Dott. Leonardo Dell'Accio - Psicologo

25/03/2021

Molte persone utilizzano l’alcol come una sorta di anestetico per mettere a tacere una loro sofferenza interna che spesso ha forti radici nel passato e che si inserisce, secondo la prospettiva sistemica relazionale, nella propria trama di relazioni familiari. Il Disturbo da Uso di Alcol, dunque, segnala la disfunzionalità del sistema in cui è inserito l’alcolista che, tramite la sostanza, non solo trasmette messaggi ma anche assume e fa assumere ruoli patologici agli altri membri.

Oggi sulla rivista scientifica "ALCOLOGIA" trovate, da pag. 66 a pag. 70, il mio articolo che, attraverso anche la presentazione di due esemplificativi casi clinici trattati, esplora le dinamiche, le immagini e i messaggi che spesso l'alcolista veicola a se stesso e al contesto relazionale che lo circonda tramite l'alcol.



https://www.linkedin.com/posts/leonardo-dell-accio-9ab2a0136_lalcol-e-il-simbolico-activity-6780871255726817280-92rK

18/09/2020

Le ricerche effettuate sui comportamenti a rischio e sull’abuso di alcol hanno dimostrato che l’ sia la fase del ciclo di vita in cui essi si concentrano maggiormente, ma come vi siano anche diversi livelli d' . Ci sono, ad esempio, adolescenti non ne sono minimamente coinvolti, altri ancora che compiono brevi incursioni nel rischio; vi è, invece, un’ultima fetta di adolescenti caratterizzata da un coinvolgimento elevato e persistente in situazioni rischiose. Il modello , dunque, propone di considerare non solo i fattori (come età, sesso, grado di sviluppo dell’identità), ma anche quelli (famiglia, gruppo di pari, scuola) che intervengono ad influenzare la decisione di un individuo di assumere e abusare o meno di alcol.

23/07/2020

L'estate post Covid avanza, ma i servizi di individuale, di coppia e familiare non vanno in vacanza...anzi raddoppiano! Oltre alla sede di Milano, da questa settimana inizia una proficua collaborazione anche col Centro polifunzionale Cosmo sul territorio di . Per informazioni contattatemi!

02/07/2020

E’ spesso ricorrente l’idea che i giovani siano più predisposti ad adottare e meno in grado di valutare le conseguenze e i rischi delle loro azioni rispetto agli adulti o agli anziani, che invece possiedono un adeguato giudizio di vulnerabilità. Dal punto di vista cognitivo sembra, infatti, che gli adolescenti mettano in atto delle , ovvero strategie di pensiero inconsapevoli e quasi automatiche che permettono giudizi veloci ed efficienti, ma che spesso producono errori sistematici di valutazione. Nel caso dell’ , ad esempio, c’è spesso non solo la tendenza a sminuire gli effetti negativi indotti dalla sostanza assunta, ma anche a sovrastimare la propria capacità di controllo sui rischi dell’alcol e la quantità ingerita da altre persone per giustificare i loro consumi.

22/06/2020

Gli sono più portati ad attuare comportamenti a rischio per far fronte ai tanti ed eventi critici che si trovano ad affrontare in questa delicata fase del ciclo di vita. Questi compiti sono biologicamente determinati o dovuti a interazioni e richieste provenienti dal contesto socio-culturale e la loro buona risoluzione fornirà all’adolescente utili ad affrontare gli ostacoli che gli si presenteranno successivamente ed ad ottenere un equilibrato sviluppo della propria identità. In caso di fallimento, invece, si potrà generare una sensazione di malessere e di sé nell’adolescente, spingendolo, in alcuni casi, a far ricorso a soluzioni alternative – non adattive- per far fronte a queste difficoltà. In questa ottica l’uso e abuso di assume diversi connotati per gli adolescenti.

09/06/2020

Il cervello degli adolescenti passa da una modalità di impulsivo ed emozionale ad una razionale fino a raggiungere la sua completa maturazione intorno ai 20-21 anni. L’alcol può bloccare lo sviluppo dello dell’adulto e creare danni fisici (riscontrabili nel tempo), percezioni alterate del proprio essere e del mondo esterno con l’adozione, ad esempio, di condotte a rischio. Inoltre, un uso continuo e incontrollato può portare alla riduzione della (come la cannabis) e, tramite la tolleranza e l’aumento delle dosi, ad essere l’anticamera della dipendenza.

30/05/2020

Da un lato la , il risparmio sui tempi di spostamento e una maggiore (teorica) flessibilità e indipendenza; dall'altro un notevole aumento di , un rischio concreto di con la sensazione di dover essere sempre a disposizione. Lo , imposto durante i mesi di lockdown e caldeggiato ancora in molte situazioni, rischia davvero di eliminare il già fragile confine tra vita lavorativa e privata e di renderci sempre più schiavi degli strumenti tecnologici, incrementando sempre di più quelle che ben aveva descritto Bauman. Questo articolo spiega molto bene tutte le sfaccettature di questo fenomeno e suggerisce quali accortezze adottare per gestirlo nel modo giusto.

Lo smart working piace ma andrebbe migliorato per evitare il burnout dei lavoratori: racconti, consigli e analisi di smart worker, psicologi e esperti di lavoro

27/05/2020

L’ che troviamo sulle nostre tavole non è solo quello delle bottiglie di vino o di superalcolici, ma anche quello contenuto all’interno degli . Oltre ad essere usato per sfumare alcuni cibi o come ingrediente in pasticceria, l’alcol etilico è spesso impiegato anche come nei prodotti da forno più predisposti a sviluppare muffe e batteri (merendine, pancarrè, panettoni). L’alcol si trova anche nelle salse (ad es. soia) e nell’aceto, che usiamo quotidianamente per condire le nostre pietanze. Per evitare problemi è sempre importante guardare l’etichetta del prodotto!

13/05/2020

Quando ci si mette alla dopo aver bevuto ci poniamo in una condizione di rischio perché si sottovaluta il pericolo e si chiede troppo a se stessi. Se si supera il livello di consentito dalla legge di 0,5 g/l, l’automobilista -anche un bi-campione di rally come Biasion- può subire un calo della concentrazione e della capacità visiva, valutare in modo errato le distanze e lo spazio di frenata e può subire fino ad una diminuzione del 50% della propria capacità di reagire di fronte ad un imprevisto. Vedere per credere! https://www.youtube.com/watch?v=NsQ79uuLyvY

07/05/2020

Il lungo e inaspettato ha lasciato in tutti noi un segno indelebile, facendoci sentire vulnerabili, impotenti e confusi. Ci portiamo dentro i segni di questa lotta e ora che siamo finalmente giunti alla , la fase della graduale e desiderata delle nostre attività, ci attende un’altra difficile sfida con sentimenti altrettanto contrastanti: da un lato il timore e l’insicurezza, dall’altra il piacere di rivedere gli altri, oltre ai tanti dubbi su come dovremo affrontare la nuova normalità e su cosa ci aspetterà.
Tutti questi vissuti e preoccupazioni sono diffusi e normali e hanno solo bisogno di essere condivisi, di un ascolto o di una risposta. Per questo, in attesa di poter riprendere l’attività in studio, offro percorsi di psicologico online tramite Skype, Whatsapp o colloquio telefonico.
Per informazioni contattatemi!