Dott.ssa Valentina Cavarretta - Psicologa

Dott.ssa Valentina Cavarretta - Psicologa Psicologa ~ Psicoterapeuta cognitivo - costruttivista. Ricevo su appuntamento Master di II livello in Cure Palliative e Terapia del Dolore.

Iscritta all'Albo A dell'Ordine degli Psicologi del Lazio N. 19637.

20/03/2025

"Non arrabbiarti con il pozzo che è secco
perché non ti dà l'acqua,
piuttosto domandati perché continui ad insistere
a voler prendere l'acqua dove hai già capito
che non puoi trovarla"
(Proverbio)

26/06/2024

"Le pecore nere di una famiglia sono in realtà liberatrici del loro albero genealogico.
Membri della famiglia che non si adattano alle regole o alle tradizioni familiari, coloro che cercano costantemente di rivoluzionare le credenze.

Coloro che scelgono strade contrarie ai percorsi ben battuti delle linee familiari, coloro che sono criticati, giudicati e persino respinti.

Questi sono chiamati a liberare la famiglia da schemi ripetitivi che frustrano intere generazioni.
Queste cosiddette “pecore nere”, quelle che non si adattano, quelle che ululano con la ribellione, in realtà riparano, disintossicano e creano nuovi rami fiorenti nel loro albero genealogico.

Innumerevoli desideri non realizzati, sogni infranti o talenti frustrati dei nostri
antenati si manifestano attraverso questa rivolta.

Per inerzia, l’albero genealogico farà di tutto per mantenere il decorso castrante e tossico del suo tronco, che renderà il compito del ribelle difficile e conflittuale.

Smetti di dubitare e prenditi cura della tua rarità “come il fiore più prezioso del tuo albero”.
Sei il sogno di tutti i tuoi antenati."

(B. Hellinger)

07/12/2023

“Capitolo primo.
Cammino lungo una strada.
C’è una buca profonda nel marciapiede.
Ci casco dentro.
Sono perduto, non posso farci nulla,
non è colpa mia.
Ci metto una vita per uscirne.

Capitolo secondo.
Cammino lungo la stessa strada.
C’è una buca profonda nel marciapiede.
Faccio finta che non ci sia. Ci casco dentro.
Non posso credere di essere ancora nello stesso posto. Ma non è colpa mia.
Mi ci vuole un sacco di tempo per uscirne.

Capitolo terzo.
Cammino lungo la stessa strada.
C’è una buca profonda nel marciapiede.
La vedo benissimo.
Ci casco dentro di nuovo; è un’abitudine.
Ma i miei occhi sono aperti: so dove sono.
È colpa mia.
Ne esco immediatamente.

Capitolo quarto.
Cammino lungo la stessa strada.
C’è una buca profonda nel marciapiede.
Ci cammino intorno.

Capitolo quinto.
Me ne vado per un’altra strada.”

(Autobiografia in cinque brevi capitoli ~ P. Nelson)

07/11/2023

"Oggi sto male.

Ho lontanissima la
percezione degli altri,
come se mi giungessero
da un' altra dimensione.
In questo stato, nulla
potrebbe entrare nel
mio cerchio magico.
Niente e nessuno.
Eppure, è proprio
adesso che ho bisogno
di aiuto."

(Alda Merini)

19/10/2023

"Un giorno capirai che la vera vittoria non è riuscire a far ragionare le persone, non è neanche avere la loro comprensione.
Vincerai nel momento stesso in cui riuscirai a farti scivolare di dosso ogni differenza, ogni azione priva di rispetto, ogni dimostrazione di menefreghismo.
Lì, in quel preciso istante, capirai che tutto dipende da te.
E riuscirai finalmente a sorvolare su tutto quello che, un tempo, non faceva che avvelenarti il cuore”.
(F. Zarbo)

Arriva un momento in cui, dopo aver investito tanto tempo, energie e speranze in una relazione o situazione a noi cara, ci rendiamo conto di star combattendo invano contro un mulino a vento... Ci ritroviamo stanchi, amareggiati, delusi, con a farci compagnia solo un senso di impotenza e fallimento. A questo punto, non possiamo fare altro che riapprociarci di un'importante verità: noi non abbiamo il potere di cambiare gli altri, ma possiamo cambiare il modo in cui noi reagiamo ai comportamenti degli altri, questo si. Non è semplice o immediato, ma se pian piano risuciremo ad esercitare questa consapevolezza, cominceremo a sentirci non più soggiogati ma leggeri.

13/10/2023

"A scuola, il maestro ce lo spiegava così: prendeva del sale o dello zucchero e cominciava a versarlo, un cucchiaino per volta, dentro ad un bicchier d’acqua.
Versava una cucchiaiata, mescolava ed il sale o lo zucchero si scioglievano; versava ancora, mescolava ancora un po’ e si scioglieva di nuovo tutto.
Poi, però, arrivava il momento in cui versava e mescolava ma non si scioglieva più nulla, i granelli bianchi si depositavano sul fondo perché l’acqua ne era satura e, se continuava a versare, allora il mucchietto sul fondo del bicchiere – aumentando – faceva uscire tutta l’acqua sul banco.
”Vedete – diceva – quando non si scioglie più niente, quello è il punto di saturazione. Non ce ne sta più, ed avete voglia d’insistere, NON si scioglie, non può tenerne più, neppure un granello di più. È saturo, è pieno”.
Anche il cuore umano, il cuore che è un vaso di sentimenti, una giara d’emotività, ha un suo punto di saturazione.
Quando dobbiamo versarvi dentro qualcosa d’amaro, qualcosa che non vogliamo, qualcosa che fa male, all’inizio lo tiene e lo scioglie; ma se siamo costretti a versarne più di quanto ne possa sopportare, arriva il momento in cui non si scioglie più nulla ed allora tracimano le acque della sopportazione ed escono dagli occhi fino a prosciugare le palpebre.
È un soffio, la vita, di cui non conosciamo la durata e, per qualcuno, è un soffio da conquistare attimo per attimo.
Per questo si dovrebbe riempirla con attenzione di cose di valore, cose che siano facili da assimilare, che siano buone, che rafforzino e consolino.
Così che ci voglia il giusto tempo, prima d’arrivare alla saturazione, e che non si debba rimanere a secco precocemente, inutilmente.
La tenerezza, la gentilezza, sono granelli invisibili ed impalpabili che non sedimentano e non pesano e non gravano sul cuore ma rendono quel soffio di vita qualcosa di meraviglioso per cui si possa dire: ”Ne è valsa davvero la pena“.

Carolina Turroni

11/10/2023

“Cinque sono le cose che un uomo rimpiange quando sta per morire. E non sono mai quelle che consideriamo importanti durante la vita.
Non saranno i viaggi confinati nelle vetrine delle agenzie che rimpiangeremo, e neanche una macchina nuova, una donna o un uomo da sogno o uno stipendio migliore. No, al momento della morte tutto diventa finalmente reale. E cinque le cose che rimpiangeremo, le uniche reali di una vita.

La prima sarà non aver vissuto secondo le nostre inclinazioni ma prigionieri delle aspettative degli altri. Cadrà la maschera di pelle con la quale ci siamo resi amabili, o abbiamo creduto di farlo. Ed era la maschera creata dalla moda, dalle false attese nostre, per curare magari il risentimento di ferite mai affrontate. La maschera di chi si accontenta di essere amabile. Non amato.

Il secondo rimpianto sarà aver lavorato troppo duramente, lasciandoci prendere dalla competizione, dai risultati, dalla rincorsa di qualcosa che non è mai arrivato perché non esisteva se non nella nostra testa, trascurando legami e relazioni. Vorremmo chiedere scusa a tutti, ma non c’è più tempo.

Per terzo rimpiangeremo di non aver trovato il coraggio di dire la verità. Rimpiangeremo di non aver detto abbastanza ”ti amo” a chi avevamo accanto, ”sono fiero di te” ai figli, ”scusa” quando avevamo torto, o anche quando avevamo ragione. Abbiamo preferito alla verità rancori incancreniti e lunghissimi silenzi.

Poi rimpiangeremo di non aver trascorso tempo con chi amavamo. Non abbiamo badato a chi avevamo sempre lì, proprio perché era sempre lì. Eppure il dolore a volte ce lo aveva ricordato che nulla resta per sempre, ma noi lo avevamo sottovalutato come se fossimo immortali, rimandando a oltranza, dando la precedenza a ciò che era urgente anziché a ciò che era importante. E come abbiamo fatto a sopportare quella solitudine in vita? L’abbiamo tollerata perché era centellinata, come un veleno che abitua a sopportare dosi letali. E abbiamo soffocato il dolore con piccolissimi e dolcissimi surrogati, incapaci di fare anche solo una telefonata e chiedere come stai.

Per ultimo rimpiangeremo di non essere stati più felici. Eppure sarebbe bastato far fiorire ciò che avevamo dentro e attorno, ma ci siamo lasciati schiacciare dall'abitudine, dall'accidia, dall'egoismo, invece di amare come i poeti, invece di conoscere come gli scienziati. Invece di scoprire nel mondo quello che il bambino vede nelle mappe della sua infanzia: tesori. Quello che l'adolescente scorge nell'addensarsi del suo corpo: promesse. Quello che il giovane spera nell'affermarsi della sua vita: amori”.

Alessandro D'Avenia

10/10/2023

"Non insistere
il fiore non sboccia
prima del giusto tempo.
Neanche se lo implori
neanche se provi ad aprire i suoi petali
neanche se lo inondi di sole.
La tua impazienza
ti spinge a cercare la primavera
quando avresti solo bisogno di
abbracciare il tuo inverno."
Ada Luz Márquez

28/07/2023

"Tanta parte della nostra sofferenza deriva non soltanto dalla nostra situazione dolorosa, ma dal nostro sentimento di essere isolati nel nostro dolore. Un modo molto importante per farci amico il dolore è farlo uscire dall'isolamento e condividerlo con qualcuno che può accoglierlo."
(H. Nouwen)

Indirizzo

Milan
20131

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