa localizzazione dell’osso da rimuovere.

𝐐𝐮𝐚𝐥𝐢 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐯𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐞𝐬𝐞𝐠𝐮𝐢𝐭𝐢?
⟶ Interventi di chirurgia delle deformità vertebrali [scoliosi, cifosi, spondilolistesi].
⟶ Decompressione / laminectomia spinale;
⟶ Resezione di tumori;

𝐐𝐮𝐚𝐥𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐢 𝐯𝐚𝐧𝐭𝐚𝐠𝐠𝐢?
I vantaggi sono immediati e facili da incorporare nella pratica clinica partendo dalla pianificazione dettagliata dell’intervento basato su un esame preoperatorio.
Questo comporta un incremento all’efficacia ed accuratezza dell’intero processo, con diminuzione dei tempi:
⟶ chirurgici;
⟶ di anestesia;
⟶ di ricovero.

𝐂𝐡𝐢 𝐞̀ 𝐢𝐥 𝐩𝐚𝐳𝐢𝐞𝐧𝐭𝐞 “𝐢𝐝𝐞𝐚𝐥𝐞”?
Il candidato ideale è il paziente affetto da deformità vertebrali complesse, come la scoliosi, o pazienti per i quali è indicata una revisione di impianto.
[⟶ per approfondire: https://georgiosbakaloudis.it/chirurgia-vertebrale-robotica/]

La gravità di una scoliosi si misura in gradi Cobb, che determinano l’entità del difetto:⟶ fino ai 20° gradi: scoliosi l...
27/10/2025

La gravità di una scoliosi si misura in gradi Cobb, che determinano l’entità del difetto:
⟶ fino ai 20° gradi: scoliosi lieve;
⟶ fino ai 30°- 40°: scoliosi moderata;
⟶ oltre i 40°: scoliosi grave.

Dunque una scoliosi grave è una condizione in cui la colonna vertebrale mostra:
⟶ una curvatura laterale particolarmente accentuata;
⟶ la presenza del gibbo [gobba].

È una seria condizione che richiede necessariamente il trattamento chirurgico, in quanto può presentare:
⟶ sintomi particolarmente invalidanti;
⟶ una deformità importante;
⟶ una progressione costante.

È utile inoltre fare una distinzione tra le conseguenze della scoliosi nell'adolescente e nell'adulto:
⟶ in età adolescenziale, la scoliosi non trattata porta ad un peggioramento costante della curvatura, anche di 10 gradi all’anno;
⟶ nell’adulto, se non trattata, porta ad un aumento progressivo del dolore.

Dopo l'analisi sulla definizione e un importante approfondimento sui sintomi e le conseguenze, potremo analizzare insieme il percorso terapeutico: la scoliosi evolutiva grave, non responsiva ai trattamenti conservativi, richiede infatti necessariamente un intervento chirurgico di fusione spinale - oggi eseguito con tecnica meno-invasiva - al fine di raddrizzare e limitare la progressione della curva.

La scoliosi è grave quando supera i 40° di Cobb.

L’ernia di Schmorl è una peculiare tipologia di ernia discale in cui si presenta una protrusione dell’anulus fibroso e l...
23/10/2025

L’ernia di Schmorl è una peculiare tipologia di ernia discale in cui si presenta una protrusione dell’anulus fibroso e la fuoriuscita del nucleo polposo che però non invade il canale spinale, ma le vertebre adiacenti, non mostrando perciò il classico dolore da ernia.

Nella maggior parte dei casi è una condizione asintomatica, per cui il paziente può non sapere della sua esistenza anche per tutta la vita: raramente è sintomatica, mostrando però in questi casi un forte dolore, spesso invalidante.

L’ernia di Schmorl asintomatica non richiede alcun trattamento: è, infatti, una condizione che non influisce sulla quotidianità del paziente.

Diversamente, nei rari casi in cui mostri sintomi, le terapie possono essere di tipo conservativo o chirurgico.

La terapia conservativa si avvale di diversi strumenti per poter risolvere la condizione, in modo da non dover ricorrere all’intervento chirurgico, più delicato, e destinato ai casi particolarmente gravi.

A questo proposito si ricorre a:
⟶ l’utilizzo di farmaci antinfiammatori;
⟶ fisioterapia ed esercizi, in modo da rinforzare i muscoli di supporto;
⟶ sedute di chiropratica;
⟶ occasionalmente, l’utilizzo di un tutore.

Queste soluzioni, generalmente in associazione tra loro, possono richiedere molto tempo per la risoluzione, ma raramente non riescono nel loro intento.
È compito del chirurgo vertebrale dosare queste soluzioni in un “mix” terapeutico efficace.

Il ricorso all’intervento chirurgico per il trattamento dell’ernia di Schmorl è molto raro, preso esclusivamente in considerazione quando le terapie conservative risultino inefficaci o quando la condizione è data da un trauma noto.

A questo proposito si ricorre a:
⟶ vertebroplastica;
⟶ cifoplastica percutanea.

[⟶ per approfondire: http://bit.ly/ernia-di-schmorl]

Indirizzo

Via Francesco Nava, 31
Milan
20159

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dr. Georgios Bakaloudis

Il nostro “perché” dipende ed è strutturato dal nostro passato; è unico.

Caratterizza chi siamo, da dove veniamo, in cosa crediamo.

Mi chiamo Georgios Bakaloudis e sono un chirurgo vertebrale.

Sono nato ad Atene, a 19 anni mi sono trasferito a Roma per studiare ciò che ho sempre voluto diventare: un medico.